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    Home»Film e Serie Tv»Filumena Marturano, perché guardare il film di Francesco Amato
    Film e Serie Tv

    Filumena Marturano, perché guardare il film di Francesco Amato

    È andato in onda su Rai Uno Filumena Marturano, il riadattamento televisivo dell’omonima opera di Eduardo De Filippo per la regia di Francesco Amato, con Vanessa Scalera e Massimiliano Gallo.
    Ida BasileDi Ida Basile21 Dicembre 2022Updated:21 Dicembre 2022Nessun commento4 Minuti di lettura
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    Hai atteso il suo arrivo con il pizzico di diffidenza tipico di chi è affezionato alla tradizione. L’hai sentita, quella punta di scetticismo, prima di accendere la tv. Poi l’hai visto, e non puoi negarlo: è scattato qualcosa.

    Filumena Marturano, perché guardare il film di Francesco Amato
    foto di Antonio Gallo

    Eduardo, il teatro, la Loren, Mastroianni. È impossibile approcciare alla Filumena Marturano di Amato senza avere il naso storto, pronti a cercare il difetto. Invece, l’interpretazione di Vanessa Scalera convince e la rivalsa di Filumena diventa anche la tua. Così come la rabbia imperitura di Domenico Soriano, interpretato da Massimiliano Gallo.

    Filumena Marturano, la storia

    Filumena e Domenico Soriano si conoscono in strada. Lei, giovane e bella, è una prostituta. Lui, l’uomo ricco, il cliente che la toglie dalla strada facendola entrare in casa propria. Ma non come moglie.

    Venticinque anni dopo, Filumena dirige tutto: l’abitazione, la pasticceria di Domenico, la servitù. È lei la padrona, e quando capisce che Domenico vuole ammogliarsi si finge in punto di morte per battere sul tempo la concorrenza.

    Tra sgomento ed emozioni che non riesce a spiegarsi, Domenico la sposa, salvo poi scoprire l’inganno quando ormai è troppo tardi. E quando pensi di avere la trama tra le dita, ecco il colpo di scena: Filumena ha tre figli che ancora non la conoscono e a cui vuole dare il cognome Soriano. Uno di questi è proprio di Domenico.  

    Sul riconoscere l’amore

    Domenico e Filumena viaggiano su due binari diversi. Lui ha sempre avuto tutto e dato valore a niente. Lei non ha mai avuto niente, il bisogno di sopravvivere e la disillusione l’hanno resa molto centrata sui suoi obiettivi. Si racconta che da Domenico vuole soltanto il cognome.

    Domenico impreca, Filumena non piange. Più gli occhi di lei restano asciutti, più lui si rende conto di essere un uomo senza il controllo delle cose: non la casa, non gli affari, non Filumena e neanche, in fondo, la propria vita privata. Ciò che gli brucia davvero non è l’inganno quanto l’indifferenza. È insicuro, Domenico, un uomo alla continua ricerca di conferme. Da Filumena sono 25 anni che riceve soltanto ordini.

    L’amore trasformatosi in rancore di Filumena la rende a tratti spietata, mentre l’incapacità di riconoscere e accettare in sé l’amore rendono Domenico confuso e la confusione, si sa, fa rabbia. Una rabbia in cui, in un primo momento, fai fatica a entrare: lo sguardo di Massimiliano Gallo è cattivo, troppo cattivo. Non ha la bonarietà di De Filippo, è duro. Ma poi contestualizzi, e capisci che ogni sguardo truce ha il suo fondamento.

    Filumena Marturano è allo zenit della tensione emotiva fin dalla prima macchia di rossetto sul fazzoletto conservato da Rosalia, la domestica.

    L’intensità della rappresentazione tira il collo a qualsiasi bisogno di calma, o relax. Quella di Filumena Marturano è una storia da vivere, non da guardare e basta, e per aiutarti in questo processo di immedesimazione ecco che ci sono loro, le scene girate negli interni.

    Gran parte dell’azione si svolge in un ambiente domestico, tra le pareti che si trasformano in cassa di risonanza per ogni emotività. Tutto sembra chiudersi sulle teste dei due protagonisti, i cui sentimenti diventano più forti e marcati forse perché costretti tra quattro mura. All’esterno, il tutto avrebbe perso d’intimità e sarebbe venuta meno una fedeltà alla genesi teatrale dell’opera.

    Ciò che lascia Filumena Marturano: un focus su Don Mimì

    Ciò che lascia questa trasposizione di Filumena Marturano è una riflessione sull’autoconsapevolezza. Non di lei, sempre chiara nei suoi obiettivi, ma di lui, Don Mimì.

    Come Domenico, quante volte sei nella tua vita senza viverla? Quante volte non ti ascolti, rendendoti conto di un sentimento soltanto quando qualcosa si rompe?

    Domenico Soriano è l’uomo che dà tutto per scontato. Niente esiste finché non si frantuma. È solo allora che capisce che c’era, era lì. Quando non sai se arrabbiarti per la perdita o per non averlo capito prima, all’improvviso, ecco che sei la persona del ‘dopo’.

    Filumena Marturano, film Rai di Francesco Amato

    Filumena è l’emblema della perseveranza, è vero, ma Domenico è l’uomo che impara dal proprio errore, che alla fine del dramma riesce finalmente ad ascoltarsi e ad ascoltare. Per questo Filumena Marturano è adatto al Natale, ogni anno, dal 1946.

    Il messaggio non è poi così nascosto: guardati intorno, tutto ciò di cui hai bisogno è proprio lì, vicino a te.

    Filumena Marturano Filumena Marturano Rai Filumena Marturano tv Francesco Amato Massimiliano Gallo Vanessa Scalera
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    Ida Basile
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    Caporedattore di Other Souls Magazine, editor, copywriter, autrice, ghostwriter; ha studiato Storia alla Federico II di Napoli, Storia Antica all'Università di Bologna e ha frequentato il master IULM per i Mestieri dell'editoria. Amante delle belle storie, delle notizie fresche e della cultura in ogni sua forma.

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