La scrittura è un’arte, e la curiosità intorno alla vita, alle opere e all’identità profonda degli artisti è sempre viva. Forse per questo la storia del cinema è ricca di film su scrittori?
Anime alla deriva
Lo stereotipo dello scrittore solitario e dannato è, appunto, uno stereotipo. Eppure è vero che sono esistiti autori i cui scritti sono espressione e sintomo di una sofferenza, di un disagio difficile da combattere. Alcuni hanno vissuto vite avventurose, quando non addirittura pericolose, alla ricerca forse di uno scopo, forse di un entusiasmo perduto. Nascono da qui parecchi biopic, film ispirati alle biografie di questi autori, che cercano di ripercorrerne i passi. Come The Hours, che ha fruttato un Oscar come miglior attrice protagonista a Nicole Kidman per il difficile ruolo di Virginia Woolf, oppure Genius (con Jude Law e Colin Firth) sul difficile rapporto tra il geniale scrittore Thomas Wolfe e il suo editor Maxwell Perkins. Ma anche Copia originale, sulla vita e le truffe di Lee Israel, una brava scrittrice e falsaria interpretata da Melissa McCarthy. E tanti altri film su scrittori che portano direttamente nel titolo il nome dell’autore a cui si ispirano: Tolkien (con Nicholas Hoult), L’ultima Parola – La vera storia di Dalton Trumbo (con Bryan Cranston), Mary Shelley – Un amore immortale (con Elle Fanning), Dickens – L’uomo che inventò il Natale (con Dan Stevens).
Film su scrittori creati da altri scrittori…
…oppure da sceneggiatori cinematografici. Lo scrittore può essere un buon personaggio per un film, e in quanto rappresentativo (almeno in parte) di una categoria di artisti, può aiutarci a capirli meglio. Possiamo riconoscere in questi personaggi qualche caratteristica che non è poi difficile ricondurre alla realtà: per esempio l’amore per il proprio lavoro e lo struggimento quando non gli si rende giustizia. Oppure ambizione, desiderio di rivalsa, timore del giudizio altrui. Per esempio un classico come Scoprendo Forrester (con Sean Connery e Rob Brown), sul rapporto maestro e allievo; e il particolarissimo Ruby Sparks (con Paul Dano e Zoe Kazan), che scava a fondo nella fantasia di uno scrittore e nelle sue creazioni. O l’inquietante Quello che non so di lei (con Eva Green ed Emmanuelle Seigner), che parla del rapporto fin troppo intenso fra una scrittrice e una sua fan.
Donne ai margini
Un filone a parte, nei film dedicati a scrittori, è quello delle scrittrici che vivono dilemmi e frustrazioni legate al loro essere donne in epoche e contesti dominati dal patriarcato. E non parliamo solo dei secoli passati, basti pensare a The Wife. Vivere nell’ombra (con Glenn Close e Jonathan Pryce), che è ambientato ai giorni nostri e parla (fra le altre cose) del Premio Nobel per la Letteratura. Indietro del tempo possiamo citare un biopic brillante come Colette (protagonista un’estroversa Kiera Knightley, come sempre a suo agio nei film in costume). Oppure l’ultima trasposizione di un classico come Piccole Donne (con Laura Dern, Saoirse Ronan, Emma Watson, Florence Pugh ed Eliza Scanlen), in cui l’aspirante scrittrice Jo March deve scontrarsi con tradizioni editoriali piuttosto rigide nei riguardi delle donne. Ma sappiamo che tipo è Jo, e per fortuna tante vere scrittrici hanno tanto carattere quanto lei.