Fri è quell’acronimo che fa friccicare un po’ tutti gli amanti del genere romance e che innesca ogni volta diversi tipi di reazione nel sempre più agguerrito e impegnato popolo di lettori.
Quest’anno l’appuntamento al Mediolanum Forum di Assago è il 16 marzo, cancelli aperti dalle 10 alle 20. Io ci sarò, e tu?
Un apostrofo rosa chiamato Fri
Alberto Angela dovrebbe farci uno speciale, sul genere romance italiano, quello che viene maltrattato forse più del fantasy ma che, come un’intrigante contraddizione, rimpingua molto spesso le casse degli editori e delle librerie.
Ora, siccome rischio di essere ripetitiva se dico che i libri sono un po’ come grandi buffet a cui attingere secondo i propri gusti, cercherò di parlare del Fri in modo diverso. Dunque, diamo adito al grande lavoro organizzativo che c’è dietro e alla grandissima partecipazione di cui gode il Festival del Romance Italiano.
Al timone della nave, come sempre, Lidia Ottelli. Una padrona di casa che mette autrici e pubblico a proprio agio, il tutto per far vivere un vero momento di contatto tra i lettori e i creatori delle loro storie preferite.
Subito dopo, le autrici. Tutte diverse come le cinquanta sfumature di romance che si trovano al Fri. Sì, la battuta è vecchia ma come la gallina fa buon brodo. Insomma, dicevo, le autrici si danno tantissimo da fare per coltivare i rapporti con chi le legge. Fare un giro tra gli stand del Fri vuol dire collezionare gadget e una grande quantità di caramelle, segnalibri, piccoli libretti gratuiti con estratti delle varie storie.
Personalmente, a me piace sempre quando un autore si dona in questo modo, lo trovo un grande gesto di rispetto per tutte quelle persone che pagano un biglietto nel nome della lettura. Creare qualcosa apposta per chi viene a conoscerti significa prenderti cura della tua nicchia. Non c’è da stupirsi, se questo è quanto, che quella del romance sia una vera e propria comunità.
Il Festival del Romance Italiano: un appuntamento sempre più gradito agli editori
Ho letto attentamente il programma del Fri, e se c’è una bottega che attinge all’enorme materiale romantico del Bel Paese, al momento quella è Magazzini Salani, oltre a Sperling e alla consolidata Harper Collins. Il numero degli editori e delle agenzie presenti al Festival del Romance è in aumento, e ciò potrebbe comportare ghiotte opportunità per aspiranti autori o autrici di presentare la loro storia in un ambiente che ricerca, nello specifico, questo tipo di letteratura.
Che un festival del libro si possa usare anche come personale trampolino di lancio non vuol dire poco. Avere determinate presenze di spicco tra i vari stand aumenta sempre più la credibilità del Fri, dando respiro e soddisfazione all’apparato organizzativo che c’è dietro. In sostanza, se è vero che sono gli ospiti a fare una grande festa, il Festival del Romance Italiano non deve temere per il suo party.
Una piccola provocazione
Se non ci fosse il nocciolo al centro, tutti azzannerebbero le olive senza riguardo. Siamo in chiusura, e non vorrei chiudere senza una domanda classica e sempreverde. Quanti uomini troveremo al Fri? E quando parlo di uomini, intendo le penne. E se stai pensando spicy, sappi che necessiti del Festival del Romance.
Dunque, la presenza di tante donne al Fri esprime una letteratura sessualmente schierata? Le donne raccontano l’amore in modo diverso dagli uomini. Siamo così, dolcemente complicate, direbbe qualcuno. E sulle note della canzone arriva una piccola considerazione: qual è il ruolo maschile nella produzione italiana di romance? E nella sua lettura?
Già li immagino, a leggere Erin Doom nascosti dalla copertina di “Men’s Health”. Eppure, se si pensa alla canzone italiana, ci sono cantanti uomini capaci delle emozioni più profonde. Che ci sia una definita quanto sciocca redistribuzione di generi letterari?
Ve lo dirò il 16 marzo!