Di origine turca ma da oltre quarant’anni in Italia, il regista è noto per aver portato al cinema storie intime tratte dalla routine quotidiana
Özpetek, regista turco ma da oltre quarant’anni in Italia, compie oggi 62 anni. Dal suo debutto come regista, avvenuto nel 1997 con Il bagno turco – Hamam – con Alessandro Gassman – che ha riscontrato grande successo di critica e pubblico in Italia e all’estero, ha prodotto diversi film, alcuni pluripremiati come Le fate ignoranti.
Suo il merito di aver saputo raccontare storie particolari e intimiste, trattando temi a suo tempo originali: le difficili relazioni familiari e sentimentali e le piccole lotte che si affrontano ogni giorno.
La scelta di raccontare piccoli drammi familiari e intimi
Vedere un film di Özpetek è come spiare dal buco della serratura dell’appartamento di ipotetici vicini. Raccontare il quotidiano è difficile poiché si rischia di rendere talmente comune ciò che si vuole portare in scena da trasformarlo in qualcosa di poco interessante. Ricordiamo Özpetek anche per aver affrontato la questione dell’AIDS in modo delicato e convincente: indimenticabile l’interpretazione di Gabriel Garko ne Le fate ignoranti. Come tutti i creativi, però, anche Fernan Özpetek ha corso il rischio di ripetersi, rendendosi troppo riconoscibile.

I temi ricorrenti e di maggior caratterizzazione
La sua interpretazione della società moderna, nello specifico quella italiana, è quella del mondo dei sentimenti con le sue sfumature più intime. Omosessualità e transessualità, tradimenti e menage a trois, inquietudini e difficoltà nell’affrontare rapporti sentimentali e lavorativi. È il racconto della vita di tutti i giorni con qualche affondo nell’ambito della sessualità, a caratterizzare il cinema del regista. In alcuni tratti rievoca il suo collega spagnolo Pedro Almodóvar, anche se in maniera più tenue e malinconica. Il mondo dei sentimenti e i velati intrecci che lo contraddistinguono, spesso tenuti all’ombra, vengono raccontati attraverso alcune chiare maschere femminili: mogli, casalinghe, tossicodipendenti, isteriche, spaesate ed eccentriche. L’uomo appare invece debole e in balia degli eventi, più pacato e timoroso della sua natura.
Collezionista di successi ma anche sperimentatore, Özpetek ha recentemente diretto Claudia Gerini e Can Yaman nello spot della pasta De Cecco, in onda proprio in questi giorni. Chissà se anche lui festeggerà le sue sessantadue candeline con un bel piatto di pasta alla carbonara, come i protagonisti del suo spot, a omaggiare un Paese – l’Italia – nel quale ha scelto con fermezza di vivere, opponendosi al volere del padre che avrebbe voluto studiasse negli Stati Uniti.