Un cantante, un suonatore, un poeta. Sembrano i titoli delle sue canzoni ma in realtà è semplicemente e immensamente lui: Fabrizio De André. Uno dei cantautori che più ha saputo trasformare in musica l’essere umano, i suoi difetti, l’amore puro e la bruttezza della vita.

Le canzoni che ha composto, ancora oggi, dimostrano come la sua musica a distanza di 24 anni dalla sua morte, non ci lascerà mai.
La vita di Fabrizio De André. Dalla nascita alla musica
Fabrizio Cristiano De André nasce a Genova il 18 febbraio 1940 nel quartiere Pigli crescendo nel clima della Grande guerra.
La sua gioventù è caratterizzata dall’accesso clima politico italiano ma soprattutto, nel pieno dello scontro tra cattolici e comunisti, una situazione che lo porta ad avvicinarsi agli ideali anarchici del tempo.
Un percorso che l’ha spinto verso l’ateismo e in contrapposizione alla chiesa anche a causa di un episodio di tentativo di molestie sessuali subito da un gesuita nell’istituto che frequentava.
Dopo aver scelto di lasciare la propria casa per il rapporto difficile con il padre si iscrive alla facoltà di Giurisprudenza, ma la sua carriera musicale lo spinge a interrompere l’università a soli sei esami dalla laurea.

Nel 1961 inizia la sua carriera, e da qui prende vita la sua straordinaria storia.
In una fredda mattina dell’11 gennaio del 1999, dopo una malattia che velocemente stronca la sua vita all’età di 58 anni, il Faber abbandona questo mondo con quel sorriso malinconico e quasi irriverente lasciando in eredità il suo modo di celebrare i contrapposti dell’essere umano, la vita e la morte, caratteristici dei suoi testi e della sua musica.
La musica per Fabrizio De André
Timido, all’inizio della sua carriera fatica a mostrarsi in pubblico. Un’anima che forse è troppo profonda per mostrarsi nuda, con la voce e la chitarra, di fronte a coloro che potrebbero non comprendere le sue parole.
La musica fa parte della vita di De André fin dalla giovane età. Adorava il jazz e strinse forti amicizie con Gino Paoli, Luigi Tenco e Paolo Villaggio, suo amico già dall’infanzia.
Dal 1961 produce 14 album e diversi singoli entrati a far parte della storia della musica e del cantautorato italiano.
Profondo, colto e attratto dagli emarginati, da coloro che non hanno canzoni dedicate. Racconta le loro storie con un’immagine mai banale e ricca di dettagli, particolari, ambientazioni e figure retoriche come se fossero delle vere e proprie narrazioni letterarie.
I suoi testi sono quasi delle poesie, non a caso studiati ancora oggi nelle scuole, che portano in una realtà cruda fatta di ladri, prostitute, assassini, coloro che innescano nell’ascoltatore profonde riflessioni ed emozioni che difficilmente una semplice canzone riesce a suscitare.
I testi delle canzoni di De André
La musica di De André è intensa, con quei giri di chitarra che abilmente Faber sapeva suonare.
Ma non solo l’accompagnamento musicale di qualità che l’ha portato anche nella P.F.M. è la caratteristica principale di questo artista.
Il pensiero collettivo per De André va ai suoi testi.
C’è chi aspetta la pioggia
Il bombarolo
per non piangere da solo.

Frasi pungenti, eleganti, estremante descrittive traducono modi di essere, comportamenti e emozioni in parole.
Si sa che la gente dà buoni consigli
Bocca di rosa
se non può più dare cattivo esempio.
Pochi artisti nel campo musicale possono vantare una capacità simile, parole che sanno trasformare ogni cosa in celebrazione, sogno o evocazione.
Sognai talmente forte che mi uscì il sangue dal naso. Il lampo in un orecchio nell’altro il paradiso
Fiume sand creek
Le sue frasi iconiche sono diventate citazioni scritte sui muri, sui diari, tatuate e riproposte come metafora di vissuti ed esperienze per tutti.
I 58 anni di Fabrizio De André
La domanda è lecita: se Fabrizio De André fosse vivo oggi, avrebbe scritto ancora musica o come il collega Guccini avrebbe lasciato la scena? Avrebbe ancora scelto di raccontare quello che vedeva?
Una risposta purtroppo non esiste ma la certezza è che come lui nessuno mai è stato in grado di celebrare la dignità degli ultimi, dando voce alle storie che hanno da raccontare, più ricche e intense di quelle di chi li giudica.
Questo era Fabrizio De André, questo è quello che ancora oggi possiamo ascoltare e celebrare grazie uno dei beni più immensi che ci ha lasciato: la sua musica.
Grazie Faber, in occasione dell’anniversario della tua scomparsa, ti omaggiamo con questa playlist e con un tuo profondo insegnamento:
Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior
Via del campo
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