Esce il 6 aprile il romanzo The Other Side of Magic di Ester Manzini, edito da The Parliament House Press: un fantasy con radici nella tradizione italiana e protagoniste dai solidi ideali.
Era vero. Doveva essere vero, perché Gaiane si fidava di sua madre, e una regina non mentiva mai. Non a sua figlia. Libera dal collare, libera dalla sua prigione. Era l’ultimo incentivo che serviva a Gaiane. Guardò il mondo che si estendeva attorno alla sua torre. Da qualche parte, oltre lo schermo di fumo, uomini e donne stavano combattendo. Morendo. Poteva porre un freno a tutto questo e portare la pace.
Da “The Other Side of Magic” (2021), traduzione dell’autrice
Classe 1985, Ester Manzini coniuga la passione per la scrittura con una solida preparazione scientifica in biologia evoluzionaria, che l’ha portata anche a studiare per sei mesi in Messico, e in biochimica. Ha poi sfruttato le sue competenze nella scrittura per lavorare come copywriter e social media manager per web agency e aziende di ambito scientifico, senza però mai abbandonare la stesura di storie.
Nel 2008 pubblica il suo primo romanzo, L’abbraccio delle ombre, nel 2014 arriva in finale al torneo Io Scrittore e nel 2016 pubblica con Triskell il secondo romanzo, La rondine di Guadeloupe. Nel 2019, con lo pseudonimo Valpur, partecipa a Dorks, una raccolta di racconti a tematica LGBTQ+. Il suo amore per la scrittura l’ha condotta al suo lavoro più recente: ricopre il ruolo di lead scriptwriter per Bad Seed, uno studio indipendente di videogame.
L’intervista a Ester Manzini
Ester Manzini, nel tuo percorso editoriale c’è ampia varietà di temi. Fantasy classico, ambientazioni piratesche, un romance M/M, racconti LGBTQ+… e adesso un fantasy in inglese, ispirato all’Italia del 16° secolo, anch’esso con un lato LGBTQ+. Si notano anche attitudine a mescolare registri diversi (tra cui l’ironia) e attenzione alle minoranze o comunque a creare personaggi a cui spesso il mondo non concederebbe volentieri lo status di eroi o protagonisti.
Prima ancora di maturare una vera consapevolezza riguardo ai temi sociali, mi è sempre stata un po’ stretta la tendenza (per fortuna sempre meno marcata) a ritrovarmi sempre tra le mani personaggi appartenenti alle solite, vecchie categorie. E siccome scrivo ciò che mi piacerebbe leggere, ecco che col tempo sono arrivati protagonisti sempre più variegati: di tutti i colori, di tutti gli orientamenti, generi e provenienze. Penso che in ogni genere letterario ci sia spazio per la diversità; esplorarne le caratteristiche è divertente — e se non lo fosse, probabilmente non scriverei nemmeno! In ognuno dei miei personaggi c’è qualcosa della mia esperienza di vita, dallo stress di fronte alle situazioni più inattese fino al bisogno di riderci un po’ su. Credo fortemente che l’ironia e la leggerezza non tolgano niente al valore di un’opera, anzi: se la musica è fatta di suoni e pause, ogni storia che amo leggere e scrivere è fatta di avventura e drammi ma anche di momenti in cui “tirare il fiato”.

I pitch party, eventi di Twitter dedicati agli autori
In The Other Side of Magic, metti in scena due protagoniste che sembrano una l’opposto dell’altra: origini diverse, status sociale diverso, rapporto con la magia completamente agli antipodi. Non è così scontato far intrecciare i loro percorsi in modo credibile: come ci hai lavorato, quali sono i presupposti più importanti che hai stabilito?
Le due protagoniste di The Other Side of Magic partono da punti diametralmente opposti, ma sono destinate a incontrarsi. Non per chissà quale “legge del prescelto”, ma perché le loro azioni le portano a condividere la stessa strada. Non potrebbero essere più diverse, ma sono accomunate da un profondo senso della giustizia, imparato a caro prezzo sulla loro pelle e su quella dei loro cari, e dal desiderio di rimboccarsi le maniche e cambiare il mondo. Sono entrambe ragazze adolescenti, con la loro sana dose di ingenuità e di convinzione di avere tutte le risposte; scontrarsi con il mondo reale e trovarsi in un guaio molto più grande di quanto potessero immaginare le porta a crescere, ma senza perdere i loro ideali. Il loro rapporto non è immediatamente idilliaco (sarebbe noioso altrimenti!) eppure, abbattendo una barriera dopo l’altra, scoprono che quelle loro differenze non sono ostacoli. Sono semplicemente occasioni complementari da sfruttare per rendere il mondo un posto migliore.
The Other Side of Magic, il romanzo di Ester Manzini
Menzione d’obbligo per la modalità con cui questo romanzo ha trovato il suo sbocco: tutto è partito da Twitter.
The Other Side of Magic è il mio primo romanzo in inglese a trovare posto presso un editore. Ormai da tanti anni ho accostato la scrittura in italiano a quella in inglese, dapprima solo fanfiction, ora anche romanzi. Il motivo è molto semplice: il target a cui posso ambire è infinitamente più ampio. Una sfida che vale la pena tentare! I cosiddetti pitch party su Twitter sono eventi ricorrenti in cui gli autori twittano un breve pitch della propria opera, una frase che riassuma il cuore della storia e che invogli a scoprirne di più. Editori e agenti mettono like a quelli più interessanti come invito a inviare il materiale. Per The Other Side of Magic, tutto è iniziato con #SFFpit, un evento dedicato a romanzi di genere fantastico e scifi. Il like dell’editore, The Parliament House Press, è stata una bellissima sorpresa, e ancora di più la mail in cui mi comunicavano l’interesse alla pubblicazione. E ora che mancano solo pochi giorni all’uscita del romanzo, non vedo l’ora di ritentare la sorte con nuove storie e vedere dove mi porteranno!
Online:
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Goodreads: https://www.goodreads.com/author/show/4454396.Ester_Manzini

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Il caso di Ester Manzini è importante per averci fatto scoprire la difficoltà per testi stranieri nel trovar spazio nell’editoria Italiana. Intervistare gli autori ci aiuta a comprendere meglio il sistema dell’editoria nella panoramica attuale. Nel nostro Magazine puoi trovare tante altre interviste a scrittori e autrici emergenti, come Massimo Dadea.