Che cosa sta succedendo all’amore e alle relazioni? Tamara Tenembaum se lo chiede, nel vivere la sua crisi. Non è solo personale ma generazionale: mentre il pensiero femminista s’intreccia a quello queer e si incontra (e scontra) con vecchie e nuove definizioni, i rapporti si plasmano in nuove forme ed espressioni.
Restano però antichi retaggi, visioni che uniformano riti collettivi e individuali incancellabili. Il tutto nel quadro di un precariato in cui l’universo femminile rischia di implodere. Di tutto questo tratta El fin de l’amor, serie Tv argentina che mette in rilievo le contraddizioni e la confusione di quest’epoca.
El fin del amor: la storia
Tamara Tenembaum (realmente esistente e autrice del libro El fin del amor) è una docente di Filosofia, femminista di origini ebree che si è allontanata dalla comunità (e dalla religione) giudaica per vivere “all’Occidentale”. La crisi che vive la allontana dal compagno, portandola a esplorare le diverse strade dell’amore e della sessualità.
Tale ricerca la indurrà a riflettere sulle proprie radici, ponendosi quesiti sull’identità, mentre intorno a lei s’intrecciano vicende analoghe di amiche che, in quanto donne, devono affrontare le difficoltà del proprio genere, dal precariato alle molestie sessuali, passando alle scelte e ai tabù sociali ancora vigenti.
Ragazze vincenti?
Le protagoniste, a partire da Tamara ma anche dalle amiche: Sara, sposa fresca con mille dubbi, Juana, ballerina di professione, Laura, invischiata in una relazione saffica tanto coinvolgente quanto contrastata, Ofelia, ragazza transgender dalla spiccata intelligenza, si muovono in una Buenos Aires caotica e bordeline.
Trentenni o poco meno, precarie travolte dai casi della vita, spesso a causa di scelte sbagliate ma anche a causa delle scelte di altri. Ragazze che ballano e si sballano, esplorano il loro corpo, trasgrediscono cercando la bussola che hanno perso.
Non sono ragazze vincenti, ormai sembra la prerogativa di poche nei tempi dei social. A proposito, in controtendenza: la figura dell’influencer non viene esaltata, anzi: la stessa Tamara che è influente, fatica a pagare l’affitto e non viene raffigurata come un mito inossidabile, ascesa all’Olimpo della gloria degli insight. La protagonista vive il quotidiano sperando in un aumento di stipendio che non ha il coraggio di chiedere… come accade a tante persone!
Femminismo, teoria queer e contraddizioni
Tamara rispecchia il femminismo contemporaneo; quello che incontra la teoria queer – che mette in discussione la naturalità dell’identità di genere, dell’identità sessuale e degli atti sessuali di ciascun individuo.
Nell’esprimere le proprie posizioni, bypassa il ruolo del corpo femminile, in particolare in merito a pornografia e prostituzione, ma poi si allinea alle posizioni del #metoo, complice un evento che richiama le vicende del produttore cinematografico Harvey Weinstein, accusato di avere abusato di diverse giovani donne, aspiranti stelle dello spettacolo.
Tamara ha relazioni sessuali che non sempre sembrano nascere da un vero desiderio. Parla di responsabilità nelle relazioni ma poi molla il compagno senza dare un motivo. Cerca di essere indipendente ma è dipendente da tante situazioni quali il passato e le persone. Tra il dire e il fare c’è, insomma, un abisso e la coerenza non sempre è lampante, anche quando le intenzioni sono le migliori. In mezzo ci sta la necessità di vivere in una società che precarizza tutto, anche l’individuo – e la donna ancora di più.
E questo è il pensiero che, forse, latita nel bagaglio della filosofa trasgressiva e brillante: la preoccupazione rivolta al precariato, al lavoro come strumento di affermazione sociale e identitaria.
El fin del amor: amore, identità e confusione
La verità è che è difficile capire chi si è, in un momento di destrutturazione e di rottura con il passato quale quello in corso. Si vive in una fase di transizione e tutto e il contrario di tutto accade. Nella ricerca della propria identità si diventa un’isola, si abbandona la comunità, si coltiva una forma di narcisismo fuso all’edonismo.
Quello che sembra scomparire nella serie è il dialogo con le figure maschili: i personaggi femminili sono chiusi in una sorta di bolla e nella ricerca della liberazione dei vecchi retaggi sembrano incappare in nuove gabbie, fatte di alienazione e disconnessione da una realtà in cui si boccheggia. E la domanda è legittima… che cos’è la libertà?
La stessa Tamara risponde nella prima puntata al quesito che muoverà le sue azioni e i colpi di testa.
Una serie interessante con qualche lacuna
La serie lascia aperti molti quesiti: ad esempio, il rapporto tra Tamara e Ofelia avrebbe dovuto avere implicazioni diverse e invece a un certo punto prendono le distanze, motivate ma poco plausibili.
La vicenda matrimoniale di Sara non è ben chiarita, come il rapporto tra Tamara e Rodo Pizzicato. Ma soprattutto, la figura del padre di Tamara, morto in un attentato, viene appena citata. Un’assenza che definisce il rapporto con il maschile, anche se avrebbe dovuto essere evidenziato, almeno attraverso la madre.
I flashback funzionano, chiarendo in modo evocativo aspetti del passato di Tamara e il suo legame con la comunità ebraica. Un altro aspetto è proprio legato all’ebraismo: ricorrono molti termini che al pubblico italiano potrebbero risultare un po’ ostici da capire, ma è interessante il rapporto che si stabilisce tra le usanze radicate e la necessità di rompere con esse.
Nel complesso El fin del amor rispecchia molto bene le vite incasinate dei trentenni (e di altre generazioni esplose con il precariato), mostrando come un certo sentire sia comune ai giovani di diverse parti del mondo.
Note sulla serie (e sulla fine dell’amore)
Lali Espósito, attrice e cantante argentina di successo, interpreta in modo energico e convincente Tamara Tenembaum. Da segnalare la presenza di Alejandro Tantanian che come Tanta Ternura si esibisce in notevoli numeri musicali, e Verónica Llinás, attrice con una carriera importante alle spalle, che nella serie è Ruth, la madre di Tamara.
El fin del amor è suddiviso in dieci puntate e, dal finale, si potrebbe sperare in una seconda stagione. Pur con qualche riserva, porta a riflettere sul mondo in trasformazione. Tamara cita Lacan:
L’amore è dare ciò che non si ha.
L’amore nasce da un’assenza, è la somma di incompletezze, avvicinandosi all’idea platonica della mela. E forse tutto quello che è costruito intorno all’amore è sovrastruttura, sono etichette; che siano le convenzioni religiose con i loro tabù o le teorie queer tese a liberare l’individuo o l’antico sentimento romantico, poco importa.
L’amore nella sua complessità è forse la cosa più semplice che ci sia e la libertà la camminata su un filo sospeso nel vuoto.