Nascita dell’editoria indipendente in Italia
Fin dalla sua nascita avvenuta negli anni Settanta, l’editoria indipendente in Italia ha rappresentato una realtà alternativa rispetto ai grandi gruppi editoriali. La nascita dell’editoria indipendente italiana coincide con il cambiamento politico e sociale degli anni Settanta, in seguito al quale si forma un nuovo panorama culturale. Nascono nuovi generi letterari, la cosiddetta “letteratura underground”, e si diffondono le riviste alternative, che propongono un modello anticonformista di produzione culturale. Tra le prime realtà editoriali indipendenti italiane, precorritrici di un trend che è in continua crescita, possiamo citare l’Einaudi di Torino e il Mulino di Bologna, entrambe fondate negli anni Cinquanta. In seguito si afferma anche la figura dell’editore indipendente, che non ha legami diretti con il mondo della politica o dell’economia ma è guidato unicamente dalla passione per la cultura.
Gli anni Novanta cambiano lo scenario editoriale italiano
Negli anni Novanta, tuttavia, lo scenario italiano è cambiato: i grandi editori hanno cominciato ad acquisire le piccole case editrici, spesso strappandole alle mani degli indipendenti. Nel 1991 esce, presso la casa editrice Frassinelli, il volume Editoria italiana anni Novanta. Dallo scarso pluralismo all’editoria indipendente, a cura di Angelo Guglielmi e Gianni Ponte. Il libro raccoglie saggi di esperti del settore che analizzano lo stato dell’editoria in Italia negli anni Novanta. In particolare, viene messa in luce la crisi dell’editoria tradizionale, dominata da pochi grandi gruppi, e l’ascesa dell’editoria indipendente.
Nel corso degli anni Novanta, in Italia, si assiste quindi a una vera e propria rivoluzione nel settore editoriale. Da un lato, infatti, diminuisce il potere dei grandi gruppi editoriali, che però iniziano a “sconfinare” nel mercato indipendente, mentre dall’altro aumenta il numero delle piccole e medie case editrici. Questo fenomeno è dovuto principalmente alla diffusione delle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione, che hanno reso possibile la creazione di nuovi canali di distribuzione e la nascita di nuovi modelli di business.
Grandi case editrici in Italia
L’editoria italiana è stata sempre dominata da grandi gruppi editoriali, che controllano la quasi totalità del mercato. Questo ha creato uno scenario in cui l’editoria indipendente è sempre stata in netta inferiorità, non riuscendo ad imporsi sulle grandi multinazionali. Solo negli ultimi anni si è assistito a un certo consolidamento della piccola editoria, grazie anche all’apporto di nuove realtà digitali. Tuttavia, il peso degli editori tradizionali rimane ancora preponderante.
Quali sono le grandi case editrici italiane
Le principali case editrici italiane sono: Mondadori, RCS Libri, Giunti Editore, Feltrinelli Editore. Tra le case editrici italiane Mondadori è la più grande azienda del settore che ora include anche Einaudi. Fondata nel 1907 da Arnoldo Mondadori, la casa editrice è oggi un gruppo editoriale internazionale con sedi in Italia, Francia, Spagna e Portogallo. Mondadori pubblica oltre 700 titoli all’anno tra narrativa, saggistica, libri per ragazzi e fumetti. Tra i suoi autori più famosi ci sono Umberto Eco, Andrea Camilleri, Giorgio Faletti e Mario Vargas Llosa.
L’editoria indipendente può essere l’ancora di salvezza?
Oggi l’editoria italiana è dominata da pochi grandi gruppi, mentre gli editori indipendenti sono sempre più messi in difficoltà. Negli ultimi anni, infatti, l’editoria italiana è entrata in una crisi profonda, che ha coinvolto tutti i settori dell’industria culturale. Tra le principali cause di questa situazione ci sono la diminuzione delle vendite dei libri, il calo della spesa per la cultura da parte delle famiglie, il cambiamento dei gusti e dei bisogni delle persone, che sempre più spesso preferiscono acquistare prodotti culturali su internet o tramite le nuove piattaforme di divulgazione come Netflix e Spotify. A dare il colpo finale è stato il cambiamento dovuto al periodo pandemico. Soprattutto durante i primi mesi del 2020, in lockdown, ma anche successivamente, quando le librerie sono state chiuse e le case editrici hanno fermato le nuove uscite, il settore ha subito un grande arresto. Nonostante queste difficoltà, però, esiste ancora un settore editoriale in Italia che resiste e che è composto da piccole e medie case editrici indipendenti.
Dibattito sulle prospettive future.
Negli ultimi tempi ci si chiede quale futuro possa esistere per l’editoria in Italia e quali siano le prospettive reali, tenendo conto dei cambiamenti culturali ma anche e soprattutto dell’apporto delle nuove tecnologie che hanno modificato in maniera prepotente lo scenario italiano e mondiale. È il tempo giusto per le proposte innovative, per le case editrici che sanno leggere il presente e pensare al futuro.
L’editoria indipendente in Italia è un settore molto importante, che ha visto crescere sempre di più negli ultimi anni la sua forza. I grandi gruppi editoriali italiani, invece, rappresentano il settore maggiormente consolidato sul mercato, anche se sono costretti a confrontarsi con la crescente importanza dell’editoria indipendente. Trovare il modo di far coesistere queste due realtà sarebbe l’occasione per dimostrare che c’è posto per tutti e che il settore possa rientrare in dinamiche sane e di concorrenza leale.