L’editoria italiana diventa, anche se lentamente, sempre più green. Un dato incoraggiante e positivo, certo, che in questo periodo di transizione ecologica e digitale è fondamentale.
Editori green: dire di essere green non significa essere sostenibili
C’è un aspetto fondamentale dell’essere green, consiste nell’avere un’idea globale di cosa significa essere “sostenibili”. Non basta, in sostanza, esprimerlo a slogan sulle proprie campagne pubblicitarie. Ma questo è ovviamente scontato e banale, se non fosse che in tanti ancora oggi tinteggiano i propri loghi con belle sfumature di verde, condendo il tutto con motti ambiental-popolari, senza però muovere un dito in concreto per limitare lo spreco di risorse ambientali.
L’esempio, come in molti ambienti lavorativi e settori produttivi, arriva ormai dai giovani. I millennial e la Gen Z, infatti, hanno in generale una sensibilità più spiccata verso temi di natura globale, soprattutto per ciò che riguarda la sostenibilità ambientale e la circolarità economica.
Editoria green: la sostenibilità parte dall’interno
Ma non è solo una questione di limitare gli sprechi: è necessario ripensare molti dei comportamenti e degli atteggiamenti che, spesso inconsciamente, si mettono in atto anche all’interno della macchina aziendale. È dunque questione di buona pratica quotidiana.
Adottare l’uso di carta e cartone riciclato per libri e riviste è sicuramente il primo fondamentale passo. Ma perché fermarsi qui? È facilissimo dare un’ulteriore impronta sostenibile semplicemente sostituendo tutta la carta che si usa in ufficio con carte riciclate provenienti da foreste controllate. Tovaglioli, fazzoletti, carta igienica, carta d’ufficio: tutto può (e deve) essere riciclato e provenire da percorsi di riciclo e riuso della materia prima.
Evitare di stampare le email, per banale che possa sembrare, ha un impatto, soprattutto sui grandi volumi di comunicazioni, enorme.
Alla stessa maniera, installare delle vending machines in ufficio che eroghino solamente prodotti in confezioni di carta riciclabile e a base vegetale è un altro piccolo anello che si chiude nella catena della lotta allo spreco. Organizzare brunch o cene aziendali, anch’esse con materiali di origine riciclata e con cibi a base vegetale (senza per questo rinunciare a gusto o tradizione) è anch’essa un’ottima scelta.
Alla fine, si tratta solo di contrastare quello che per pigrizia, tradizione, abitudine o convenienza si è sempre ritenuto nella “norma”, e ripensare il tutto in una visione ecologica. Ecco perché l’approccio delle giovani generazioni di fondamentale e insostituibile aiuto.
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