Per editoria green si intende l’insieme di pratiche con cui la filiera editoriale diventa ecosostenibile. Infatti ogni libro può avere costi più o meno elevati in termini di impronta carbonica (carbon footprint). È un parametro usato per calcolare le emissioni di gas serra di un prodotto, di un servizio, di un’organizzazione. Più l’impronta carbonica è alta, più l’ambiente è messo a rischio dai cambiamenti climatici.
Editoria green, quello che si deve fare all’interno della filiera
La maggior parte delle “emissioni editoriali” nasce dai processi di produzione, imballaggio e spedizione del libro. Il consumo dei lettori ha un’impatto minore. Quindi, l’editoria green parte da scelte produttive e logistiche. Per esempio, usare carta riciclata o proveniente da foreste ecosostenibili. A tal proposito, i lettori possono contribuire comprando solo i libri certificati come FSC o PEFC. Sono certificazioni nazionali e internazionali, che garantiscono la sostenibilità di un prodotto forestale.
L’editoria green parte anche dall’ottimizzazione delle tirature. In Italia, tantissime copie stampate vanno al macero. Sono i resi. Le copie invendute e spedite indietro dalle librerie. Destinate ad essere triturate e riciclate. Riciclare la carta macerata costa molto in termini di consumo d’acqua ed emissioni (per via dei macchinari utilizzati). A queste bisogna aggiungere le emissioni di CO2 dovute al trasporto dalle librerie ai magazzini, che si somma al primo, quello che va dai magazzini/tipografie alle librerie. Quindi sarebbe meglio ridurre al minimo anche i processi di macero e riciclo. Come? Stampando meno copie. Purtroppo gli editori non possono sapere in anticipo quante copie saranno in grado di vendere, perciò è raro che non se ne producano più del necessario.
Come diventare lettori più responsabili ed ecosostenibili
Anche i lettori possono contribuire a un’editoria green. Per prima cosa, un lettore può capire le proprie abitudini di lettura ed agire di conseguenza. Se legge almeno 12 libri all’anno, può passare al digitale. Gli e-reader permettono infatti di ridurre la propria impronta carbonica. Gli e-book non occupano spazio fisico e la loro produzione genera meno emissioni della lavorazione della carta. Ma il passaggio al digitale è utile all’editoria green solo se si leggono tanti, tanti libri. Chi legge di meno, invece, farebbe bene a comprare libri cartacei. Perché anche la produzione degli e-reader ha un costo in emissioni. Il quale è piuttosto alto, e può essere giustificato solo se l’e-reader va a sostituire un numero di libri di carta altrettanto alto.
Insomma, l’editoria green nasce dall’uso responsabile delle proprie risorse. Per questo, un grande alleato sono le biblioteche. Le biblioteche socializzano l’uso del libro. Una sola copia cartacea può circolare all’infinito tra i lettori, riducendo al minimo la propria incidenza carbonica. In effetti, se i lettori prendessero in prestito più libri di quanti ne comprino, ridurrebbero gli sprechi tipici dell’editoria, che così sarebbe più green di default.