Il film uscì al cinema nel 2017, rimaneggiato da Joss Whedon dopo che il primo regista, Zack Snyder, aveva dovuto lasciare il set. Ma il progetto originale era diverso
Dura la bellezza di quattro ore la nuova versione del film Justice League, che ha debuttato mercoledì sugli schermi televisivi di mezzo mondo. Non è la versione che il regista Zack Snyder aveva immaginato quando gli era stato assegnato il progetto, e non è la versione uscita al cinema nel 2017, quando Joss Whedon si trovò in gran fretta a sostituire Snyder (costretto ad abbandonare il set a causa di un grave lutto in famiglia). Il nuovo film, il cui titolo completo è Zack’s Snyder Justice League, è quello che il regista ha messo insieme recuperando le parti che aveva filmato a suo tempo e girandone alcune altre ex novo: non dovendosi preoccupare di una durata che rientrasse negli standard di una proiezione in sala, ha potuto prendersi tutto il tempo che voleva (appunto quattro ore), e sapendo che questo film era una sorta di esperimento d’autore senza particolari vincoli di distribuzione, ha potuto conservare l’insolito formato 4:3 scelto inizialmente, adatto per una proiezione a tutto schermo nelle sale IMAX.
Una mitologia moderna, che non deve inseguire i successi altrui
Lo scarso successo e le pesanti critiche che accolsero la versione “ufficiale” di Justice League furono in larga parte attribuiti a un problema non solo di trama, ma anche di atmosfera: Zack Snyder, già regista di Superman: Man of Steel e di Batman v Superman: Dawn of Justice, ha sempre avuto un approccio drammatico, teso alla creazione di una moderna mitologia, con personaggi statuari e intensi (in sintonia con il Batman di Christopher Nolan), con poco spazio all’umorismo. La Warner Bros ha condiviso solo fino a un certo punto questa visione, e la scelta di Whedon (reduce da Avengers e Avengers: Age of Ultron) per dare la fisionomia definitiva a Justice League andava nella direzione di inseguire il modello Marvel, più leggero e divertente.
Un cambio radicale di atmosfera è proprio quanto offre Zack’s Snyder Justice League: la trama è confusa in alcuni punti (ma sempre meno lacunosa della versione Whedon), in compenso c’è un maggiore equilibrio nel contributo di ciascun personaggio, senza concentrare tutto su Batman ma offrendo il giusto spazio anche ai nuovi arrivati come Flash, Aquaman e soprattutto Cyborg, “un personaggio emblematico di cosa significhi soffrire una perdita e dover ritrovare se stessi e, attraverso questa lotta, anche la propria famiglia” (Zack Snyder, ibid.). Il villain principale, Steppenwolf, ha finalmente un arco narrativo e delle motivazioni, oltre a un aspetto più minaccioso rispetto alla versione precedente; compaiono (anche se talvolta solo per dei cameo) personaggi come Martian Manhunter, Darkseid, una Lanterna Verde; drammatiche e a volte cruente le scene di battaglia, completamente eliminate alcune sequenze fini a se stesse, ignorati i dilemmi morali che, nella visione di Snyder, mal si adatterebbero al contesto.
Il film si conclude con diverse scene che lasciano presupporre un seguito, destinato però (almeno allo stato attuale dell’arte) a non esserci. Come spiegato dagli stessi responsabili della Warner Bros, Zack’s Snyder Justice League non appartiene all’universo canonico della DC, ma è confinato a un universo alternativo. Resta da vedere quale piega prenderanno i prossimi film dopo la scottatura ancora dolorosa del Justice League di Whedon e il calo di gradimento del secondo film di Wonder Woman rispetto al primo. La Warner insisterà nel voler inseguire la Marvel, o troverà la sua strada?