Il 3 Agosto 2023 la Camera dei deputati ha approvato con 281 voti favorevoli e nessun contrario la proposta di legge per il diritto all’oblio oncologico. Una svolta che finalmente porta l’Italia verso un nuovo panorama di tutela e supporto per i malati oncologici.
Il cancro è una malattia terribile, in grado di condizionare e rivoluzionare del tutto la vita di chi deve affrontare questa sfida e che, senza mezzi termini, porta a guardare la morte in faccia. La lotta che devono affrontare le persone affette e i loro cari può portare però non solo a gravi impatti sulla salute fisica ma anche a un peso emotivo significativo che, fino a oggi, andava a portarsi nel tempo anche dopo la vittoria sulla malattia e la guarigione del paziente.
Fortunatamente, il continuo avanzamento scientifico e la ricerca stanno dimostrando che sì, dal cancro si guarisce, e in Italia le persone a cui in passato fino a oggi è stato diagnosticato tumore sono 3,6 milioni e il 27% di questi, circa un milione di persone, sono guarite. Questa buona notizia si allinea anche con la società, grazie a una recente innovazione giuridica che in Italia è un passo nella giusta direzione. La legge sull’oblio oncologico è una conquista che cancella lo stigma dell’inguaribilità dal cancro, aprendo nuove porte verso la comprensione e il sostegno.
Questo nuovo sviluppo legale ha un impatto profondo sulla vita di coloro che hanno affrontato patologie oncologiche, poiché ridefinisce il concetto di privacy e la prospettiva sociale legata alla vita dopo la malattia.
Cosa implica esattamente il diritto all’oblio oncologico?
Questo diritto conferisce ai pazienti la possibilità di richiedere la rimozione delle loro informazioni mediche e personali dai registri pubblici e dalle piattaforme online, una volta trascorso un certo periodo di tempo dalla fine dei trattamenti o dalla completa guarigione.
In pratica è il diritto di non fornire informazioni né subire indagini sulla pregressa malattia, superando così i numerosi limiti a cui gli ex malati oncologici erano sottoposti per la loro intera vita.
Una delle componenti chiave di questa legge è l’applicazione di un sistema di uguaglianza e pari opportunità per tutte le persone poiché riguarda direttamente la definizione dei tempi di conservazione dei dati.
Per esempio, quando si tratta di stipulare o rinnovare contratti riguardanti servizi finanziari, bancari, procedure di adozione o la partecipazione a concorsi, agli enti detentori dell’erogazione del servizio non è permesso richiedere informazioni concernenti lo stato di salute del soggetto contraente o le relative a patologie oncologiche da cui è stato precedentemente colpito e il cui trattamento attivo si è concluso, senza episodi di recidiva, da più di 10 anni dalla data della richiesta.
Tale periodo è ridotto della metà nel caso la patologia sia emersa prima del raggiungimento del ventunesimo anno di età. Queste informazioni non possono neanche essere acquisite da fonti diverse dal contraente e, nel caso siano comunque in possesso dell’operatore o dell’intermediario, non possono essere utilizzate per determinare le condizioni contrattuali.
La Camera approva la legge sul diritto all'oblio oncologico. Ok unanime al testo che ora passa al Senato #ANSA https://t.co/ZiVpwHL1O6
— Agenzia ANSA (@Agenzia_Ansa) August 3, 2023
La proposta di legge all’oblio oncologico è un passo concreto verso la guarigione sociale
Questa nuova normativa offre vantaggi che vanno ben oltre la sfera giuridica. Uno degli aspetti più significativi è la sua capacità di influenzare lo stigma sociale legato al cancro. Spesso, i sopravvissuti si trovano ad affrontare pregiudizi e discriminazioni che si basano sulla loro esperienza passata e che riguardano temi come l’accessibilità al lavoro, finanziamenti o mutui, fino alla possibilità di adozione, condizione che per molti pazienti può diventare l’unica soluzione viste le alte probabilità di diventare sterili dovute alla chemioterapia.
Il diritto all’oblio oncologico permette loro di riguadagnare un senso di normalità e controllo sul continuum della propria vita, dandogli accesso a tutti quei servizi e diritti che una persona “normale” può avere per costruire il proprio futuro.
Diritto all’oblio oncologico e impatto sulla ricerca medica
Questa legge oltre a creare un importante avanzamento alla civiltà sociale dell’Italia porta anche con sé delle implicazioni profonde sulla ricerca medica. Grazie alla garanzia che i dati dei malati oncologici saranno tutelati dal garante della privacy, i pazienti possono sentirsi più incoraggiati a partecipare a studi clinici e a condividere informazioni importanti per il continuo sviluppo medico, trasformando il cancro non più in un “brutto male” da tenere nascosto come se fosse una vergogna imputabile da chi ne è affetto.
L’oblio oncologico è un nuovo capitolo nella lotta contro il cancro
L’approvazione della legge sull’oblio oncologico non è solo un passo avanti nella sfera legale, ma un passo importante verso un cambiamento culturale. Questa normativa spinge a rivalutare la comprensione dei tumori e ad abbracciare una prospettiva più inclusiva e umana. Offre una speranza rinnovata per coloro che stanno lottando contro questa malattia e dimostra che la società sta diventando sempre più sensibile alle sfide che i pazienti oncologici affrontano ogni giorno, non limitandosi al ruolo di spettatrice ma come parte integrante di un percorso che tocca tutti e che soprattutto, porta a una guarigione totale.
Cambiare il dialogo sociale attorno al cancro
La nuova legge sul diritto all’oblio oncologico è un punto di svolta nella giurisprudenza italiana e nel modo in cui si affronta il cancro come società. Questa normativa sfida gli stereotipi e gli stigmi associati alla malattia. Ciò apre la strada a un dialogo sociale più empatico e supportivo, permettendo ai sopravvissuti di intraprendere un nuovo percorso senza il peso costante della loro diagnosi passata.
La mancanza del diritto all’oblio oncologico in Italia era un cancro nella società, che finalmente, ha perso la sua battaglia.