Charles Darwin era un credente praticante, iscritto alla facoltà di Teologia, fino a quando, ventiduenne, non decise di imbarcarsi sulla nave Beagle. Quel viaggio cambiò per sempre la sua vita e la vita dell’uomo in generale, in quanto portò Darwin a formulare la teoria dell’evoluzione.
Ogni anno, il 12 febbraio, in tutto il mondo si celebra il Darwin Day, una giornata per ricordare alle generazioni presenti e future quanto la ricerca scientifica e la curiosità siano importanti per la sopravvivenza di tutta l’umanità.
Perché il Darwin Day si celebra il 12 febbraio
Il Darwin Day si celebra ogni anno il 12 febbraio, in quanto è il giorno della nascita del grande naturalista e biologo britannico Charles Darwin. Questa giornata è stata istituita in Inghilterra subito dopo la morte dello scienziato, mentre in Italia si celebra dal 2003 per iniziativa dell’UAAR, ovvero la Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti.
Lo scopo del Darwin Day è di commemorare l’opera di Charles Darwin e la ricerca scientifica, ma anche di sottolineare l’importanza della curiosità, in quanto motore che spinge a interrogarsi sulla propria natura e sull’ambiente circostante.
In tutto il mondo, il Darwin Day è celebrato attraverso conferenze, dibattiti ed eventi che evidenziano l’importanza dei valori della ricerca scientifica e del pensiero razionale, mentre in Italia l’UARR organizza incontri e giornate con scienziati, docenti e giornalisti scientifici.
Charles Darwin, il padre dell’evoluzione
Charles Darwin nasce il 12 febbraio 1809 in una famiglia benestante e dalla mentalità piuttosto aperta. Si iscrive a Medicina, ma non riesce ad appassionarsi alla materia e decide presto di abbandonare gli studi.
Darwin fin da giovane si interessa alle collezioni di insetti e trascorre il tempo a studiare la natura, ragione per cui decide di dedicarsi alle Scienze Naturali, nonostante il padre lo avesse mandato all’Università di Cambridge per studiare Teologia.
All’epoca, c’era grande curiosità nei confronti delle forme di vita esotiche, ragione per cui spesso, durante i grandi di colonizzazione, alcuni studiosi affiancassero gli equipaggi per osservare e studiare fauna e flora diverse da quelle di casa. Per questi motivi, Darwin prese parte alla spedizione della nave Beagle, che dal 1831 al 1836 viaggiò lungo le coste dell’America Meridionale e dell’Australia.
Al suo ritorno, Darwin era pieno di taccuini e di libri colmi di appunti, dai quali elaborò la famosissima teoria dell’evoluzione.
La teoria di Darwin
Secondo Darwin, le caratteristiche che aiutano un animale nella riproduzione o nel procurarsi il cibo, tendono a diventare sempre più frequenti nel corso delle generazioni. Tale processo viene definito dallo scienziato selezione naturale, ovvero la teoria secondo la quale non è il più forte a sopravvivere, ma quello che si adatta meglio al suo ambiente.
Dopo ulteriori approfondimenti, Darwin arrivò alla conclusione che tutti gli esseri viventi, uomo compreso, sono sottoposti, a lenti ma continui cambiamenti, e racchiuse tutti i suoi studi nell’opera L’origine della specie, pubblicata nel 1859.