L’esordio di Daniele Petruccioli (esperto traduttore e saggista) nella narrativa con Terrarossa Edizioni si concentra su una storia familiare, in cui varie incomprensioni condizionano la crescita e le scelte dei membri più giovani della famiglia. Il tutto a partire da un problema specifico, male affrontato e destinato ad avere gravi conseguenze.
Affari di famiglia
I rapporti familiari sono materiale letterario da sempre: legami di sangue, convivenze ed equilibri generano intrecci forti. Il romanzo di Daniele Petruccioli si concentra su due fratelli, Ernesto ed Elia. Sono figli di genitori giovani (Speedy e Sarabanda), a loro volta legati alle famiglie di origine e in particolare alle figure materne. Ernesto ed Elia sono gemelli; il primo ha un problema motorio, il secondo è perfettamente sano. Da un lato, quindi, un bambino cresce sentendosi sempre un passo indietro, sempre quello bisognoso di aiuto. Dall’altro, il fratello non riesce a liberarsi dell’obbligo che la madre gli ripete senza rendersi conto di quanto sia ossessiva: bada a tuo fratello, pensa a tuo fratello, attento a tuo fratello.
Ernesto e Elia, piccolissimi, si erano ritrovati inseriti in un meccanismo dispari di identità e separazione che, da una parte, li sopraffaceva ma dall’altra acuiva il loro bisogno uno dell’altro, e quando erano cresciuti abbastanza da inventare costruzioni con blocchi di pensiero, sentimenti e aspirazioni, si erano ritrovati a gettare (con l’inventiva, la scelleratezza, l’amoralità e l’incredibile sagacia dei bambini) le fondamenta per una serie di mura da cui sarebbe stato molto difficile trovare una via d’uscita; a intessere le maglie di una rete nella quale entrambi sarebbero rimasti impelagati e che in particolare per uno di loro avrebbe rischiato di rivelarsi fatale.
Daniele Petruccioli, “La casa delle madri”
Daniele Petruccioli, una scrittura articolata
Tanto i rapporti familiari dei protagonisti sono complessi, quanto lo è la scrittura dell’autore. Petruccioli sceglie periodi ricchi di subordinate, parentesi e incisi. Anzi: di subordinate al cui interno trovano posto lunghe parentesi, al cui interno talvolta compaiono degli incisi, creando così una matrioska di parola e pensiero. Riproduce nel suo scrivere la complessità, anzi la difficoltà delle relazioni familiari e delle lotte psicologiche in cui si dibattono i suoi personaggi. Difficoltà perché a volte è impegnativo seguire il discorso, ineccepibile sul piano formale ma bisognoso di alta concentrazione.
Gli spazi del vivere
Se i personaggi si dibattono, è interessante vedere dove si dibattono, metaforicamente e fisicamente: gli ambienti domestici riflettono gli abissi mentali in cui Ernesto ed Elia continuano a cadere. La casa del nonno materno (facoltoso notaio) è così grande da far sentire spaesati, la casa al mare cade in uno stato di degrado che rispecchia lo sgretolarsi della famiglia, l’appartamento nuovo del padre è freddo e scostante proprio come lui. Daniele Petruccioli costruisce un coacervo di simboli e rimandi, un tuffo labirintico nelle menti di persone che cercano disperatamente un luogo (una casa) a cui appartenere.
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