La molestia è molestia. Punto. Non ci sono attenuanti per giustificarla perché questa avviene quando non c’è il consenso ed è per questo condannabile sia alle donne che, anche se si fatica a a pensarlo, agli uomini.
Il caso che porta all’attenzione questo argomento è quello avvenuto a Damiano, il frontman dei Maneskin, durante il concerto avvenuto al Mediolanum Forum di Assago.
Lui, mentre sia avvicina ai fan, per poter godere dell’affetto del pubblico, è stato palpeggiato nelle parti intime da uno degli spettatori in prima fila.
Il cantante ha bloccato immediatamente il gesto allontanando la mano del fan e fulminandolo con lo sguardo, come testimoniano i numerosi video che circolano in rete.
Se sei uomo non è molestia, è rock
Purtroppo, la società che tanto si sta mobilitando per dare un valore morale alla molestia delle donne, poco interviene quando questa viene applicata a un uomo. Aggravante di tutto sono le scusanti che le persone sostengono sui social, dove incoraggiano il gesto e rispondono con commenti come:
“Magari succedesse a me, sono tutte frigide ora”
“Se sei una rock star è il minimo, anzi dovresti ringraziare e portartela in camerino”
“Siete la rovina del rock, altri artisti del passato sarebbero stati onorati”
E via dicendo.
Tutto questo dimostra non solo dimostra un certo tipo di squallore, ma anche un grave problema della società dove la molestia è tollerata se esiste il presupposto. Va bene allora se sei famoso, magari, e hai un atteggiamento trasgressivo ma, soprattutto, va bene che per gli uomini non valga quanto alle donne.
Non a caso fece molto più clamore l’evento in cui una giornalista sportiva subì un palpeggiamento fuori dallo stadio, dopo una partita, da parte di uno dei tifosi. Il gesto venne giustamente condannato perché l’euforia non giustifica l’atto, mai.
Il proprio intimo e il corpo
Purtroppo, questo episodio è solo l’ennesimo esempio di moleste subite dagli artisti, sia uomini che donne, da parte dei loro fan. Spesso si tende a pensare che solo le donne siano oggetto di tali comportamenti, ma la realtà è ben diversa.
Un aspetto fondamentale e che sembra assurdo dover ribadire è che il corpo di una persona appartiene solo a se stessa. Non ci sono scuse, casistiche o attenuanti che permettano a chiunque di invadere la propria intimità solo perché magari, una persona fa del proprio corpo uno strumento di lavoro.
Le rockstar non sono di tutti, si offrono con il loro spettacolo e la loro musica ma non per questo una persona deve avere il diritto di permettersi un tale gesto che va a ledere la sensibilità di chi quel gesto non lo vuole, causando magari un’ingiustificata vergogna.
Questo può succede anche a persone normali, durante la vita di tutti i giorni. Succede a tante persone che, in un autobus, hanno subito palpeggiamenti non richiesti provando quell’orribile sensazione tra il riguardo e la vergogna solo per paura di poter avere una reazione esagerata.
La molestia non ha genere
Anche se l’informazione non rende giustizia a queste casistiche che vedono protagonisti gli uomini, questi sono altrettanto vittime di molestie, sia fisiche che psicologiche. Spesso poi, se personaggi pubblici, esistono numerosi eventi in cui i fan incapaci di controllare i loro impulsi abusano della disponibilità di un artista, fraintendendo un atteggiamento amichevole con quello di offerta.
In molti casi, gli artisti non si sentono in grado di denunciare questi episodi, come sembra per ora la scelta di Damiano dei Maneskin, temendo di perdere il sostegno dei loro fan o di apparire deboli. Un ricatto psicologico che avviene in tutte le vittime.
È per questo importante sottolineare che le molestie, sia nei confronti degli uomini che delle donne, non sono mai giustificabili e non devono essere minimizzate o ignorate. Ogni persona ha il diritto di sentirsi al sicuro e rispettata, indipendentemente dal proprio lavoro o dalla posizione pubblica.
L’educazione alla molestia
Che non se ne sia mai parlato o che questa venga tollerata non deve essere una giustificazione. Un concetto, questo, da ribadire. Già ai tempi delle medie, per esempio, molti ragazzi o ragazze subiscono le molestie dei compagni. Si toccano magari le parti intime, anche per scherzo, che poi alla fine scherzo non è: è una grave mancanza di rispetto, un’invasione fisica che porta chi la subisce a uno stato confusionale di colpa e vergogna.
Non si dice, non si denuncia, ma quanto è pericoloso, in potenza, legittimare un atto simile che nel futuro può sfociare facilmente in un concetto di possesso del corpo di qualcun altro solo perché questo non ha saputo opporsi?
Le molestie, agli uomini e alle donne, sono frequenti ed esistono da sempre. I primi messaggi sbagliati a favore di questi atteggiamenti prevaricatori, purtroppo, avvengono da parte di chi commenta questi episodi minimizzandoli e che, a sua volta, magari incentiva magari i ragazzini a compierli perché tanto sono “scherzi innocenti”. Ma qui di innocente c’è solo chi li subisce che per assurdo si sente colpevole.
I fan e le rockstar che subiscono molestie
Tutto questo mondo dove la molestia non viene considerata tale, e quindi legittimata, si amplifica nello spettacolo. Risulta allora essenziale educare i fan a rispettare gli artisti e a comprendere che il loro comportamento può avere conseguenze negative sulla vita delle persone che ammirano. Nessuno dovrebbe sentirsi obbligato a subire l’attenzione indesiderata di qualcun altro, e tutti dovrebbero essere in grado di godersi la propria vita pubblica senza sentirsi minacciati o molestati.
L’episodio di molestie subite da Damiano dei Maneskin è un triste avvenimento, ricorda continuamente che la lotta contro le molestie non è percepita in egual modo e fa ancora differenza tra uomini e donne, quando invece si tratta di una crociata senza distinzione di genere o di posizione sociale.
Perché sia chiaro che tutti hanno il dovere di rispettare gli altri e di combattere contro ogni forma di violenza, smettendola di far finta di niente.