La stagione di Daisy Jones and The Six volge al termine e lo fa gloriosamente. Il tomatometer di Rotten Tomatoes (ovvero sistema di valutazione della piattaforma che fornisce una media di tutte le recensioni per una determinata opera multimediale) lo ha incoronato con un bel 71%.
Secondo Billboard, l’album di debutto della band, Aurora, si piazza al numero 1 della classifica delle colonne sonore e l’album al numero 4 sia nella categoria folk, e al numero 10 nelle vendite di album più venduti (8.000 vendite complessive).

Insomma, un buon risultato per essere addirittura una band fittizia.
Nell’ultimo episodio della serie si respira esattamente l’aria di quel campo scuola in cui succede di tutto: coppie che scoppiano, gente che si innamora, segreti che vengono a galla e litigi ad alta voce finiti male.
Ecco Daisy Jones and The Six alle ultime battute dell’intervista che fa da narrazione alla serie mockumentary – con annessa rivelazione dell’identità di chi è dall’altra parte della telecamera a fare le anguste domande – in tutti i nodi vengono al pettine: perché Daisy Jones e i The Six, quella band osannata dal pubblico e all’apice della popolarità si è distrutta in mille pezzi?
Daisy Jones and The Six, finale a effetto imbuto
Per tutto il tempo Daisy Jones and The Six ha mostrato una serie di episodi che non hanno fatto altro che caricare la tensione, prendere ogni singolo personaggio e caricarlo di personalità per poi buttarlo nella mischia, vedere cosa succede.
Il risultato è strepitoso: in Daisy Jones and The Six non c’è una relazione che resta inesplorata. Ognuno dei personaggi prova emozioni e sentimenti nei confronti dell’altro, dall’indifferenza all’amore. La potenza di quest’ultimo episodio risiede nella risoluzione: un effetto imbuto in pieno stile.
Tutto quanto di Daisy Jones and The Six, in maniera rocambolesca, va verso un finale di stagione unica e inevitabile, nel bene e nel male, fino a far comprendere, pian piano, per quale motivo la band più incredibile degli anni Settanta ha appeso gli strumenti e i microfoni al chiodo.

Il finale di Daisy Jones and The Six: questa è una storia d’amore
C’era l’inizio della seconda stagione della serie Fleabag che iniziava con la protagonista che, con il naso che grondava di sangue, guardava sorridente in camera dicendo: questa è una storia d’amore. Paradossale, ai limiti dell’incredibile. Anche in quest’ultimo episodio di Daisy Jones and the Six si può respirare quest’atmosfera.
Billy, che sembra essere molto indeciso sulla situazione sentimentale e debole davanti al ritorno alle sue dipendenze, si è esplicitamente dichiarato a Daisy Jones, persuadendola che il loro destino è quello di stare insieme perché “entrambi sono a pezzi”. A questo punto c’è – probabilmente – il più grande plot twist della serie: Daisy Jones lo rifiuta perché lei “non vuole essere a pezzi”.
Ricapitolando: loro due sono stati due calamite di stesso segno che per quasi tutta la serie si sono avvicinati in modo pericolosissimo e ora, quando tutti gli astri sembrano essersi allineati in loro favore, la favola finisce. E per fortuna!
Daisy, che sembrava tanto una ragazzina un po’ smorfiosetta, un po’ presuntuosa e primadonna, da personaggio devastato e maledetto che era diventato, pone un freno a tutto. Dice basta così, lei non vuole che questo accada e perché lei non è a pezzi.

Applauso a scena aperta in piedi sul divano. Finalmente un plot twist degno di nota!
Daisy Jones torna sul palco e, dopo che il pubblico chiede unanimemente alla band di cantare Look at us Now, sfodera un monologo che, arrivati a questo punto, è piuttosto toccante:
Ditemi se siete innamorati; io lo sono stata, e fa male, non è vero? Ma non deve essere così. L’amore non deve essere bombe, e lacrime, e sangue. L’amore può essere anche facile e può essere bellissimo. E se siete abbastanza fortunati da trovare qualcuno che vi sostiene, anche se non lo meritate, quella è la luce. Il mio augurio per voi stasera è troviate qualcuno che vi aiuti a vedere la luce. Ecco una canzone d’amore.
Daisy Jones and The Six
Il pubblico canta insieme alla frontlady del gruppo, Billy piange e scappa da Camila a elemosinare il perdono, e quel che resta sono gli spettatori, testimoni di tutte le storie d’amore finite male della stagione. Ecco com’è finita Daisy Jones and The Six, la band più incredibile degli anni Settanta.

The show must go on…
Alla fine di tutte le interviste, si scopre una cruda e tremenda realtà su Camila, probabilmente uno dei personaggi meglio riusciti e più forti di tutta la serie. Nell’ultima intervista che compare sullo schermo, si verrà a conoscenza della malattia della donna.
Nel momento in cui si siede dinnanzi alla telecamera e a sua figlia (ebbene sì, è lei l’intervistatrice) con un gesto stanco sistema la parrucca che ha in testa. «Sono ridicola» dice. «Sei bellissima» le risponde la ragazza. Un pugno nello stomaco. È lei a chiedere a Billy – indirettamente – di chiamare Daisy Jones e a Daisy Jones di rispondere «perché quei due mi devono ancora una canzone».
Il finale della serie, come molte opere valide, resta in sospeso, lasciando che il pubblico si domandi se “quei due” riprenderanno a cantare insieme, se inizierà una relazione, se chiameranno gli altri membri della band… ma effettivamente va bene anche non avere delle risposte, per il momento.
È una conclusione perfetta per Daisy Jones and The Six, struggente e sofferta, ma si sa, in questo mondo vige sempre la regola dello spettacolo che deve andare avanti.