Gli incendi in Canada hanno devastanti ripercussioni sul resto dell’America Settentrionale. Così, a pochi giorni di distanza dalla Giornata Mondiale dell’Ambiente, New York diventa la città simbolo di una condizione climatica critica.
La coltre di fumo su New York
Sembra un film di fantascienza, quello in cui un giorno ci si sveglia e il cielo è di un altro colore. Giallo/arancio, ecco come i cittadini della Grande Mela hanno trovato la loro città, in cui si riversano le nubi e i fumi degli incendi in Canada che rendono la vista difficoltosa causando numerosi disagi anche dal punto di vista della viabilità.
L’aria è irrespirabile, le polveri sottili sono dannose non soltanto per l’ambiente ma anche per le persone. Il consiglio è quello già sentito tante volte negli anni precedenti: stare a casa, all’aperto indossare una mascherina per non inalare sostanze nocive.
Il Canada brucia, e il viaggio dei fumi fino alla Grande Mela modifica l’indice di qualità dell’aria di New York, facendolo arrivare a 342, ritenuto nocivo per l’essere umano.
Gli incendi in Canada sono conseguenze della crisi climatica
Tutto parte dal Canada, o meglio da Quebec. Al momento sono presenti sul territorio circa 400 incendi dovuti all’aria di primavera, più secca e decisamente calda rispetto agli altri anni. Le condizioni non mostrano le basi per un miglioramento, poiché già i meteorologi hanno previsto un’estate ben più calda delle precedenti.
A soffrirne, in prima battuta, è la qualità dell’aria di Toronto, che già da due giorni è piegata dai fumi. Successiva conseguenza, i drammi vissuti dalle persone: più di 20.000, infatti, hanno evacuato le loro abitazioni. Questi incendi hanno un nome: Donnie Creek Fire.
Ancora ci si ostina a credere di non avere responsabilità nei confronti della natura, tuttavia i tragici avvenimenti che stanno colpendo interi Paesi e regioni anche molto vicine, sono innegabili e fanno tutti parte di un cambiamento climatico mondiale, nei confronti del quale ci cerca ormai da anni di prendere provvedimenti.