Il libro di Dacia Maraini La scuola ci salverà è uscito pochi mesi fa per Solferino. Raccoglie una trentina di articoli sul tema della scuola, pubblicati per la maggior parte sul Corriere della Sera, e tre racconti sullo stesso argomento.
La raccolta di articoli
Dacia Maraini La scuola ci salverà ha tutta l’aria di essere uscito sull’onda dell’attenzione che l’emergenza Covid ha riportato sul tema “scuola”: in presenza, in DAD, con le mascherine ecc. Oltre che sulla generale mancanza di preparazione linguistica, logica e scientifica di tante fra le persone che a vario titolo hanno partecipato al dibattito sul Covid e sui modi di ostacolarlo. Gli articoli coprono però un lasso di tempo molto esteso, dall’inizio degli anni Duemila a oggi, e affrontano l’argomento da un punto di vista meno specifico. Si parla della cultura nel nostro Paese e dello sfacelo scolastico a cui le istituzioni assistono senza battere ciglio. Ma anche della caparbietà con cui insegnanti ancora motivati reagiscono, mentre altri tirano a campare senza più alcuna passione per il proprio lavoro.
Ho avuto diversi insegnanti preparati e appassionati. Ma erano sempre una minoranza. Per esempio la matematica, che odiavo, mi è diventata cara grazie al professor Pagano che sapeva comunicare la sua passione per la materia. Io credo che si insegni per osmosi e non per costrizione. Gli studenti fuggono dalle costrizioni, le trovano odiose e quindi odiosa la materia che devono studiare per forza. Se, invece, un insegnante ama la sua materia e ci si immerge con passione, riuscirà a contagiare i ragazzi, appassionandoli all’argomento, che sia storico, o geografico, o letterario o scientifico.
Dacia Maraini, in un’intervista a Vanity Fair
I tre racconti
Quanto ai racconti, il più corposo è “L’esame”, storia di formazione di un ragazzo che tenta il classico recupero dei due anni in uno dopo una bocciatura e in questa fase della sua vita apprende in realtà più dal mondo che lo circonda che dalle materie scolastiche. C’è poi “Berah di Kibawa”, racconto breve e abbastanza didascalico (come spesso avviene con i racconti ispirati a fatti veri) su una ragazzina della Tanzania che affronta immani sacrifici per studiare. E infine “Il bambino vestito di scuro”, sull’occasionale conoscenza tra una studentessa e un bambino prodigio. Dei tre, solo il primo a nostro avviso suscita davvero il desiderio di seguire la storia e sapere cosa accadrà al protagonista, gli altri due sono più neutri.
Nel suo complesso, il libro di Dacia Maraini La scuola ci salverà ha tutta la fisionomia dell’instant-book. I contenuti sono interessanti ma avevano molto più senso e più mordente nel contesto in cui sono nati, cioè come articoli dilazionati nel tempo e come racconti pubblicati in sedi diverse. Riproporre questi materiali tutti insieme li rende per forza di cose ripetitivi. L’operazione ha un valore nel documentare il contributo di una scrittrice importante al dibattito pubblico su questi temi, ma non va davvero in profondità su un argomento che ne avrebbe bisogno.