Cosa c’è da vedere a Genova? Zena, come cantava Bruno Lauzi nel suo tipico dialetto ligure, viene rappresentata in modo perfetto in uno dei detti più famosi, che recita in questo modo:
“Vâ ciù un zeneise inte un dio, che un foestê cäsou e vestio”.
Vale più un genovese in un dito, che un forestiero calzato e vestito. Ciò sottolinea il carattere austero e scontroso, leggermente presuntuoso e severo di sentimenti, ma sostanzialmente simpatico, del tipico personaggio ligure mascherato, rappresentato da Capitan Spaventa. Quanti di noi rappresentano il capoluogo ligure come la patria dei “tirchi”.
A volte, in effetti, gira questa frase tra noi mortali: “Dai, paga tu! Non essere taccagno come un genovese!” Ebbene, mi permetto di spezzare una lancia a favore, dicendo che è un detto comune, alquanto di moda, ma sicuramente poco appropriato, e vi spiego il motivo. Provate a pensare solo a questo: come può, una città che offre così tante attrazioni turistiche, oltre che prodotti cibari di alta qualità, vino buono, e ottima ospitalità, essere considerata patria di cittadini taccagni? Cominciamo a introdurci in questa bella realtà.
Cose da vedere a Genova, il porto

Il porto rappresenta la caratteristica più comune ma, contemporaneamente, più affascinante della città.
Pensate che costituisce il più grande ed importante porto italiano, oltre che il più famoso, in ragione della sua estensione, di oltre 22 chilometri di banchine.
Genova è un autentico porto “multi-service“, dotato di 29 terminal specializzati, attrezzati per accogliere ogni tipologia di nave e movimentare qualunque tipo di merce:
- container,
- merci convenzionali,
- merci deperibili,
- acciai,
- prodotti forestali,
- prodotti petroliferi
- passeggeri di crociere e traghetti.
I terminal in cui si articola l’attività di movimentazione di merci e passeggeri hanno collegamenti garantiti dalle principali compagnie di navigazione per ogni località del mondo, con volumi di traffico di assoluto prestigio.
In parole povere, è una potenza di gran valore.
Nel caso si volesse visitare, consiglierei la romantica passeggiata lungo il porto antico, cercando ovviamente di evitare le ore notturne, per evitare incontri poco gradevoli (così come in tutte le città portuali del mondo).
Cose da vedere a Genova, la romantica lanterna

Passeggiando, passeggiando ecco che si arriva all’antica Lanterna di Genova.
E’ il simbolo della città, e, in quanto tale, viene ricordata in particolar modo in occasione delle partite di calcio, quando si nomina il leggendario derby, la partita più accesa tra le due squadre cittadine del Genoa e della Samp che si svolge nell’antico stadio di Marassi.
La lanterna, è situata sul promontorio di Capo di Faro e, caratteristica principale, con i suoi 77 metri di altezza, è il faro più alto del Mediterraneo.
L’attuale costruzione risale al 1543, ma si dice che esistesse fin dal XII secolo, dalla struttura simile, come una torre di guardia che annunciava l’arrivo di imbarcazioni sospette.
Poi, nel tempo divenne anche faro, sulla cui sommità si bruciavano fascine per segnalare ai naviganti l’accesso al porto.
E, dopo aver visitato la Lanterna e il centro storico, nucleo della città vecchia, costituito da un insieme di vicoli caratteristici dalla tipica origine medievale, ecco che si arriva nel posto più ambito da tutti i turisti.
Cose da vedere a Genova, L’acquario

L’acquario è un contenitore preziosissimo di biodiversità.
Esteso per oltre 27 mila metri quadrati, contiene ben 70 vasche e oltre 12 mila animali di 600 specie diverse, rappresentando la più grande esposizione di fauna acquatica in Europa.
E’ estremamente emozionante effettuare questo viaggio alla scoperta della vita sottomarina, immergendosi tra delfini e squali, pinguini e lamantini, meduse e foche, pesci tropicali e animali antartici.
Non vi nascondo che, nel caso portaste dei bambini, dai tre anni in sù, il successo è garantito.
Ma il capoluogo ligure possiede anche altre importanti attrattive turistiche, seppur nascoste, tra cui è importante sottolineare la sua qualità di mistico luogo letterario.
Santa Caterina
Genova ha dato i natali artistici a molteplici personalità artistiche, o musicali, quali Bruno Lauzi e Fabrizio De Andrè, ma anche a personaggi di grande spessore letterario, come Eugenio Montale, oppure come… Santa Caterina.
Caterina Fieschi Adorno, nota come Caterina da Genova (Genova, 5 aprile 1447 – Genova 15 settembre 1510), è stata una mistica e veggente, ricordata soprattutto per le sue opere di misericordia verso i poveri e gli ammalati.
Proviamo a conoscere meglio la vita di questa santa.
Dopo vari anni di profonda riflessione spirituale fatta di penitenze, digiuni e preghiere senza sosta, pratiche tese ad approfondire sempre più il suo rapporto diretto con Dio, la giovane decise di dedicarsi solo allo spirito.
Ma, invece di estraniarsi dal mondo, si chiuse totalmente nella vita contemplativa, e si adoperò per bilanciare l’ascesi e la prassi, tanto che sentì il bisogno di spogliarsi delle cose terrene e dedicarsi esclusivamente alle persone bisognose di allora, come i poveri, i lebbrosi, presso l’ospedale di Pammatone.
Gli scritti
In realtà non scrisse nulla di suo pugno, e i suoi detti, le sue intuizioni e discorsi, vennero raccolti e a noi successivamente tramandati in un unico trattato, il Trattato del purgatorio e altri scritti.

Per raggiungere questo scopo, però, è indispensabile spogliarsi dell’amore verso sè stessi, anche a costo di subire molteplici sofferenze.
“Dio deve essere amato non in quanto entità divina da noi temuta o per quanto da lui riceviamo, ma per quello che è realmente, giungendo come obiettivo finale, ad amare Dio in modo totale“.
Il Purgatorio, inoltre, secondo la Santa, non è individuabile, come siamo abituati a credere, come un luogo fisico nelle profondità della Terra, in attesa di raggiungere il paradiso (così come suggerito da Dante).
Nel 1510, a 63 anni, in seguito ad atroci dolori, causati da una malattia di cui non si sa molto, morì tra le braccia delle discepoli, e venne sepolta a Genova, nella Chiesa della Santissima Annunziata di Portoria, oggi nota come Chiesa di Santa Caterina da Genova.
Caterina venne beatificata da Clemente X nel 1675 e santificata il 30 aprile 1737 da Clemente XII.

Cose da vedere a Genova, Piazza De Ferrari
Dopo aver camminato per un piccolo tratto di salita, partendo dal centro, eccoci giungere in piazza De Ferrari, la piazza centrale e cuore di Genova, riconoscibile dalla grande fontana circolare, in bronzo, situata al centro.
Questo è uno dei simboli del capoluogo ligure, forse il più suggestivo.

Alzando gli occhi al cielo e girando lo sguardo intorno, si possono ammirare i palazzi in stile eclettico (sede di mostre e convegni), e il famoso teatro Carlo Felice, distrutto durante la seconda Guerra Mondiale e completamente ricostruito nel periodo del Dopoguerra.
San Lorenzo
Poco lontano dalla piazza precedente, eccoci arrivare a una delle tante attrazioni genovesi, degne assolutamente di nota.
La cattedrale di San Lorenzo, costituita da marmo bianco e nero, famosa, anche per il fatto che, nonostante i violenti bombardamenti da parte di una flotta inglese che sfondò il tetto, la struttura delle pareti riuscì, contrariamente, a rimanere in piedi: un miracolo mistico, anche in questo caso.
La leggenda narra che durante la costruzione della Chiesa un cagnolino si sia perso all’interno delle fondamenta e non sia mai stato ritrovato e che la sua anima protegga la santità del luogo.
Ma, questi luoghi indicati, sono solo degli accenni a tanti altre attrazioni da visitare in questa splendida città, tanto generosa e tanto ricca di vita.
Non perdetevela.
Buona visita a tutti!