Che tu sia un autore self o abbia firmato un contratto editoriale è indispensabile, in vista della pubblicazione, lavorare gomito a gomito con l’editor che si occuperà di revisionare il tuo libro. Ma di chi si tratta, e in cosa consiste il suo mestiere?
L’editor di libri è quella figura professionale che prende in carico un manoscritto per lavorarci poi insieme all’autore. Si tratta di un vero e proprio tecnico della parola, che esamina la storia secondo vari aspetti sintattici e narrativi affinché il testo possa presentarsi al lettore in una forma migliorata, che ne metta in evidenza i punti di forza.
Non soltanto, dunque, suggerimenti sulla grammatica o sullo stile di scrittura, ma anche un esame attento di quella che è la coerenza dei personaggi, l’aderenza al periodo storico scelto o il giusto dosaggio degli elementi narrativi presenti nel romanzo in conformità al suo genere letterario.
Perché affidarsi a un editor?
Negli ultimi tempi molti autori scelgono di lavorare con un editor prima di inviare il manoscritto a una casa editrice, proprio per aumentare le possibilità di essere scelti grazie a un testo ripulito e ‘vidimato’ da un professionista. Talvolta le agenzie letterarie offrono i loro servizi editoriali, per lo stesso motivo.
Il passaggio del testo nelle mani dell’editor è necessario per pochi, semplici motivi: il primo è che l’autore di un romanzo difficilmente ha la distanza necessaria per guardare le sue stesse parole con occhio critico. Per quanto si possa essere severi con se stessi, l’oggettività nei riguardi di un prodotto proprio è una chimera. L’editor ha come cliente il romanzo, prima del suo autore, e può dunque concentrarsi sul testo per poterne capire i bisogni: dove tagliare, quali porzioni di testo sono necessarie e quali no; in quali passaggi le intenzioni dell’autore sono poco chiare, cosa può o meno confondere il lettore e dunque deve essere esposto meglio. Un occhio esterno e professionale vede e si accorge di tutto.
Il secondo motivo che rende indispensabile il lavoro con l’editor è strettamente legato al primo: il confronto. Nessun testo è perfetto, ma lavorare con chi vive di parole ogni giorno non soltanto è una risorsa per il romanzo in sé ma anche per l’autore in termini di crescita, soprattutto stilistica. L’editor è la prima persona con cui un aspirante scrittore si rapporta per discutere in modo aperto e totale dello scritto. Attraverso questo confronto è possibile lavorare sulla voce letteraria dell’autore, innescare un circolo virtuoso di crescita che possa fargli scoprire nuovi livelli di profondità da applicare alla propria scrittura. Quello che fa l’editor nei confronti dei suoi autori è, nei fatti, un lavoro maieutico.
Il terzo e ultimo motivo per cui avere è importante a che fare con un editor riguarda in modo particolare gli autori self. In quanto imprenditore di se stesso, libero dai vincoli della filiera editoriale, chi decide di investire nella propria scrittura in maniera così diretta con il suo pubblico ha il dovere di presentare un prodotto che nulla ha da invidiare alla pubblicazione in casa editrice. Ciò significa non evitare quei passaggi necessari al romanzo che vedono coinvolto non soltanto l’editor ma anche, in un secondo momento, il correttore di bozze.
I segreti del mestiere
Anche questi sono pochi, pochissimi, ma fondamentali.
Rispetta l’identità del testo. Il testo ha una sua natura e l’editor deve agire nel rispetto di questa. Gli interventi devono essere sempre misurati e non atti a stravolgere lo stile lo stile dell’autore, che invece è proprio la base da cui iniziare a lavorare insieme perché sia messo in risalto nel modo migliore.
Asciuga, asciuga sempre! In fondo, il detto lo conosciamo: tutto è necessario e niente è indispensabile. Con le parole vale lo stesso discorso. Se è possibile raccontare qualcosa con poche e misurate espressioni è bene seguire questa strada, che prevede anche un più attento lavoro di ricerca da parte dell’autore e, di conseguenza, porterà a un risultato più particolare e inimitabile.
Lascia sedimentare. La scrittura quanto l’editing sono lavori creativi, ci si muove in tempi ben stabiliti ma non si deve avere la fretta di revisionare un testo subito. Anzi, è una buona norma lasciare il romanzo a riposare per qualche tempo, così da acquisire non soltanto quel pizzico di distanza che permetterà di guardare alla storia con occhi nuovi, ma anche di interiorizzare e rielaborare con più lucidità quelli che sono i consigli ricevuti.
L’editing è uno solo tra i tanti e vari servizi editoriali offerti dai professionisti, ma è vero che si tratta del passaggio più delicato e profondamente intimo, un edificante viaggio al centro della propria stessa scrittura.
Puoi saperne di più consultando in proposito il sito di Other Souls.
1 commento
«La cosa piu difficile del lavoro di un editor e relazionarsi con gli scrittori» dice infatti Alessandra. «La scrittura e un’attivita molto coinvolgente dal punto di vista emotivo. Non e facile rifiutare un manoscritto senza ferire le persone e, durante le fasi di editing, possono crearsi conflitti o attriti se gli autori non accettano o non comprendono le modifiche proposte. Inoltre, stabilire cosa sia degno di pubblicazione e cosa no e una grossa responsabilita: sono molti i casi editoriali rifiutati e poi diventati best seller».