L’idea è chiara. O almeno così pare. Il tempo c’è. La tastiera funziona. Eppure, c’è qualcosa che ci blocca. La paura della pagina bianca assale all’improvviso. Un problema che tutti gli scrittori o aspiranti tali, prima o poi, devono affrontare.
La paura della pagina bianca: come proseguire un romanzo quando la confusione affolla la mente
Per alcuni è un impedimento momentaneo. Per altri ancora è qualcosa che si ripete a lungo termine, e che porta ad abbandonare il progetto. La paura della pagina bianca – conosciuta anche come “blocco dello scrittore” o “ansia da mancanza di idee” – ha varie origini.
L’idea brillante che evapora in fretta
Sembrava quasi di toccarla, tanto era chiara e perfetta. L’idea vincente, quella che nessun autore aveva mai avuto prima (un po’ di presunzione, a volte, ci mette del suo), l’incipit meraviglioso che, però, resta tale. Cosa è successo? Le spiegazioni sono molteplici: forse, l’intuizione, non era così straordinaria come sembrava. Oppure, è semplicemente svanita, o si è ridimensionata con il sorgere del sole. Spesso, infatti, le idee vengono nel cuore della notte, o in momenti in cui è molto difficile sintetizzarle su un notes, o memorizzarle. Un romanzo non si costruisce solo con una buona idea. Se la paura della pagina bianca è, in verità, un blocco perenne, e fa riferimento alla prima pagina, è il caso di chiedersi se si è davvero in grado di scrivere o se, più modestamente, si ha solo una fervida fantasia.
Lo stallo momentaneo dei pensieri creativi
L’autentico blocco, l’ansia vera e propria che porta a non essere in grado di proseguire la storia. La trama è già delineata, il testo scorre bene e con logica, eppur, a un certo punto, non si riesce ad andare avanti. Può capitare anche agli scrittori di best seller. Una soluzione potrebbe essere quella di rivedere mentalmente l’intreccio del romanzo, focalizzando i passaggi cruciali e sviscerando le possibili diramazioni. Può essere che il concetto-chiave sia stato già sviluppato, e che il resto passi in secondo piano. Ma è proprio “il resto” che costituisce il libro! Una buona idea la possono avere tutti, ma solo uno scrittore capace riesce a farne un testo avvincente, costruendo, attorno alla fiamma ispiratrice originaria, un vero e proprio incendio.
Possibili – ed esemplificative – soluzioni alla paura della pagina bianca
I rimedi per arginare il suddetto blocco sono tanti. Il primo, e il più logico, è di prendersi una pausa. Uscire a fare una passeggiata, osservare la natura, cercare di rimettere in piedi la propria capacità osservativa e descrittiva. Ad esempio: sulla strada incontriamo un bambino che cerca di mordicchiare una pesca e, nel frattempo, si riga il viso con il succo. Il liquido viscoso si espande e raggiunge il collo e la maglietta, e il bambino piange infastidito. Provare a trasformare in parole questo elementare evento potrebbe servire a ridestare la pratica elaborativa terminologica.
Quando la paura della pagina bianca è dovuta a un dubbio
Un altro consiglio è quello di chiedersi, in maniera onesta e umile, se il blocco è dovuto a un dubbio relativo a ciò che si era deciso di raccontare. Può capitare, e non bisogna farne un dramma. L’idea primaria si è esaurita in fretta, attorno alla questione principale non c’è più niente da dire, continuare a scrivere equivale ad allungare il brodo che, inevitabilmente, finisce con l’annacquarsi. E se, per raccontare quella storia, fosse sufficiente un racconto?
La trama può trasformarsi durante la stesura
Sono passati giorni e settimane. Il testo è fermo alla pagina 15. Il blocco, da momentaneo, è diventato perenne. Cos’altro può essere accaduto? Se è vero – come afferma il chitarrista Dodi Battaglia – che chi ama ciò che fa, ha sempre qualcosa da dire, è vero altresì che le idee possono trasformarsi.
I personaggi acquisiscono una volontà: come arginare la paura della pagina bianca
Faccio un piccolo esempio per spiegarmi meglio. Nella trama iniziale del romanzo che si ha in testa, Anna ama Franco ma lo tradisce con Giulio. Pentita, torna da Franco e gli confessa tutto. Franco la perdona e la coppia vive una seconda luna di miele. Durante la stesura, ci si accorge che Anna, per arrivare a tradire Franco, non era più innamorata di lui, e che Giulio sembra essere più affine al suo essere. La trama vira la rotta iniziale, e il romanzo si trasforma. Ciò è valido per gli scrittori più esperti, i quali – a volte – ammettono che il romanzo “si è scritto da solo”: espressione che sottintende il formarsi di una volontà autonoma dei personaggi.
Una strada difficile da percorrere
E se non si trattasse di paura della pagina bianca? Può capitare che ci si renda conto che ciò che sembrava l’embrione di un romanzo riuscito, sia invece una serie di concetti stantii e banali. Può succedere che non si riesca a scrivere perché non si abbia abbastanza passione, o perché si sta scrivendo qualcosa che non interessa all’autore in primis. O, ancora, che il blocco dipenda da lacune nella propria scrittura. In questo caso, i consigli non hanno molto senso: bisogna mettersi a studiare per migliorare la propria tecnica. Come sostiene la criminologa Cinzia Mammoliti: “È solo l’imbecille o l’ignorante che non lavora sui propri difetti. E l’ignoranza può avere qualunque titolo di studio.”
Articolo a cura di Daniela Piras