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    Home»L'editoriale»Cop 27: la Conferenza delle Parti e le nostre responsabilità
    L'editoriale

    Cop 27: la Conferenza delle Parti e le nostre responsabilità

    Annalisa RussoDi Annalisa Russo8 Novembre 2022Updated:28 Novembre 2022Nessun commento7 Minuti di lettura
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    Al via Cop 27, il più importante appuntamento dell’anno dedicato alla crisi climatica.
    Si è aperta domenica 6 novembre a Sharm El Sheikh la “Conferenza delle Parti”, così si definisce questo evento che, tra polemiche e speranze, vedrà partecipare quasi 200 Paesi del mondo.

    Foto di Corriere della Sera

    Il report della World Meteorological Organization annuncia che la temperatura media nel 2022 è stata di circa 1,15 gradi Celsius sopra i livelli pre-industriali. Questa è l’ennesima conferma che ribadisce come gli ultimi otto anni siano stati i più caldi di sempre. Un dato triste, ormai noto a tutti.

    Non si tratta più storie lontane, buone per una trama catastrofica congeniale a un romanzo di fantascienza o a un blockbuster americano. Questo incremento delle temperature, che non si è mai arrestato e tantomeno ha subito rallentamenti, è dovuto all’aumento delle concentrazioni dei principali gas serra nell’atmosfera. Il caldo fa sciogliere le calotte polari e i ghiacciai, e provoca l’innalzamento del livello dei mari. La velocità col quale è avvenuto questo fenomeno, però, è raddoppiata dal 1993 a oggi. Isole e territori costieri sono minacciati ovunque e il nostro ecosistema globale è in stato di collasso e grave pericolo.

    E la popolazione?
    Tutti noi ne subiremo gli effetti devastanti. Serve ancora dirlo?

    Sì, occorre chiarire questo aspetto fondamentale, cristallino eppure ignoto ancora a molti. Occorre capire che siamo tutti responsabili delle scelte che facciamo ogni giorno in ambito di sostenibilità, e che ogni atto personale, anche se piccolo, è a tutti gli effetti il frutto di una scelta. Nessuno può arrogarsi il diritto di colpevolizzare il prossimo, è vero, ma è vero anche che tutti insieme possiamo essere artefici di un cambiamento importante proprio a partire dalle piccole cose.

    Il caldo, come sappiamo, è anche causa di desertificazione ed eventi meteorologici estremi: migliaia di persone ogni anno, nel mondo vengono uccise da questi eventi, che sono diventanti ormai sempre più frequenti. Basti pensare all’alluvione avvenuta nelle Marche a settembre, o alla slavina in Marmolada ad agosto di quest’anno. A causa delle temperature elevate, in alcune aree del mondo milioni di persone sono private dei mezzi di sostentamento, condannate a fame, miseria e migrazioni. Caldo e disastri fanno poi proliferare nuove infezioni e malattie. 

    Di questo passo, a quale futuro andremo incontro?

    Se lo domandano in tanti, da anni ormai si avvicendano eventi volti a sensibilizzare i governi e le politiche globali, tra cui la Cop 27, che proseguirà in Egitto fino al 18 novembre.

    “Le persone e le comunità in ogni dove devono essere protette dai rischi immediati e sempre crescenti dell’emergenza climatica. È per questo che stiamo facendo così tanta pressione per sistemi universali di primo allarme entro 5 anni. Dobbiamo rispondere al segnale di sofferenza del pianeta con l’azione, raddoppiare gli sforzi per ridurre l’emissione di gas serra e avviare una potente e credibile azione climatica. La Cop 27 deve essere il posto, e adesso deve essere il tempo”.

    Sono le parole del Segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, che non risparmia la franchezza. In questo scenario mondiale, volto alla ricerca di nuovi obiettivi da perseguire per rendere nuovamente sicuro il nostro pianeta, è inevitabile notare la grande assenza dalla Cop 27 di Cina e India, principali Paesi produttori di inquinamento. Guterres continua:

    “Mentre la Cop 27 è in corso, il nostro pianeta manda un segnale di sofferenza. L’ultimo rapporto sullo Stato del clima globale è la cronaca del caos climatico. Come l’Organizzazione meteorologica mondiale mostra chiaramente, il cambiamento sta avvenendo ad una velocità catastrofica, devastando vite e mezzi di sussistenza in ogni continente. L’umanità ha una scelta da compiere: o cooperare sul clima o morire. Il mondo può decidere di andare verso una solidarietà sul clima oppure rischia un suicidio collettivo”. 

    Al di là della Cop 27: cosa possiamo fare noi?

    Non sottovalutare la questione, mai neppure per un secondo.
    Qual è il nostro ruolo?

    Sensibilizzare, sensibilizzare e sensibilizzare; smettere di pensare che non si possa far nulla per ridurre la nostra impronta sull’ambiente che ci circonda. Esistono piccoli e grandi gesti utili, azioni quotidiane. Se compiuti da tutti, questi gesti avrebbero un impatto davvero significativo e non in termini di ideali, ma di fatti.

    Quali sono?

    Iniziamo dalle cose semplici

    • COMPRARE MENO OGGETTI FUTILI E ABBIGLIAMENTO NON INDISPENSABILE
      Non mi soffermerò oltre a ribadire la brevissima vita dei nostri oggetti e capi di vestiario e quanto è costato invece produrli! Il male del nostro tempo è circondarci di nulla che costa troppo.
    • MANGIARE MENO CARNE
      L’allevamento di animali a scopo alimentare mette a dura prova il nostro pianeta ed è la prima causa della distruzione dell’habitat, del consumo di acqua, dell’inquinamento, della deforestazione e dell’estinzione della fauna selvatica.
    • RIDURRE IL CONSUMO DI ENERGIA
      Abituiamoci a sentire caldo in estate e coprirci di più in inverno; sono banalità? Non sempre. C’è gente che ama stare in maniche corte ma con i riscaldamenti al massimo in pieno inverno!
    • NON USARE LA PLASTICA USA E GETTA
      Non occorre aggiungere altro.
    • UTILIZZARE DETERGENTI ECOLOGICI
      Se amiamo fiumi, laghi e il nostro stupendo mare!
    • COMPRARE OGGETTI PER LA CURA PERSONALE PIÙ ECOLOGICI
      Ormai sempre più brand si stanno occupando di affrontare questo problema e molti collaborano con TerraCycle, realtà specializzata in riciclo. Ci sono poi progetti di shopping a zero rifiuti e altre iniziative per il riciclo direttamente in negozio. Selezionare i marchi che si impegnano a ridurre i rifiuti e lavorano proattivamente sul packaging sostenibile è già un piccolo passo.
    • EVITA DI USARE LA CARTA
      Qui si apre un mondo che è indissolubilmente legato all’ambito editoriale. Nella mia azienda, Other Souls, la carta non esiste, noi siamo digitali al 100%. Non esistono stampanti e i documenti, salvo casi eccezionali, sono interamente digitali. Follia? No. Presa di coscienza ecologica e coerente con il nostro piccolo contributo per la sostenibilità economica e l’environmentally conscious. Si stampa quando è strettamente necessario allo scopo e solo in base a una logica di profitto che non prevede sprechi, ma solo riutilizzo di materie prime.
    • RENDI ECOLOGICA LA TUA AZIENDA
      I modi per compiere questa transizione sono tanti, a ciascuno il suo. Noi, ad esempio, non abbiamo eliminato soltanto la carta, ma favorendo il lavoro da remoto abbiamo ottimizzato costi e risorse, permettendo ai collaboratori di non prendere auto per andare a lavoro e, quindi, emettere meno CO2.
    • DIFENDI LA FAUNA SELVATICA
      Molte specie rischiano l’estinzione e in generale scelte di vita più consapevoli limitano questo pericolo. Amare gli animali non significa solo curare il tuo gatto o il cane, comprando loro i migliori e più costosi cibi che puoi permetterti, ma distribuire attenzioni anche ad altre specie. Molte altre… più sono, meglio è.
    • SENSIBILIZZA I GIOVANISSIMI
      I più piccoli devono crescere come individui ecologicamente coscienti. Non occorre fare terrorismo psicologico, ma essere fin da subito consapevoli dei rischi farà cambiare loro l’approccio a certe cattive abitudini che ci portiamo dietro da anni.
    • PESCA E CACCIA NON SONO SPORT, SE GLI ANIMALI MUOIONO
      Non è un argomento sul quale occorre discutere, ma serve ribadire un concetto chiave della questione. Se lo facciamo per nutrirci e con determinati metodi che rispettano gli ecosistemi è tollerabile, ma uccidere specie viventi per sport è davvero inaccettabile.
    • PRATICA IL PLOGGING
      Questa attività nasce dall’unione delle parole svedesi corsa (jogga) e raccogliere (plocka upp) ed è una combinazione di esercizio fisico e azione ecologica in quanto prevede di raccogliere i rifiuti mentre si fa attività fisica.
    • FAI DOCCE PIÙ BREVI
      Non è una questione di pulizia e lo sappiamo tutti. Esistono tanti altri modi per rilassarsi.

    Subire le conseguenze socioeconomiche del cambiamento climatico senza reagire non è più un’opzione. Stiamo correndo inesorabilmente verso la fine. Nostra, dei nostri figli, del nostro pianeta. Per invertire la tendenza che ci sta portando alla devastante perdita di specie e biodiversità bisogna agire in fretta e ripartire da noi, dalle nostre coscienze. Ogni più piccolo gesto è un grande atto per l’umanità.

    Annalisa Russo

    Cop27 Crisi climatica L'editoriale Save the planet
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    Annalisa Russo
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    Annalisa Russo è una persona multipotenziale, appassionata di arte e design, legge, disegna e scrive romanzi per passione. È la fondatrice di OTHER SOULS. Laureata in scenografia all'Accademia di belle Arti di Bologna, ha all’attivo un master in comunicazione in Fabrica per il gruppo Benetton, uno in Cool Hunting presso l'istituto Polimoda di Firenze e un altro master in Ufficio stampa per il cinema.

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