La morte di Maurizio Costanzo è uno di quegli eventi che ti aspetti e non ti aspetti. Perché, a dispetto di ogni età, di ogni malanno, i grandi hanno sempre, dalla loro, un certo qual senso di predestinazione all’immortalità.
Forse l’immortalità è dovuta, a persone come Maurizio Costanzo. Un altro tipo di immortalità, quella che ormai annovera dalla sua personaggi come Piero Angela, Vivienne Westwood, Gina Lollobrigida. Un ricordo costante, un vuoto televisivo, qualcosa da raccogliere, riseminare, da cui ripartire.
L’eredità di Maurizio Costanzo
Di certo, ciò che lascia Costanzo è un bene generazionale, un nuovo modo di fare televisione fondendo il giornalismo puro al talk-show da salotto. Il Maurizio Costanzo Show, ai tempi in cui è nato, ha gettato nuove basi su cui fare spettacolo, regalando alla notizia, ai grandi temi di discussione, attimi di leggerezza e intrattenimento e, sopra ogni altra cosa, dando voce a tutti, dimostrandosi davvero democratico nel suo modo di essere e svolgersi.
Ciò che lascia Maurizio Costanzo sono le sue parole, i suoi gesti, l’impegno contro la mafia e un incontro, quello con la morte, che l’ha sfiorato ma non scalfito. Così, a testa alta, ha difeso il suo giornalismo da chiunque avrebbe voluto chiudergli la bocca disegnandogli un bersaglio sulla schiena. Ha usato i suoi programmi per diffondere un messaggio specifico, e in questo è stato non uno, ma il maestro di comunicazione sopra chiunque altro.
La televisione italiana che non c’è più
Di poche persone si può dire che abbiano avuto, sulla comunicazione in generale, un impatto totalizzante. Ecco, Costanzo in questo andrebbe studiato negli esami dell’università. La sua opera comunicativa non si estende unicamente al mezzo tv, ma è iniziata molto prima in ogni declinazione della parola. libri, scrittura, radio, teatro, sceneggiature, canzoni.
Al giorno d’oggi è difficile trovare qualcuno che sia riuscito, con cultura e intelligenza, a mettere mano su ogni aspetto della trasmissione, informativa ed emotiva. In una televisione che va sempre più specializzandosi e modellandosi sul telespettatore, accettando per lo share il rischio di perdere sostanza, Maurizio Costanzo ha saputo immettere sostanza in ogni vestito mediatico da lui indossato.
Questa specie di capacità camaleontica è, oggi come oggi, difficile se non impossibile da ritrovare, eccezion fatta per chi, con Costanzo, ha vissuto: Maria De Filippi, creatrice di un universo dedito all’intrattenimento, sì, ma anche formativo. Colei che, regina di Mediaset, porta in tv una realtà che spesso si giudica ma che è specchio della società in cui si vive.
Un lascito, una curiosità: una canzone
In pochi sanno che una tra le tante attività di Costanzo era quella di paroliere per le canzoni. Nel 2006, Alex Britti cantava la sua Quanto ti amo. Passionale, determinata, accorata. Quelle bellissime parole, le ha scritte proprio Maurizio.
La camera ardente e l’ultimo saluto
Dal Campidoglio, in ultimo, la notizia riguardante la camera ardente, allestita presso la Sala della Protomoteca in Campidoglio. Sarà possibile portare un ultimo saluto al grande giornalista il 25 febbraio dalle 10.30 alle 18 e il 26 febbraio dalle 10 alle 18.