Come un fiore in una crepa è il romanzo d’esordio di Ioanna Travinska, una storia di resilienza e formazione.
A bordo di una Ferrari la vita sembra scorrere alla velocità della luce, offrendosi in tutte le sue variegate possibilità. Ma se la Ferrari non è il bolide prodotto a Maranello, bensì il veicolo su cui Christina affronta ogni momento della sua quotidianità, ecco che la velocità acquisisce un altro significato. Questo accade in particolare con l’ingresso nell’età adulta.
Come un fiore in una crepa
Come i suoi coetanei, la protagonista del romanzo Come un fiore in una crepa coltiva aspirazioni che si rivolgono al futuro come una promessa da coltivare; ma dall’altra parte c’è la necessità di affrontare la realtà, per non gravare su una madre separata che, con grande fatica, le ha sempre garantito una vita decorosa.
Fin dalle prime righe si respira tale senso di dignità che conduce sulla strada della responsabilità. Christina è una ragazza responsabile e, proprio a bordo della sua “Ferrari”, come la chiamano affettuosamente e in modo significativo gli amici, afferma il suo status di guerriera, armata di sorriso; una guerriera con la musica nel cuore e in punta di penna che non può camminare né danzare a causa della sua disabilità.
Christina sogna di affermarsi come autrice di testi di canzoni ma la realtà bussa alla sua porta, introducendola in modo precoce nel mondo del lavoro mentre gli amici vanno al mare. Un’esperienza nuova, dopo la maturità, che si unisce alla conoscenza di Edoardo, collega che la affascina fin dall’inizio, e allo scambio virtuale con Andrea, con cui sembra avere una notevole affinità.
I rapporti si intrecciano insieme ai dubbi, ai palpiti, ai desideri che si scontrano con i problemi di salute crescenti della ragazza. Parallelamente, sguardi amici alternati a quelli di coloro che compiangono la sua condizione; barriere che si erigono e non sono solo architettoniche, anzi, si tratta degli atteggiamenti pietistici, dei pregiudizi che costellano la vita di confini mentali sterili e stereotipati.
Come un fiore in una crepa è una lezione sull’importanza dei sogni
La storia di Christina in Come un fiore in una crepa si dipana in maniera lineare ma con diversi colpi di scena, tensioni, momenti in bilico tra rabbia, tristezza, speranza e sprazzi di gioia; in tutto questo è la sua forza a spiccare, il non abbassare la testa a coloro che distolgono lo sguardo per l’imbarazzo perché non vedono la “Ferrari” ma una carrozzina.
La protagonista vive con il cuore in mano: la vita la mette di fronte ai suoi sogni e a se stessa, alla necessità di ricominciare a correre anche dopo un lungo pit-stop. E sulla sua “Ferrari” Christina può davvero correre e sognare come merita. Perché sognare è vivere.
Il romanzo di Ioanna Travinska non tratta solo di disabilità
Con una scrittura lineare ma anche densa di riferimenti e citazioni, mette di fronte alle battaglie della vita. Senza essere mai didascalico, raccontando tutto con la voce di Christina, il lettore veste i suoi panni, si muove con lei, vive le sue emozioni, intense ma anche attraversate da fratture e ricomposizioni.
Un romanzo di formazione che non mira a facili pietismi ma alle emozioni della crescita, prima che della condizione della ragazza; un romanzo che sensibilizza sulla vita e sulle sue molteplici deviazioni. Come un fiore in una crepa, evocando la Maggie ragazza di strada di Stephen Crane, diversa per storia ma simile per forza e fragilità, che parla del coraggio di vivere i propri sogni: qualcosa che accomuna tutti.
I sogni sono la cosa più inclusiva e il viverli, è il lasciapassare verso orizzonti liberi da meschinità e pregiudizi. Sulla sua “Ferrari” Christina può andare ovunque.