I dialoghi sono tra gli elementi più importanti all’interno di un romanzo. Se lo scambio di battute tra i personaggi non sembra credibile, cede l’impalcatura su cui regge l’immaginazione dell’intera scena e tutto diventa artificioso, quindi sgradevole. Allora, come scrivere dialoghi in un libro? Ti svelo qualche trucco!
Parla come mangi!
Quante espressioni ci sono, in italiano, e quante ne usi davvero? Di solito, la formula più comune è quella vincente. No, questo non significa impoverire il linguaggio, ma renderlo più aderente alla realtà che tutti i giorni vivi tu e, di conseguenza, anche i tuoi lettori. Avere a che fare con un lessico familiare favorisce l’immedesimazione nei personaggi che hai creato perché fa leva sulla fonte di ogni fantasia: la realtà. Immagina di urtare con il mignolo del piede lo spigolo del comodino. Se, leggendo questa scena in un romanzo, l’esclamazione fosse “Perdindirindina, mi duole il ditino!”, ti sentiresti un lettore soddisfatto?
Rispetta i personaggi che hai creato
Non siamo tutti uguali e questo per istruzione, classe sociale, vissuto. Quando costruisci un personaggio è facile immaginarne la vita e strutturarne il carattere sulla base delle esperienze che gli dai, ma questa caratterizzazione deve rimanere tale anche nella lingua, quando parla. È difficile che un bambino di sei anni si esprima in maniera forbita e corretta, a meno che non sia Matilda, l’eccezione di Roald Dhal. Al contrario, se uno dei tuoi personaggi dovesse essere un lord inglese di fine Ottocento, sarebbe improbabile sentirlo parlare in dialetto calabrese. No?
Il botta e risposta
Nella realtà noi parliamo e ci muoviamo, è vero, ma nella scrittura di un dialogo serrato è bene dare più spazio e incisività alle battute piuttosto che accompagnare ogni frase pronunciata alla descrizione della gestualità. Ciò non vuol dire troncare di netto quella parte, perché il lettore ha sempre bisogno di avere nella mente una chiara immagine di quello che sta succedendo, ma che questa immagine può essere offerta prima del dialogo rapido come cornice in cui inquadrare il discorso, magari descrivendo stati d’animo e movenze dei protagonisti o la loro posizione all’interno dello spazio.
Attenzione alla zavorra!
In particolar modo quando si è alle prese con le scene corali, c’è sempre la paura che il lettore possa non capire chi sta parlando. Da qui, l’abuso del verbo dire e i vari fare, sussurrare, ribattere, rispondere. Come scrivere dialoghi, dunque, nelle scene corali? Certo, corredare una battuta di una piccola didascalia va bene – magari il personaggio parla dopo un silenzio generale prolungato, per questo c’è bisogno di renderlo esplicito – ma, al più, specificare sempre con chi si sta avendo a che fare ha due effetti negativi: è ridondante e rovina il ritmo del dialogo. Qui, però, entra in gioco la caratterizzazione del personaggio, che quand’è buona costituisce una vera e propria salvezza. Infatti, avere un personaggio con una voce propria ben formata può snellire il testo e facilitarne la comprensione, perché anche una piccola battuta diventa subito riconoscibile, proprio come la voce di un vecchio amico.
Informazioni nei dialoghi
Spesso si appesantiscono i dialoghi con tantissime informazioni che potrebbero essere lasciate nel corpo del testo, specialmente quando si tratta di introdurre personaggi nuovi, di cui il lettore potrebbe venire a sapere man mano che si inoltra nella narrazione. Anche qui occorre partire dalla vita di tutti i giorni e dal proprio modo di fare, quindi ti propongo un esercizio: come parleresti di un tuo amico a qualcuno che non lo conosce?
Rileggi ad alta voce
Il dialogo funziona quando, rileggendolo ad alta voce, suona come un autentico scambio di battute. Mentre parliamo non ci limitiamo a buttare fuori delle frasi di senso compiuto, ma comunichiamo tramite le pause, i cambi di tono e una punteggiatura che non vediamo ma che sentiamo, e che conferisce al dialogo parte del suo ritmo. La voce ti dice quando un dialogo è ridondante, quando il verbo dire costituisce fin troppe ripetizioni, quando una frase detta da tale personaggio risulta poco credibile. Come spesso accade, la scrittura è soprattutto ascolto.
Ti sono stati utili questi consigli? Eccone qualche altro o contattaci per una consulenza sul tuo testo!