È possibile parlare della Seconda guerra mondiale e della Shoah senza parlare di politica? Senza annoiare a morte i ragazzi, per far comprendere loro la devastante portata di quell’evento?
Spesso nelle scuole è difficile parlare della Seconda guerra mondiale e delle sue conseguenze perché è quasi impossibile farlo evitando la politica. Ci siamo chiesti come sarebbe possibile far comprendere ai ragazzi quello che è realmente accaduto, senza annoiarli a morte con date e nomi di battaglie, ma facendoli sentire partecipi, per comprendere veramente e poter rigettare in futuro l’idea di un abominio come la Shoah.
Abbiamo incontrato la Dottoressa Maria Luisa Costantino, pedagogista e docente universitaria:
«Credo che l’unico modo per parlare ai ragazzi di questo triste evento storico sia usare il linguaggio del cuore e delle emozioni. A mio avviso i protagonisti di questo periodo storico avevano perso proprio questo collegamento empatico, di cuore con le loro vittime. Si erano talmente abituati alle emozioni negative che non riuscivano più a provare sentimenti positivi di compassione, e di amore per gli altri, È un pericolo reale che si può prevenire e sconfiggere solo educando i nostri bambini e ragazzi al benessere inteso non come individualismo ma come apertura all’altro, come comprensione profonda del fatto che la nostra felicità è strettamente collegata e connessa a quella degli altri. Solo educando i nostri ragazzi alle emozioni positive possiamo mettere in atto un cambiamento significativo e credo che ognuno di noi, insegnante, educatore, genitore, adulto responsabile, possa fare qualcosa.» Dott.ssa Maria Luisa Costantino
Il video è probabilmente il mezzo più diretto per arrivare ai loro cervelli e ai loro cuori: vi proponiamo un film per ragazzini e uno per ragazzi più grandi, da guardare insieme ai genitori in questi giorni, per non dimenticare.
La guerra dei bottoni (La nouvelleguerre des boutons)
Per i più giovani (8/12 anni)
È un film francese del 2011 diretto da Christophe Barratier, liberamente tratto da La Guerre des boutons, romanzo di Louis Pergaud, che venne pubblicato per la prima volta nel 1912.
Nella Francia sconvolta dalla Seconda guerra mondiale, i ragazzini di due paesi vicini si sfidano continuamente portando avanti una loro “guerra” privata. La posta in palio sono lacci e bottoni sottratti agli sconfitti, che sono costretti a tornarsene a casa reggendosi i pantaloni con le mani, dileggiati dai concittadini. L’arrivo di una ragazzina di città cambia le carte in tavola, facendo battere molti cuori nelle fazioni rivali. Ben presto però un dubbio sulle sue origini si insinua fra gli abitanti e starà proprio a loro scegliere da che parte stare.

https://tg24.sky.it/spettacolo/cinema/2015/04/23/la_guerra_dei_bottoni_lancio_film_sky_cinema_1
L’Onda (Die Welle)
Per i più grandi (dai 13 anni)
Diretto da Dennis Gansel, è un film tedesco del 2008, tratto dall’omonimo romanzo di Todd Strasser, che a sua volta si ispira a un esperimento fatto nel 1967 in California.
Un insegnante di storia propone un laboratorio ai suoi alunni per dimostrare loro cosa significa autocrazia e come nascono le strutture sociali autoritarie come il nazismo. I ragazzi accettano ma rimangono scettici, convinti che il passato non possa ripetersi, grazie alla memoria dei cittadini.
Viene scelto un leader, vengono riassegnati i posti a sedere, viene chiesto di dare solo risposte molto brevi e a voce alta. Viene scelto un nome, L’Onda, abbinato ad un logo e a un gesto di saluto reciproco; i ragazzi potranno indossare solo jeans e camicia bianca: una sorta di divisa.
Il gruppo diventa sempre più forte e coeso, arrivando progressivamente a discriminare chi non ne fa parte. Quando le loro azioni arrivano a sfociare nella violenza, un ragazzo si rende conto che la situazione non è più sotto controllo. Parlando con il professore riesce a interrompere l’esperimento e a fermare L’Onda, ma non tutti reagiranno bene vedendosi portare via quello che era diventato il loro scopo.

https://www.comingsoon.it/film/l-onda/47221/scheda/
È importante far conoscere il passato alle nuove generazioni, perché non possa ripetersi, ed è ancora più importante insegnare loro l’empatia. Un’ideologia forte esercita un fascino intenso su ognuno di noi, ma comprendere che la propria libertà finisce dove inizia quella degli altri permetterà ai giovani di fare sempre la scelta più corretta, in ogni situazione.