Per tutti gli appassionati di storie (e della verità dietro le storie) il mestiere del giornalista è croce e delizia. Diventare giornalista prevede un iter non breve né facile. In più, con la diffusione incessante di testate online, il giornalismo sta vivendo una profonda fase di cambiamento.
Dunque come si diventa giornalista in Italia al giorno d’oggi? Qual è il percorso educativo e di formazione professionale consigliabile? Esistono requisiti precisi? Proviamo a raccogliere le giuste informazioni.
Il mestiere del giornalista – vista come attività intellettuale a carattere professionale – viene regolamentata dalla legge n. 69/1963 “Ordinamento della professione di giornalista”. Tale legge istituisce l’Ordine dei Giornalisti e prevede due categorie distinte di lavoratori: i professionisti e i pubblicisti.
Alla prima, appartengono coloro che praticano la professione in modalità esclusiva e continuativa. I pubblicisti, invece, affiancano all’attività giornalistica altre professioni. Entrambi i percorsi prevedono mesi di pratica e diverse pubblicazioni riconosciute dall’OdG, prima di arrivare al rilascio del tanto agognato tesserino.
Quello del giornalista è un mestiere a cui ha libero accesso chiunque nutra una predisposizione e passione alla redazione di contenuti, che si distinguano per qualità d’approfondimento e utilità comune nelle informazioni. Non esistono specifici requisiti, se non qualità basilari come: un’impeccabile conoscenza della lingua in cui si scrive (la conoscenza di lingue straniere è chiaramente un valore aggiunto, per restare connessi e confrontarsi con altre fonti e dati validi) e un’ottima preparazione culturale che consenta di sviluppare e alimentare lo spirito critico con cui si approccia e si rielaborano le informazioni.
Aiutano la personale propensione alla scrittura e alla lettura, l’attenzione al dettaglio e un buon senso del discernimento tra verità dei fatti e alterazioni.
La deontologia del mestiere richiede infatti la difesa della realtà dalle manipolazioni canzonatorie e fake: devono essere tutelati la verità, le fonti e i soggetti coinvolti (specialmente se minori). Forse i soli e unici requisiti richiesti per diventare – ed essere – giornalista sono quelli di non inventare ma desumere da prove valide raccolte nel rispetto delle parti, non gridare allo scandalo ma raccontare veridicamente, non alimentare ma dissipare menzogne.
Come diventare giornalisti: professionisti e pubblicisti
Per la categoria dei professionisti, è indispensabile
– svolgere 18 mesi di praticantato presso una redazione giornalistica e portare a termine uno dei percorsi di preparazione, per un totale minimo di 45 ore, promossi dal Consiglio Nazionale o dai Consigli Regionali dell’OdG;
– in alternativa, aver frequentato il biennio di una delle scuole di giornalismo riconosciute dal Consiglio nazionale dell’OdG;
– superare l’esame di idoneità professionale.
Il giornalista pubblicista deve aver svolto un’attività retribuita e continuativa per almeno 24 mesi (la durata della collaborazione tradotta in numero di articoli pubblicati e relativa remunerazione varia secondo le disposizione dell’OdG regionale in cui ha sede la propria residenza) presso una o più testate (web, radiotelevisiva o carta stampata) regolarmente registrate e dirette da un giornalista iscritto all’albo.
Per iscriversi nell’elenco dei pubblicisti occorre:
– possedere i requisiti di legge (assenza di precedenti penali, attestazione di versamento della tassa di concessione governativa);
– presentare gli articoli, a firma del richiedente, pubblicati in giornali e periodici e i certificati dei direttori delle pubblicazioni che comprovino l’attività pubblicistica regolarmente retribuita da almeno due anni;
– presentare in fotocopia l’eventuale contratto di collaborazione stipulato con la testata (o le testate) cui si collabora;
– presentare la documentazione dei compensi percepiti negli ultimi 24 mesi, che devono essere in regola con le norme fiscali in materia.
Gli aspiranti pubblicisti devono poi rivolgersi all’OdG della Regione che, accolta la richiesta, valuta la congruità del materiale inoltrato e della retribuzione dichiarata.
Praticantato o Corso di giornalismo: il dilemma del professionista
Per poter iniziare il praticantato, occorre risultare assunti in una redazione giornalistica in qualità di praticante. L’Ordine regionale di competenza deve poter avere accesso a una copia del contratto e alla dichiarazione di inizio praticantato firmata dal direttore responsabile della testata, che richiedere l’iscrizione al Registro dei praticanti per il proprio tirocinante. Conclusi i 18 mesi di praticantato, per poter accedere all’esame per diventare giornalista professionista, è necessario frequentare uno dei corsi di formazione organizzati dal Consiglio Nazionale o dai Consigli Regionali dell’OdG.
Unica valida alternativa al praticantato sono i corsi di scuole o master di giornalismo riconosciuti dall’OdG, previo il possesso del titolo di laurea triennale, magistrale o specialistica conseguito in qualsiasi disciplina. I vari percorsi di formazione sono a numero chiuso, durano due anni e consentono l’ammissione agli esami finali e la conseguente iscrizione all’albo dei professionisti. La frequenza è obbligatoria e a tempo pieno.
Attualmente sul territorio nazionale si contano dodici scuole di giornalismo.
L’esame di stato
L’esame si svolge annualmente a Roma e prevede una prova scritta e un esame orale.
La prima prova prevede tre fasi:
– sintesi di un articolo a scelto tra due forniti dalla commissione;
– redazione di un articolo su un argomenti a scelta tra politica interna ed estera, economia e lavoro, cronaca, attualità, sport, cultura, moda e spettacolo
– questionario con risposte libere sul diritto costituzionale, il diritto penale, l’etica e la deontologia professionale e la storia e la tecnica del giornalismo.
Il colloquio orale verte, invece, sulle conoscenze del candidato riguardo ai principi etici della professione, alle norme giuridiche e alle tecniche e pratiche attinenti al mestiere. L’attestato di superamento dell’esame rilasciato dall’OdG nazionale va inoltrato, insieme alla richiesta d’iscrizione, all’Ordine regionale competente.
Il web journalism
Grazie allo sviluppo incessante della rete, nell’ultimo decennio, è aumentato il numero di testate online che quindi hanno introdotto la figura del web journalist. Il giornalista online di fatto ingloba i requisiti basilari della professione (quali un ottimo uso del linguaggio e una grande abilità di scrittura), ma deve sapersi destreggiare tra i muovi metodi di fare comunicazione. Dunque si ampliano le sue competenze alle tecnologie digitali e ai linguaggi multimediali.
Di solito, il web writing va di pari passo con la figura del freelance, che non presiede in redazione ma scandisce il proprio lavoro in base a obiettivi e scadenze, in modo del tutto indipendente e autonomo.
Anche i giornalisti freelance possono iscriversi nel registro dei praticanti, previ i seguenti requisiti:
– iscrizione all’albo come pubblicista
– almeno 3 anni di attività con rapporti di collaborazione coordinata e continuativa con una o più testate;
– documentazione della produzione giornalistica;
– attestato di frequenza di seminari organizzati dal Consiglio nazionale dell’OdG e/o di corsi di formazione organizzati dai Consigli regionali.
Pamela Valerio