«Ecco, così si muore»: con questa frase ci lasciava, 50 anni fa, Coco Chanel, la più combattiva, spietata, irriverente anima della moda, all’età di 87 anni, in una camera dell’Hôtel Ritz di Parigi. Anche quella mattina era charmante in un modo che solo a lei era naturale. Uscì, elegante come sempre per raggiungere una cara amica per un giro in automobile lungo la Senna e le vie della città. L’autista guidò per Parigi fin quando Madame Chanel, sfinita, non gli chiese di ritornare nell’albergo che per tutta la vita le aveva fatto da casa. Si distese sul letto e pronunciò la sua fatidica ultima frase. Aveva sempre l’ultima parola, non poteva evitarlo proprio all’ultimo atto della sua vita straordinaria.
Perché parlo di Coco Chanel in una rivista culturale? Perché lei è stata un personaggio molto più rivoluzionario di quanto si possa pensare. Nella sua vita e opera troviamo di tutto: l’anarchia, la lotta femminista, la rivoluzione dei costumi e quella sociale, la Grande Storia dell’ultimo secolo, l’amore per la Bellezza e la dedizione alla passione di tutta la sua vita.
La nascita di Gabrielle e la trasformazione in Coco
Per l’anagrafe Gabrielle Bonheur Chanel, per chiunque altro Coco, Chanel nacque il 19 agosto 1883 in un ospizio. Questo fu solo il preludio di un’infanzia sfortunata che vide la prematura morte della madre, l’abbandono del padre Henri-Albert Chanel e gli anni presso le suore del Sacro Cuore, a Aubazine.
A 18 anni, Gabrielle è libera di andarsene dall’orfanotrofio e di vivere la propria vita.
Trova lavoro come commessa nella bottega Maison Grampayre a Moulins e, insieme, canta in un caffè: il suo cavallo di battaglia è il brano Qui qu’a vu Coco? Narra la leggenda, che sia proprio da questo momento che tutti iniziano a soprannominarla Coco. È anche l’epoca in cui si lega a Étienne de Balsan, figlio di imprenditori tessili, che la fa trasferire con sé nel castello di Royallieu e ne diventa non solo amante, ma soprattutto finanziatore. Chanel è bravissima a realizzare cappelli e, ben presto, le donne dell’alta società locale si innamorano delle sue creazioni. Il successo la spinge verso Parigi nel 1908 e a Deauville nel ’14, dove apre i primi negozi, seguiti nel ’16 da un salone di alta moda a Biarritz.
Quando la rivoluzione femminista passa anche attraverso gli abiti di Coco Chanel
Quella donna ribelle e testarda, sempre controcorrente, sempre rivoluzionaria, forte del suo innegabile successo sfidò la moda del tempo, ancora troppo legata a concetti retrogradi e costrittivi come il corsetto e la crinolina. In antitesi a queste gabbie, in cui le donne si rinchiudevano di propria volontà, Chaneliniziò a proporre modelli sportivi, linee semplici e morbide senza costrizioni.
I successi di Chanel
E i colori: cresciuta tra donne sempre in abiti austeri e suore in vesti bianche e nere, proprio ora Gabrielle diventa Coco: l’antitesi dei colori opposti e le linee pulite iniziarono a essere la caratteristica distintiva della sua moda.
Nel 1916, Rodier, industriale tessile francese, le diede in esclusiva il nuovissimo jersey, il tessuto che meglio di tutto valorizzò le creazioni Chanel, in un mix di taglio e stoffa che liberò la fisicità della donna. Il trittico gonna, pullover e cardigan diventò il primo modello distintivo della moda Chanel. Lunghe gonne dritte, cardigan, cinture annodate in vita, jersey e tweed hanno rappresentato la voce dell’emancipazione femminile in stile Chanel, un mood che si è imposto all’epoca, ma che continua a farlo.
Il famoso tubino nero di Coco
“A tutti gli effetti, nessuno ha più fatto nulla di nuovo da allora. Tutto è ancora basato sullo stile Chanel del 1925.”
Walter Albini, 1973.
La consacrazione di Coco nel mondo della moda
Nel 1920 avvenne la consacrazione: la prima boutique a Parigi al n.31 di Rue de Cambon.
Nei pochi mesi successivi, Coco firmò la creazione del migliore e più immortale dei profumi: Chanel n.5 – che consacrò anche con la frase:
“Una donna dovrebbe indossare il proprio profumo ovunque le piace essere baciata”
Coco Chanel
E rese immortale il capo iconico che ogni donna ha in armadio: il petit robe noir, il celebre tubino nero dalla linea più semplice possibile, capace di rendere ogni donna uguale alle altre, ma con immenso stile. Perché Coco era una fervente fedele dell’idea di una moda democratica, legata alla proposta dei medesimi modelli in cui sono i tessuti e i dettagli a fare da variante. Non a caso il suo credo è sempre stato “la moda passa, lo stile resta”, come si vede anche nei suoi tailleur straordinari. Completata la sua visione di stile, si dedicò agli accessori.
Coco Chanel creò un atelier d’orafi in cui le gemme non preziose si accostavano a quelle purissime in gioielli opulenti, perché lei amava l’essenzialità nell’abito ma la abbinava ad accessori estrosi, come la Chanel 2.55, che fu lanciata proprio in questi anni Trenta ed è ancora la borsa più copiata al mondo.
“Quando troverò un colore più scuro del nero, lo indosserò. Ma fino a quel momento, io mi vestirò di nero!”
Coco Chanel
Con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, Chanel fu costretta a ritirarsi dalle scene, ma al suo ritorno, nel ’54, vinse ancora. Gabrielle aveva 71 anni e i critici la davano per spacciata, ma da genio rivoluzionario che era, per la nuova collezione N.5 fece sfilare il tailleur in maglia, proprio quello indossato anche da Jackie Kennedy nel giorno dell’assassinio del marito, il presidente americano JFK.
La solitudine di Coco e il suo rapporto con gli uomini
Coco Chanel era una donna di cui era facile innamorarsi, ma difficile da amare. L’eleganza e lo charme facevano parte di lei, ma il suo carattere forte, lo spirito guerriero e la tenacia la resero spesso sola. Lei soffriva di solitudine. Voglio lasciare alle sue parole il compito di raccontarvi del suo rapporto con gli uomini e la solitudine. Le sue citazioni celebri e folgoranti danno una piena idea di che donna indomita, ma infinitamente sola, fosse.
“La bellezza serve alle donne per essere amate dagli uomini, la stupidità per amare gli uomini.”
“Un uomo può indossare ciò che vuole. Resterà sempre un accessorio della donna.”
“Nessun uomo ti farà sentire protetta e al sicuro come un cappotto di cachemire e un paio di occhiali neri.”
“Se hai capito che gli uomini sono dei bambini allora hai capito tutto della vita.”
“Non c’è niente di peggio che la solitudine. La solitudine può aiutare un uomo a realizzare se stesso; ma distrugge una donna.”
Per celebrare l’anniversario tre nuovi libri sulla vita di Chanel
La bibliografia di Coco Chanel è infinita, ma mi piace l’idea di parlarvi dei tre titoli più recenti, in uscita proprio per celebrare il cinquantesimo anniversario dalla morte di Madame Chanel.
Le celebrazioni per i 50 anni senza Chanel
- Le sorelle Chanel di Judith Little uscirà in Italia l’11 gennaio presso l’editore TRE60.
Albert Chanel, rimasto vedovo e con un lavoro precario, affida le sue tre figlie, Julia-Berthe, Gabrielle e Antoinette, alle suore dell’orfanotrofio di Aubazine. Educate per diventare perfette donne di casa, Gabrielle e Antoinette mostrano da subito una particolare attitudine per il cucito e sognano una vita fatta di abiti eleganti e affascinanti gentilhommes della haute societé. Così, a diciotto anni approdano a Parigi, dove l’apertura di un piccolo negozio di cappelli segna per loro la grande svolta. Con Le sorelle Chanel, Judithe Little ci racconta la storia di due donne straordinarie che, tra mille difficoltà, sono riuscite a realizzare i propri sogni e a creare una delle più grandi case di moda del mondo.
- Un altro libro in uscita che celebra la stilista è Coco Chanel – La rivoluzione dello stile, una biografia illustrata edita da White Star. Centocinquanta splendide immagini la ritraggono e sono accompagnate dal testo della giornalista Chiara Pasqualetti Johnson.
- Cito infine Coco Chanel. Unica e insostituibile di Roberta Damiata, edito da Diarkos nella collana ‘Biografie’ e uscito il 1 dicembre scorso.
Nonostante i racconti, le biografie e i film sulla sua vita, Coco Chanel continua a rimanere un mistero. Nata poverissima, orfana e risorta, è l’icona che ha rivoluzionato il mondo della moda. Questa biografia porta alla luce nuove rivelazioni sulla donna privata, i suoi grandi amori, le sue passioni, che abbracciavano anche il mondo femminile, e i suoi immensi dolori. Tutto il profumo di un’epoca in un racconto che somiglia a un romanzo dalle sfumature forti, mescolando creazioni da sogno, intrighi internazionali e verità inimmaginabili su una donna esile che ha avuto il mondo tra le sue mani e che ancora continua con il suo mito a influenzare intere generazioni.