Per i lettori che lo hanno scoperto di recente, ormai Paolo Cognetti è “quello che scrive della montagna”. Ma di quali altri temi si è occupato questo scrittore, oltre al suo prediletto?
Un autore poliedrico
Classe 1978, Paolo Cognetti si dedica dapprima alla matematica pura (la disciplina in cui si laurea), poi alla sceneggiatura e alla realizzazione di documentari. Leggenda narra che si sia convertito alla scrittura dopo due folgorazioni sulla via di Damasco: il film L’attimo fuggente con Robin Williams, e i racconti di Raymond Carver. Quest’ultimo gli apre il mondo del nuovo romanzo americano e più in generale della letteratura d’oltreoceano.
Cognetti nutre un intenso affetto per la città di New York, alla quale dedica una serie di brevi documentari per la regia di Giorgio Carella, dal titolo Scrivere/New York. Ne sono protagonisti nove scrittori americani: Donald Antrim, Nathan Englander, Adam Haslett, A.M. Homes, Shelley Jackson, Jonathan Lethem, Rick Moody, Gary Shteyngart e Colson Whitehead. La scrittura e la Grande Mela si congiungono anche in una sorta di originale guida turistica, New York è una città senza tende, edita da Minimum Fax) e nella raccolta di racconti New York Stories, curata per Einaudi. Senza dimenticare l’originale Tutte le mie preghiere guardano verso Ovest, sul rapporto fra New York e il cibo, pubblicato da EDT.

Tra montagna e città
Cognetti ha scritto per Minimum Fax anche tre raccolte di racconti: Manuale per ragazze di successo, Una cosa piccola che sta per esplodere e Sofia si veste sempre di nero. Una scelta inusuale nel panorama letterario italiano, ma che l’autore ha perseguito forse grazie al suo legame con la narrativa americana contemporanea, che trova nel racconto breve una delle sue più alte espressioni.
Il grande amore di Paolo Cognetti è però, come già accennato, quello per la montagna. Il grande pubblico lo ha scoperto quando, nel 2017, Cognetti ha vinto il Premio Strega con il romanzo breve Le otto montagne, per Einaudi, ambientato nella zona del Monte Rosa fra ricordi d’infanzia e scelte necessarie al percorso della vita da adulti. L’anno dopo, sempre con Einaudi pubblica l’autobiografico Senza mai arrivare in cima, Viaggio in Himalaya, mentre è di poche settimane fa l’uscita di La felicità del lupo: la storia di un uomo che, grazie alla montagna, ritrova se stesso.
