Quella del Coachwriter o Writer coach è una professione ancora poco conosciuta nel nostro paese. Tuttavia, negli ultimi anni anche in Italia questa figura ha inziato a farsi largo sempre di più nel panorama editoriale. Per quanto a vote il suo ruolo venga a volte confuso con quello dell’editor. In realtà questo professionista si configura come un vero e proprio trainer della scrittura. Capace di motivare, guidare e supportare gli scrittori dal concepimento alla realizzazione della loro opera. Scopriamo chi è il Coachwriter e quali sono le peculiarità di questo nuovo mestiere.
Cosa fa e chi è il Coachwriter?
Si tratta di un mestiere relativamente nuovo. Che solo in tempi recenti ha assunto una sua designazione e specificità. Tuttavia, è dalla notte dei tempi che esistono delle figure che supportano, ispirano e incoraggiano gli autori. Aiutandoli a ricostruire, arricchire e scrivere le loro storie. O semplicemente motivandoli a farlo. A proseguire nonostante le difficoltà. Individuando gli obiettivi da raggiungere e i passi da compiere step by step.
Sono in molti ad avere tante belle idee, storie da raccontare, illuminazioni, oltre alla capacità di scrivere bene. Ma quando si tratta di passare alla concretizzazione delle idee e alla stesura della storia si trovano in difficoltà. Anche chi ha il dono è sente ardere in sé il sacro fuoco della scrittura, a volte, si può bloccare. E persino rinuciare a dar vita, oppure a portare avanti la propria opera.
Ebbene, Il Coachwriter è una sorta di mentore, di motivatore e di guida per autori o aspiranti tali. Capace di stimolarli e aiutarli a iniziare e procedere nello sviluppo dei loro progetti. Sia attraverso suggerimenti tecnico pratici, riguardo alle tecniche e strategie di scrittura. Sia in termini di pianificazione e organizzazione del lavoro. Dal concepimento fino alla pubblicazione. Ecco perché in alcuni casi lo si paragona a un editor. Ma di fatto si tratta di due professioni ben distinte.
Quali competenze bisogna possedere in questo nuovo mestiere?
Competenze letterarie
Indubbiamente deve possedere spiccate competenze letterarie. Egli infatti fornisce suggerimenti, spunti e riflessioni nel merito del testo. Sia dal punto di vista stilistico sia concettuale. Deve quindi padroneggiare benissimo le diverse tecniche di scrittura creativa. Dall’ideazione alla creazione dei personaggi. Dalla costruzione dell’intreccio allo snodo della storia.
Inoltre il Coachwriter propone interpretazioni sull’opera e consiglia soluzioni per superare le fasi di impasse. Aiutando lo scrittore a prospettare i diversi scenari di sviluppo della sua storia. A riprenderla in mano e darle nuovo impulso. Proiettandola verso orizzonti alternativi.
Competenze editoriali
Il writer coach deve anche aiutare l’autore a capire se prendere la strada del self-publishing oppure cercare un editore serio che creda in lui. Certo un editor e un agente letterario possono fornire adeguati consigli.
L’agente letterario mette l’autore in contatto con le case editrici, per esempio. Eppure anche in questo caso l’apporto del writer coach è fondamentale per chiarire meglio obiettivi e aspettative. Scegliere l’auto pubblicazione ha una serie di implicazioni. Bisogna capire se si è disposti a farsene carico. Così come, dall’altra parte, ad accettare le condizioni imposte da un editore.
Non sempre conosciamo tutti gli aspetti di una scelta e né preoccupiamo di metterla in relazione con la nostra indole, con la capacità di fare fronte agli impegni presi o di accettare che altri, come gli editori, decidano per noi. Ecco che l’intervento del coachwirter si può rivelare estremamente illuminante per procedere con le nostre valutazioni e vagliare le diverse opzioni.
Questo professionista deve perciò conoscere approfonditamente il mondo dell’editoria. In tutte le sue sfaccettature. Dai criteri di pubblicazione alle logiche del mercato editoriale, dalle caratteristiche e potenzialità dell’ editoria online alle strategie di business.
Competenze psicologiche e di coaching
A tutte le professioni d’aiuto o che forniscono supporto e consulenza sono richieste delle competenze psicologiche fondamentali. Prima di tutto l’empatia e la capacità di ascolto attivo. Ovvero, sapersi immedesimare nel punto di vista e immergere nelle emozioni altrui, ma senza perdere la propria centratura. E sapere ascoltare in modo totalmente autentico, empatico, fiducioso, attento a cogliere tutti i segnali che l’interlocutore ci invia. Mettendo da parte i nostri pensieri e pregiudizi. Senza trarre anticipatamente delle conclusioni.
In un mestiere come quello del coach, lo sviluppo di queste abilità è indispensabile. Insieme alle altre competenze specifiche di coaching. Come la capacità di motivare, ovvero insegnare a porsi degli obiettivi e perseguirli nonostante gli ostacoli, le difficoltà e persino i fallimenti. Il suo ruolo è anche quello di aiutarci a guardare ai fallimenti come a delle opportunità di crescita.
Un coach deve quindi sapere come individuare gli obiettivi raggiungibili a breve, medio e lungo termine. Aiutandoci a procedere a piccoli passi, per poi concretizzare realmente dei progetti e accrescere la nostra autoefficacia. E di conseguenza l’autostima. In questo modo può aiutarci a superare i nostri limiti passo a passo. Imparando a credere di più in noi stessi e a spostare il locus of control all’interno, sentendoci padroni della nostra vita. E non più in balia del vento del destino.
Al Coachwirter è richiesta prima di tuttob una formazione nell’ambito del coaching e lo sviluppo di queste abilità. Che dovrà applicare al suo specifico ambito di competenza: la scrittura e l’universo editoriale.