ChatGpt torna finalmente in Italia! A comunicarlo è OpenAi, che ha reso nota la notizia il 28 aprile, con ben due giorni d’anticipo rispetto alla scadenza stabilita dal Garante per la protezione dei dati personali. Il servizio di scrittura tramite intelligenza artificiale è quindi di nuovo disponibile, tuttavia ci sono ancora alcuni dubbi che restano irrisolti.
ChatGpt era stata interdetta in Italia a causa di una politica poco trasparente circa l’uso dei dati personali all’interno del sistema e per qualche altro dubbio relativo al ruolo dello strumento ChatGpt all’interno di alcuni meccanismi di truffa.

La risposta di OpenAi al Garante per la Privacy
OpenAi si dimostra più che collaborativa nei confronti delle richieste effettuata dal Garante per la protezione dei dati personali. Infatti, adesso è ben evidente il disclaimer nella pagina di riattivazione di ChatGpt, che dichiara l’uso dei dati soltanto per addestramento degli algoritmi, a meno che il fruitore non faccia uso del diritto d’opposizione.
Il modulo per utenti italiani ed europei per l’esercizio del diritto d’opposizione è disponibile da compilare proprio sulla pagina di ChatGpt. Questo proteggerebbe anche le conversazioni tra privati, che non potranno quindi essere utilizzate per l’allenamento dell’intelligenza artificiale.
ChatGpt torna in Italia, quindi, con una gestione più trasparente e consapevole dei flussi relativi ai dati personali dei fruitori.
ChatGPT è di nuovo disponibile in Italia #ANSAhttps://t.co/b7R1QTHu7s
— Agenzia ANSA (@Agenzia_Ansa) April 28, 2023
ChatGpt torna in Italia ma c’è ancora un grande dubbio
Come si fa a verificare che chi usa ChatGpt sia effettivamente maggiorenne? Nonostante OpenAi abbia inserito dei campi relativi al calcolo dell’età, la possibilità di falsificazione di questi dati è comunque alta.
Ciò non rientrerebbe tra le competenze di OpenAi, non sta all’azienda americana il compito di far rispettare delle regole che dovrebbero essere amministrate individualmente.
Eppure, questo rientra ancora tra le preoccupazioni del Garante, che nonostante i grandi passi avanti compiuti da OpenAi, ancora ha intenzione di portare avanti l’istruttoria. Infatti, presi i provvedimenti richiesti, adesso si chiede una campagna di comunicazione da OpenAi ai suoi utenti.