Il carnevale celebrato nella cittadina di Tempio Pausania, in Gallura, attira ogni anno decine di migliaia di presenze tra figuranti e spettatori
Lu Carrasciali Timpiesu è il più importante carnevale allegorico della Sardegna, membro della Federazione Italiana Carnevali. Ogni anno nella cittadina gallurese sfilano carri tra i cui temi spicca la satira politica e sociale. In attesa della prossima edizione abbiamo fatto qualche domanda a uno dei maestri cartapestai protagonisti della rassegna: Tomaso Pirrigheddu.
Artista poliedrico legato al surreale, Tomaso è illustratore, realizza pitture murali e sperimenta tecniche differenti. Nel campo della scultura si è confrontato con svariati materiali: legno, marmo, trachite, gesso, argilla, metallo. Ha eseguito anche diversi restauri di statue sacre. Il suo carattere un po’ lunatico ed esploratore lo conduce spesso verso l‘astratto, anche se non disdegna il realismo. Ha all’attivo diverse mostre collettive e personali, che gli sono valse premi e riconoscimenti.
Tomaso Pirrigheddu, maestro cartapestaio. In cosa consiste la tua attività artistica e come ti sei avvicinato al mondo del Carnevale?
In ambito carnascialesco, negli ultimi anni mi sono occupato di coordinare il lavoro dei carristi all’interno del gruppo col quale collaboro, avvalendomi della mia esperienza di pittore e scultore e guidandoli verso un prodotto di qualità. Ho iniziato nei primissimi anni ’90, quando fui chiamato a pitturare alcune figure per un carro allegorico.
In questi anni, qual è la cosa più bella che hai imparato e la cosa più importante che tu hai trasmesso ad altri?
Quando si ha una passione forte come la mia, tutte le nozioni che si apprendono hanno fascino e importanza. Sicuramente una delle cose più belle che ho imparato è stata accorgermi che, quando cerco di trasmettere qualcosa agli altri, in realtà sto insegnando anche a me stesso. Non tengo per me i trucchi del mestiere: li condivido con piacere. Ma la cosa principale che cerco di far passare, oltre alle tecniche, è proprio la passione per l’arte della cartapesta.
Come avviene il lavoro negli hangar, come ci si organizza e quali sono i ruoli principali?
Tutto inizia da un’idea comune: si fa una bozza, con progetto, da presentare a una Commissione che dà il via ai lavori. All’interno di un gruppo vi sono svariate figure. Un fabbro, che con alcuni aiutanti sagoma e salda il ferro. Io di solito, per realizzare i testoni dei vari personaggi, uso l’argilla per fare degli stampi in gesso. Vi sono poi altre persone che ricoprono le strutture con giornali e colla di farina Al tutto viene dato uno strato di vernice bianca, che poi si rifinisce con il colore. Non è possibile descrivere in poche parole tutta l’organizzazione che c’è dietro la realizzazione di un carro allegorico e le innumerevoli figure che vi collaborano, tra cui – ad esempio – le sarte. I mesi trascorsi dentro gli hangar sono densi di passione ma anche di sacrifici, alleviati da cene caratterizzate da una bella socialità… e da un po’ di vino. Guai se venissero a mancare questi ingredienti!
Come si diventa maestro cartapestaio?
Io ero avvantaggiato, avendo già esperienza in campo artistico. Ho avuto la fortuna di lavorare con numerosi gruppi di carrascialai, tempiesi e non, spianandomi così la strada per affrontare con più decisione i due carri istituzionali di Re Giorgio e Mannena. L’ho fatto insieme alla mia associazione di cartapestai. Dal 2011 al 2013, oltre ai due carri principali della sfilata, mi sono dedicato anche ad altri lavori su commissione, per altri gruppi. Nello stesso periodo io e un mio collega siamo stati chiamati per tenere un corso di cartapesta alle Scuole Medie. Nel 2016 ho lavorato anche per la Pro Loco, realizzando nuovamente Re Giorgio e la sua consorte. Sempre in quell’anno è stata fatta la prima scuola di cartapesta rivolta ai ragazzi del Liceo Artistico, nella quale ero insegnante. Peccato che poi questo progetto sia stato interrotto.
Quali sono stati i temi più interessanti trattati nei carri degli ultimi anni?
Difficile dirlo. Negli anni, i carri che hanno sfilato a Tempio sono stati innumerevoli, e i temi i più svariati. Sarò di parte, ma secondo me un carro molto interessante è stato il Re Giorgio che realizzammo nel 2013: un politico con la testa di maiale, che si ingozzava seduto a una tavola imbandita con aragoste e vino. Quell’anno vi furono le elezioni politiche, e il mio Re Giorgio si candidò, con tanto di manifesti attaccati ai muri e santini sparsi tra la folla. Ebbe un consenso molto alto.
Credi che nella prossima sfilata ci sarà anche un carro dedicato al Covid19?
Se in futuro ci sarà la sfilata – che penso molto lontana – è scontato che qualcuno proporrà quel tema. Ma non sarà il carro per il quale mi adopererò io. Certe cose è meglio lasciarsele alle spalle.