Il romanzo Breve storia di sette omicidi è ambientato in Giamaica, patria dell’autore Marlon James. Uno dice: la Giamaica, che ci sarà mai in Giamaica. Spiagge, mare, musica. Gente che balla, o che canta. O entrambe le cose. Purtroppo anche povertà, razzismo, delinquenza. E il reggae. Sì, quello di Bob Marley.
Breve storia di sette omicidi, cosa bisogna sapere
Intanto, che non è breve nemmeno un po’, sono quasi 700 pagine. Pagine belle pese, intense, appassionate, a volte ricche di dialogo, a volte un pieno stream of consciusness. Ci fanno tuffare in questo paese, la Giamaica, che è parte delle Grandi Antille e quindi legata a doppio filo con Haiti, la Repubblica Dominicana, Cuba e Porto Rico. Ma quando hai a che fare con Cuba vuol dire che hai a che fare anche con gli Stati Uniti, con la politica internazionale, con il contrabbando, con la CIA. Insomma uno scenario perfetto per un romanzo a metà fra il sociale, la spy story e la guerra di bande. Avrete tempo per leggere, durante le ferie? Allora, diciamolo subito, aggiungete questo libro alle vostre letture per l’estate.
Poi bisogna sapere che ci sono tanti punti di vista, quindi serve impegno per leggerlo. All’inizio: poi si viene trascinati. Ma bisogna prenderci la mano, perché le parti in gioco sono tante e ciascuna ha più di un rappresentante, ciascuno dei quali ha il suo giro di amici, parenti, amanti, scagnozzi. E musicisti. Perché, sì, Bob Marley, l’unico giamaicano veramente famoso, lo troviamo tangenzialmente anche dentro questo romanzo.
L’armonia delle voci
Marley, però, non compare mai direttamente: solo nelle parole e nelle azioni altrui. Tutti ne parlano, perché è un grande cantante e sta per tenere un grande concerto. Tanti lo corteggiano, perché ha i soldi e da quelle parti chi ha i soldi è ambito. Qualcuno lo vuole morto, perché è un simbolo e parla di pace, di speranza, di pensieri che vanno oltre la politica, il denaro, la droga. Ci sono moltissimi personaggi: un giornalista, diversi capobanda, ufficiali della CIA, un disertore della CIA, poliziotti corrotti… perfino una ragazza che con Marley ha un unico punto di contatto: una volta ci è andata a letto.
E ogni personaggio ha la sua voce, dal burocrate che parla in tono formale all’anziano che mastica le parole lentamente, ai teppisti con il loro gergo… ogni voce racconta la sua parte, racconta il suo pezzo di storia che va a incastrarsi con gli altri pezzi e con gli altri personaggi. Breve storia di sette omicidi è un coro, un gigantesco coro che raggiunge un’armonia efficace, ricca, ritmata, talvolta in controtempo. Insomma reggae.