Se ne sente parlare da tanto, ma il fenomeno book social non è soltanto un tormentone da stories su Instagram. Il ruolo dei bookblogger o influencer di libri è oggi molto più importante di quello che si crede. Al di là del contenuto social, queste figure portano avanti i valori e la passione di un settore che per molti “è in crisi da sempre”. Eppure, attraverso i profili book social, la letteratura e l’editoria rappresentano davvero una passione senza tempo.
Post curati, storie ad hoc per lettori, consigli letterari e rubriche sui libri: i bookblogger diventano a tutti gli effetti un collegamento tra i lettori e l’editoria, tra editore e libraio. Ognuno a modo proprio, tra simpatia e romanticismo, ma tutti con una forte empatia: il mondo book social è un modo reale e immaginario (viva la fantasia dei libri) per connettersi e creare un ponte con i lettori.
Lettori che diventano inevitabilmente followers, nel campo book social è facile così crearsi una community e fidelizzare i propri lettori. Quello che conta, però, è farlo in maniera autentica e originale: ognuno con la sua personalità. È così che fanno i due influencer di libri Cristina (in arte e instagram: solo_un_altra_pagina) e Giordano Milo. Con loro abbiamo affrontato il tema del book social e dell’importante di creare una community intorno ai libri.
Book social: conosciamo Cristina, solo_un_altra_pagina
Il progetto di Cristina è nato in un momento in cui aveva realizzato che i suoi studi non la stavano più dando le soddisfazioni che sperava. E, riguardandomi indietro, si era resa conto che i libri erano stati l’unica vera costante della sua vita. Il suo profilo non è soltanto un posto dove perdersi tra scaffali di libri, ma anche un modo per entrare nella sua colorata vita. La cura, la coerenza e la dolcezza con cui condividere i suoi post hanno permesso ai suoi followers di stringere con lei un legame quasi d’amicizia.
“Ho aperto il profilo Instagram ormai quattro anni fa quando ho capito che i miei amici non ne potevano più di sentirmi blaterare a proposito delle mie letture (scherzo, sono dei santi), ma che comunque cercare un pubblico più vasto con cui parlare, confrontarmi e discutere della mia più grande passione poteva essere una buona idea” ci racconta la bookblogger.
“Se dicessi che solo_un_altra_pagina quando è nata aveva una missione chiara e un obiettivo preciso mentirei, è stato tutto improvvisato, cercando ogni giorno di trarne il meglio possibile, di offrire i migliori contenuti, ma senza mai snaturarmi, cercando di rimanere sempre me stessa.
Ed è proprio per questo che spesso nel mio feed e nelle stories compare la mia vita privata o meglio, ciò che voglio mostrare della mia vita privata.”
Fenomeno community e book social
E sul fenomeno book social, è stato inevitabile finire a parlare di community con Cristina:
“La community che si è creata in questi quattro anni è quasi quella di una famiglia allargata ed è venuto naturale condividere parte della mia vita privata con loro. Mio padre, in particolare, riscuote sempre molto successo ahaha
In realtà se oggi sono una lettrice forte devo tutto ai miei genitori, sin da piccola mi hanno spinta a leggere, sono cresciuta in una casa in cui i libri sono sempre stati protagonisti, le incursioni in libreria sono state sempre dei veri e propri raid alle spese dei poveri portafogli, insomma, era inevitabile che la lettura diventasse una passione così forte.
In poche parole quello che a oggi cerco di fare con la mia community è proprio quello che i miei genitori hanno fatto con me: crescere insieme in un posto pieno di libri, cercare di offrire i migliori consigli con tutta la passione che ho, instaurare una certa intesa, un rapporto di fiducia.
E se anche solo una persona acquisterà un libro per merito mio, beh, io potrò ritenermi solo che soddisfatta.”
Giordano Milo,
Allo stesso modo, anche il bookblogger Giordano Milo si inserisce nel fenomeno book social con autenticità e delicatezza. I suoi contenuti non sono mai casuali, e c’è sempre dietro la volontà di trasmettere la sua passione e informare. Da qualche anno il suo profilo personale di Instagram si è trasformato in una specie di vetrina delle sue letture, un po’ come un diario di viaggio. Ne è nato quello che oggi si definirebbe un profilo da ‘bookstagramer’, che se inizialmente conteneva solo le ‘sue’ letture – quelle obbligate per imposizione accademica o quelle scelte per diletto. Si è poi evoluto per affiancare a queste anche altre letture fatte a titolo di collaborazione con autori o editori.
Giordano collabora ormai stabilmente con una piccola casa editrice indipendente, Caravaggio Editore, per le cui collane di classici – dirette dal prof. Enrico De Luca – si occupa di correggere le bozze dei volumi e, talvolta, di revisionarne le traduzioni.
I lati positivi e negativi del book social e lettura smart
Proprio con Giordano abbiamo analizzato il concetto smart della letteratura. E, come ci ha detto lui stesso, se per ‘approccio smart’ si intende la tendenza sempre più diffusa a leggere da dispositivi digitali anziché dal libro cartaceo, direi che in termini meramente utilitaristici i benefici sono di molto superiori ai costi. Ci racconta così la tua esperienza:
Quando ho iniziato a correggere bozze, alle prime esperienze finivo per stampare tutte le pagine, perché – mi dicevo – correggendo un testo attraverso uno schermo anziché dalla carta stampata avrei fatto molta più fatica. Con il tempo, poi, ho capito che quello spreco di carta non valeva la pena, e mi sono abituato a scovare i refusi e le formulazioni meno chiare direttamente dalla bozza digitale. I vantaggi di leggere in digitale sono immensi, non solo dal punto di vista ecologico ma anche da quello di una maggior praticità: da un piccolo dispositivo che possiamo portare pressoché ovunque (volendo, anche dal proprio smartphone) possiamo leggere una quantità potenzialmente infinita di libri.
Questo perché il libro è un oggetto più complesso delle pagine che contiene – per usare una terminologia filosofica: il libro non è la somma mereologica delle sue parti. Il libro è un oggetto unico, la cui concretezza entra nell’esperienza di lettura, inevitabilmente determinandola. Per un qualche pregiudizio che abbiamo ereditato dal passato siamo forse portati a considerare la lettura come un’esperienza meramente cognitiva, in cui leggiamo una storia e ne traiamo una morale, per così dire. Trascuriamo però che l’esperienza di lettura è un’esperienza a tutti gli effetti multisensoriale: la vista, il tatto e forse persino l’olfatto vi giocano un ruolo fondamentale.
Tra i libri, la condivisione della vita
Così come per Cristina, anche per Giordano il profilo è un modo per condividere la propria vita. E alla domanda: Sul tuo profilo concili la condivisione dei libri con altri aspetti della tua vita, è un modo per dimostrare quanto sia parte della tua quotidianità? Ha risposto così:
Certamente. La lettura è a tutti gli effetti parte della mia quotidianità, anche se – come dicevo – ci sono periodi in cui perdo la bussola e devo staccare la spina per un po’. Sono felice per chi dovesse non aver mai avuto un blocco del lettore, ma credo che anche questo faccia parte della nostra vita, e che ogni tanto possa addirittura essere proficuo. Non riesco a immaginare (se non con una certa dose di angoscia) una vita in cui ogni mese ci si senta in dovere di leggere un gran numero di libri, che inevitabilmente – con questo spirito – si finirebbe per fagocitare. Proprio in quanto parte della mia quotidianità, la lettura per me non può diventare qualcosa di totalizzante.
Mi sembra preferibile porsi degli obiettivi (se proprio vanno posti) più modesti, e trovare un giusto equilibrio con le altre passioni e gli impegni, ricordando che una delle cose più belle della lettura è proprio il fatto che unisce le persone (e non che le divide per chiuderle in casa a macinare pagine). Sebbene infatti il ‘bookstagram’ abbia innescato alcune dinamiche a mio avviso nocive – come appunto la gara a chi legge più libri – Instagram e i social media in generale si sono mostrati degli strumenti con potenzialità fenomenali, che possono mettere in contatto le persone anche(sebbene non solo) attraverso i libri. Book tour, gruppi di lettura, discussioni pubbliche e dirette con gli autori lo hanno senz’altro dimostrato.
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In questa rubrica presentiamo nuovi mestieri: book blogger e youtuber che si affacciano nella nuova contemporanea scena editoriale. Tra nuovi strumenti e una passione senza tempo, ogni creator ci racconta il suo mondo e ci coinvolge nelle sue storie. Se siete curiosi di scoprire anche nuovi autori emergenti, potete leggere sul nostro Magazine sempre nuove interviste, come quella ad altri blogger.
1 commento
La velocità con cui il mondo cambia pelle rischia sempre di emarginare chi è nato già da parecchi decenni. Ad esempio, io ho continuato a ignorare il fenomeno book blogger finché la passione antica della lettura non mi ha portato alla scrittura e da questa al desiderio di confrontarmi su quello che scrivevo. In una catena di scoperte, ho appreso che oggi un libro trova lettori attraverso queste figure, che sanno ‘muovere’ e orientare gli acquisti. Confesso che ancora non mi sono chiari tutti i meccanismi che hanno portato a questo, ma di certo una persona non più giovane si chiede come inserirsi in un simile sistema, non possedendo alcuna dimestichezza con i vari social. Mi chiedo se nessuno si sia posto il problema di un mercato che estromette chi non ha specifiche abilità, che non necessariamente fanno il paio con la capacità di scrivere un buon libro. Perché se è bello sapere che c’è chi si spende per trasmettere una passione che gli è stata ‘donata’, e se questo fa pensare a una sorta di missione, ci si chiede però se nella missione possa rientrare procurare lettori ‘anche’ a chi non è abbastanza ‘social’, per età o temperamento. Come scelgono questi nuovi professionisti i libri da proporre ai propri followers?