Negli ultimi anni chi è molto interessato al mondo dei libri ha visto nascere il fenomeno book social su canali come Instagram. Si tratta di profili e progetti di bookblogger, booktuber o comunque bookinfluencer dedicati al settore dell’editoria. Una panoramica sulla letteratura e i libri, con ampio spazio alla creatività, che coinvolge molti lettori (o meglio, followers).
All’evolversi del fenomeno book social, aumentano anche le critiche di chi crede molti di questi bookblogger parlino di libri con superficialità. Other Souls ha intervistato tre esempi di influencer di libri che dimostrano proprio il contrario. Sono i profili di Vanessa Strabla (in arte @libridifuoco), le ragazze di @rismetempestose, Benedetta, Ilaria e Luisa, e Andrea rotella (in arte @leggersi_leggendo).
La loro cura e l’attenzione dei singoli contenuti trasmettono una passione autentica dell’editoria. E non solo, il punto di vista di questi tre book blogger di successo ci fa luce sulle prospettive, dinamiche e segreti del fenomeno book social. Conosciamoli insieme in queste interviste.
Risme tempestose: un trio di donne nel mondo book social
Risme Tempestose è una pagina Instagram nata dalla volontà di condividere con una community la passione per la letteratura e per lo spettacolo. L’idea prende vita e si sviluppa nel marzo 2020, durante il primo lockdown. Improvvisamente Benedetta, Ilaria, Luisa si sono trovate isolate, con il bisogno di sentirsi quotidianamente per telefono e confrontarsi su pensieri e opinioni in merito alle letture che in quel periodo riempivano le loro giornate grigie. Durante una delle loro call si sono dette «ma perché non diventiamo anche noi delle bookstagrammer?». Ed eccole qui.
Lo step successivo è stato scegliere un nome divertente e accattivante che potesse rappresentarci al meglio. Risme Tempestose, oltre a richiamare un classico della letteratura, pone l’accento sia sul nostro lato ironico sia sui nostri caratteri inquieti, curiosi, sempre in cerca di nuovi stimoli e avventure.
l loro profilo è colorato, un posto in cui ogni sfumatura di interesse viene condivisa con un’empatia molto speciale. Donne, giovani, che insieme trasmettono le loro passioni ognuna con la loro personale originalità. Ed è per questo che abbiamo cercato di indagare il loro legame. Siete in tre ma l’anima del profilo è unica. Il digital per voi è stato un modo per conciliare i vostri interessi e soprattutto per trasmetterli in maniera originale ai vostri lettori? Come il social aiuta a riunire diversi interessi?
Ci siamo conosciute durante un Master in Critica giornalistica presso l’Accademia Nazionale d’Arte drammatica Silvio D’Amico di Roma. Ognuna di noi proveniva da una città diversa (Firenze, Bologna, Napoli); avevamo background culturali differenti ma ci siamo attratte come calamite. L’amore per lo spettacolo, per la scrittura e per la cultura in senso ampio è tutt’oggi il nostro punto di contatto. Dopo la parentesi romana abbiamo intrapreso strade diverse che ci hanno riportate lontane fisicamente ma che non hanno posto limiti alla nostra amicizia.
Per noi i Social, e Risme Tempestose in particolare, sono uno strumento utile per accorciare le distanze; lo abbiamo capito ancora di più durante questo lungo periodo di pandemia. Trovandoci costretti a rinunciare alla nostra vita sociale, i Social ci hanno permesso di rimanere connessi, ognuno con la propria community. Il digital è per noi libertà: attraverso la multimedialità che lo connota possiamo esprimere a 360° le nostre passioni, condividendole con gli altri, oltre frontiere geografiche, sociali e culturali.
Libri di fuoco: la passione di Vanessa
Con una dolcezza simile, anche Vanessa Strabla (su instagram @libridifuoco) riesce a condividere con i suoi followers la passione per i libri con contenuti sempre originali. Un profilo che dal 2019 è nato per mostrare l’anima “dei libri o la mia ancora non lo so” ci racconta Vanessa, tramite il racconto delle sue letture. Un libro per volta, una recensione dopo l’altra, il suo spazio Instagram ha iniziato ad allargarsi e ad accogliere sempre più persone con cui la giovane ragazza è riuscita a creare un rapporto di fiducia reciproca. Un rapporto di fiducia che ha dato molta energia alla bookblogger per intraprendere questo percorso. Lei stessa, ce lo racconta così:
Senza questa fiducia, probabilmente, Libridifuoco sarebbe ancora fossilizzato alla semplice vetrina di recensioni, cosa che nel tempo è andata sempre più in dissolvenza. Il motivo è semplice, e vorrei usare una delle frasi più conosciute di sempre per spiegare cosa è successo quando la mia pagina Instagram ha ampliato i suoi orizzonti, ed è: “io contengo moltitudini”. Come dicevo, io sono Vanessa, ho 26 anni e non sono solo un colore o una libreria disordinata e sempre in ampliamento. Sono sì un colore, ma anche tutte le sue sfumature, e sono sì una libreria, ma anche la casa in cui questa si trova, e il quartiere, e la città.
Cercando “libridifuoco” nel motore di ricerca di Instagram e scorrendo tra i post, quello che ci si troverà davanti non sarà ciò che immaginavo di creare quando ho aperto questo spazio. Ci sono io, a 360 gradi, e il risultato di questi due anni di libridifuoco è che, fidandomi della fiducia che mi è stata data dalla mia community, ho iniziato a lavorare su di me spingendo la mia community a lavorare su di sé.
Crescere attraverso la condivisione
Il progetto di Vanessa ha un obiettivo: potersi servire dell’interazione con gli altri per continuare a crescere e a far crescere. Creare dialogo, scambiare idee, condividere esperienze. Prima erano esperienze legate solo alla lettura, ma dietro questo mondo c’è molto di più. E infatti nel profilo di libridifuoco si parla anche di patriarcato, di mare, di violenza di genere, di università, di amore, di donne e di accettare la pelle in cui siamo nati. Per questo, abbiamo voluto chiedere qualcosa in riferimento alla sua diffusione.
Il tuo profilo concilia la passione per i libri anche a ideologie e battaglie più specifiche, come i riferimenti al femminismo. Credi che il mondo dell’editoria digital sui social rappresenti un canale per divulgare più facilmente anche queste tematiche?
Credo che qualsiasi canale sia perfetto per trattare tematiche così urgenti, ma in un mondo come il nostro è necessario sfruttare al meglio i canali digitali. Nonostante la società sia più aperta, le tematiche legate ai diritti umani, all’uguaglianza e all’accettazione del “diverso” rimangono argomenti spinosi, sia che vengano affrontati su un social sia che se ne parli ad un pranzo di famiglia.
Book social anche come strumento di battaglia?
I social forniscono a tutti la possibilità di dire la propria, e questa è, come ben sappiamo, un’arma a doppio taglio: argomentazioni positive o negative hanno lo stesso diritto allo spazio, alla visibilità, alla libertà di espressione. Perciò è più importante concentrarsi su quale delle due categorie rappresenta al meglio il nostro lavoro sui social. La parola su cui cerco sempre di concentrarmi, quando scelgo di trattare una tematica che mi sta a cuore, è il perché.
Non il come, non il dove, non il quando e nemmeno quanto sia conveniente parlarne. Il mio focus va sempre a posarsi sul perché. Che io parli di attacchi di panico, di femminismo, di accettazione delle proprie imperfezioni, di lotta al patriarcato, di apparecchio ai denti o di violenza sessuale in contesti bellici, quello che cerco di non perdere mai di vista è il motivo per cui lo faccio. E la risposta è sempre e solo una: per non smettere mai di essere parte integrante del cambiamento. Il mondo dell’editoria digital deve necessariamente continuare ad essere parte del cambiamento, e i social sono uno strumento che viene messo nelle mani di chiunque.
Andrea Rotella, il progetto di leggersi_leggendo
“Se dovessi scegliere un unico termine per illuminare l’idea dietro Leggersi Leggendo, utilizzerei la parola “viaggio”. Così si presenta a noi Andrea Rotella, un bookblogger molto seguito che cura il suo progetto sui social con molta premura e passione. Quello che cerca di portare nel suo giovane profilo – compirà infatti un anno a luglio – è proprio un dialogo, frutto di quel viaggiare. Scrive solo di libri che ha letto personalmente e Instagram (anche se utilizza anche Facebook e scrive per un blog) gli è parso il luogo più indicato dove tenerne. Ci ha colpito proprio la sua componente evocativa, un modo di comunicare che instaura un vero legame con i suoi lettori. Un viaggio a tutti gli effetti, come ci racconta Andrea:
Prima di tutto tra i libri; a volte un viaggiare in solitaria – l’autore, il libro, il lettore – altre un’avventura condivisa con i tanti amici conosciuti in questo percorso. Ma anche un viaggio nel tempo e nei luoghi, che mi pare spesso abbia un’unica meta ultima. Noi stessi. Questo sia perché nel viaggio di ritorno da un libro portiamo sempre qualcosa di noi – che era lì e aspettava di essere notato – sia perché i libri hanno il potere – in un tempo eterno e sospeso – di farci dialogare con grandi autori, il loro mondo e il loro vissuto. Un dialogo, altrimenti, spesso impossibile.
Quando lo scorso anno ha inaugurato il profilo Leggersi Leggendo Andrea era assolutamente ignaro della grande comunità di lettori, bookstagrammer, editori e altri animali mitologici che popolavano questo social media. Ma è riuscito a trovare il suo spazio in questo mare.
Book social, per accorciare le distanze
Il mondo digitale – in accezione ampia – ha offerto sicuramente l’opportunità di dialogo con una comunità di lettori enorme. Ma non è sempre tutto facile, per questo abbiamo chiesto ad Andrea di parlarne. Quale pensi che siano i più grandi lati positivi e negativi dell’approccio smart anche per i libri e la letteratura?
Sono state abbattute tante barriere. Così come rivoluzionaria è la possibilità di “dialogare” con autori contemporanei raggiungibili qualche anno fa solo nelle manifestazioni ufficiali (che speriamo comunque tornino presto). Le distanze si “sono accorciate” e si sono costruiti ponti. C’è un senso di comunità forte in cui ognuno ha la propria “casa”. Da alcuni passi a prendere un caffè, ti fermi per cena o per un week end. Altre volte suoni, ma non risponde nessuno; magari hanno cambiato residenza senza avvisare. Da altri ci passi alla larga.
In generale portare i libri e la letteratura nel mondo digitale e in particolar modo nei social mi sembra sia stato anche uno scardinare alcuni pregiudizi. Ad esempio pensare di fotografare una tazza di caffè affianco a un libro di Pavese all’inizio a molti è sembrato – e può ancora sembrare – quasi una mancanza di rispetto. Quello che conta però credo siano i contenuti. Su questi penso si giocherà nei prossimi anni il proseguo di queste esperienze e anche un punto di equilibrio tra varie le varie istanze in gioco. Lo stesso mercato editoriale ne è uscito rivoluzionato. Gli autori hanno maggior possibilità di (auto)pubblicazione; per blog, riviste, case editrici è più semplice promuovere il proprio lavoro. Ma non sempre “di più è meglio”. Anche qui, sono i contenuti, la qualità e credibilità.
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In questa rubrica presentiamo nuovi mestieri: book blogger e youtuber che si affacciano nella nuova contemporanea scena editoriale. Tra nuovi strumenti e una passione senza tempo, ogni creator ci racconta il suo mondo e ci coinvolge nelle sue storie. Se siete curiosi di scoprire anche nuovi autori emergenti, potete leggere sul nostro Magazine sempre nuove interviste, come quella ad altri blogger.