Blood, Sex and Royalty è la nuova docuserie Netflix che parla di storia in termini contemporanei. Brillante, accurata e spiritosa, restituisce umanità a figure incontrate nei libri di scuola. E da dove cominciare, se non dall’amore tortuoso di Enrico VIII e Anna Bolena?

Blood, Sex and Royalty
1522, una nuova dama fa il suo ingresso alla corte inglese: è Anna Bolena, che subito spicca su tutte le altre cortigiane per grazia e acume. Non guardarla è impossibile, lo sanno bene Henry Percy e il poeta Thomas Wyatt.
Anna non è una presenza costante a corte, i pettegolezzi amorosi che la riguardano spingono i Bolena a isolarla al castello di Hiver. Lo stesso Enrico si accorge di lei soltanto quattro anni dopo il suo arrivo, i due infatti stringono un rapporto più intenso dal 1526.
Chi di scisma ferisce…
La vicenda è conosciuta a tutti: quella di Anna Bolena su Enrico è quasi una magia, per averla il re d’Inghilterra cambia la storia della nazione separando la chiesa inglese da quella di Roma. L’attesa per stare insieme è lunga anni e il loro matrimonio finisce in tragedia, è vero, ma dà frutto: Elisabetta I, la Regina Vergine.
Netflix, in Blood, Sex and Royalty mostra molto più che un semplice elenco di fatti. Anna, Enrico, i Bolena tutti e le personalità di corte sono tratteggiati alla luce di una documentazione ricca di dettagli. Il lavoro degli storici è accurato e si mescola bene a una narrazione presentata allo spettatore in maniera quanto mai contemporanea, comprensibile e sì, anche leggera.
Anna Bolena ed Enrico VIII
La storia di Enrico VIII e Anna Bolena è stata oggetto di numerosi libri e film, il perfetto racconto di un mito immortale che dimostra, una volta in più, quanto la pura realtà sia capace di tessere trame degne dei migliori romanzi.
Negli anni, però, il lavoro storico sulle figure prese in esame si è fatto più scrupoloso e ha restituito agli appassionati dei Tudor non più il ritratto di un re folle e un’arrampicatrice sociale, ma delle figure solide e innovatrici, autentiche nei loro pregi e difetti.
Blood, Sex and Royalty dimostra attraverso lo studio delle testimonianza che Anna Bolena non è una strega ammaliatrice ma una donna ben conscia della propria posizione e dei propri tempi.
Anna è colta e istruita, accoglie idee riformiste in materia religiosa, quali per esempio un più intimo rapporto con Dio attraverso la traduzione inglese della Bibbia. La sua cultura e la sua indipendenza sfidano la società del tempo e la rendono interessante agli occhi dei più.
Quando il re le dimostra interesse, Anna sa che i privilegi derivanti dall’essere la sua amante sono lusinghieri e temporanei, dunque si nega. Enrico, da cacciatore, non può fare a meno di cogliere la sfida.
Che questa sfida abbia portato al sentimento non è finzione, ma storia. Sono arrivate al presente lettere su lettere che testimoniano un sentimento sincero, talmente forte che il divorzio da Caterina d’Aragona è una lineare conseguenza.
…di scisma perisce
La scelta di Enrico è dettata soltanto dal cuore, dunque? L’analisi storica insegna a essere romantici, ma con un tocco di praticità. Cosa può aver indotto il re a battersi per il divorzio al punto da spaccare un Paese?
I Tudor sono una dinastia debole, e questo il re lo sa bene. Anni e anni di matrimonio con Caterina non hanno portato il figlio maschio tanto atteso. Per questo, la storia con Anna Bolena appare al sovrano come salvifica: divorziare equivale a concedersi la possibilità di dare al regno un erede legittimo. Ed è proprio questo che Anna promette, e che la farà cadere.
Quello di Anna Bolena ed Enrico VIII è un amore vero e travolgente che spinge a sopportare l’impensabile: pressioni politiche, repressioni, una corte di spine nel fianco. La nuova regina si trova in una posizione scomoda poiché lo stesso scisma da lei provocato è ciò che le si ritorce contro quando il sentimento lascia spazio all’amarezza.
Blood, Sex and Royalty fa vedere molto bene quanto possa essere ripida la caduta di promette affidandosi al destino. Il sentimento dei due sovrani viene eroso dall’attesa di un figlio maschio, quello che Anna non riesce a dare alla luce.
La strada verso la fine, purtroppo, l’ha costruita con le sue mani e la sua stessa cultura.
Perché guardare Blood, Sex and Royalty?
Perché hai voglia di una serie tv di stampo documentaristico ma capace di strizzare l’occhio anche ai più giovani. Perché la storia può essere trasmessa attraverso un nuovo tipo di linguaggio, un modo orizzontale, fresco e piccante di rivolgersi allo spettatore, che può trovare così, nella Storia, figure più simili di quanto avrebbe immaginato. Perché la Storia è fatta di persone, e abbattendo i muri del tempo è possibile capire che certe rivoluzioni sono insite nell’uomo da sempre. Basta solo guardarsi indietro con un pizzico di curiosità.