Alice Scalas Bianco ha diciotto anni, è una ragazza solare e dalla spiccata intelligenza. Caratterizzata da un’ottima dialettica, ha tutti gli elementi per essere inserita tra gli autori emergenti 2021 più interessanti.
Spicca tra gli autori emergenti 2021: conosciamo meglio la finalista della 26esima edizione del Premio Campiello Giovani
Il tuo racconto, dal titolo “Ritratto di Parigi”, è tra i cinque finalisti della 26esima edizione del Premio Campiello Giovani, promosso dalla Fondazione Il Campiello-Confindustria Veneto. Che sensazione hai avuto quando hai saputo di essere stata selezionata per la finale?
Credo che il video della mia reazione quando ho sentito di essere tra i cinque finalisti sia una risposta sufficiente. Non me l’aspettavo, dunque ero emozionata, tremavo per lo stupore e per la felicità. Soprattutto, ero grata di aver reso la mia famiglia fiera di me.
Raccontaci qualcosa sul racconto. A cosa è dovuta la scelta di ambientarlo a Parigi?
Il racconto è stato scritto in un periodo non particolarmente felice, più precisamente durante due settimane di isolamento nel novembre appena passato. L’idea mi ronzava in testa da diverse settimane e finalmente avevo l’occasione per scrivere. Parla di un uomo d’affari parigino che, in seguito a un incontro con una figlia che non sapeva di avere, attraverserà una crisi esistenziale, mettendo in dubbio le sue scelte di vita e la sua stessa persona. C’è una forte parte autobiografica, posso dire senza dubbio che è stato un racconto assai catartico per me, ma tanto è anche frutto della fantasia.
Parigi: al centro di rapporti sentimentali e arte
La scelta di Parigi è simbolica: prima di tutto, la mia famiglia risiede anche lì, poiché mio nonno è parigino. Inoltre, da ormai un anno sono fidanzata con un ragazzo che vive proprio nel sedicesimo, quindi avevo appena visitato la città. Infine, sono fermamente convinta che Parigi sia una città dal doppio volto: risultano dunque evidenti il simbolismo e la corrispondenza tra città e personaggio. È giusto aggiungere che nel racconto anche l’arte ha un ruolo fondamentale e Parigi offre tantissimi spunti artistici.
Il 4 settembre ci sarà l’esito del concorso. È dalla fine di aprile che sai di essere finalista, di avere una possibilità su cinque di aggiudicarti uno dei premi più prestigiosi per quanto riguarda i giovani aspiranti scrittori. Come hai vissuto − e come stai vivendo − questa lunga attesa estiva?
L’attesa del piacere è essa stessa il piacere… no? Scherzi a parte, è un’attesa piacevole, calda, che freme. Mi godo la sensazione di essere in finale, mi sento onorata, vivo appieno tutte le bellissime esperienze culturali che ho avuto il piacere di fare grazie al Campiello. Per quel che mi riguarda, tutto questo è ben più importante di una vittoria finale.
Matteo Porru – vincitore del Premio Campiello Giovani nell’edizione 2019 – ha dichiarato “Il Campiello Giovani, retorica a parte, è il perfetto caso di punto di arrivo e di partenza”, ossia il segnale che si è “decollati bene”. Già essere arrivati in finale è una buona partenza, a mio avviso. Cosa pensi dei premi letterari? Ce ne sono una valanga, e non tutti brillano per serietà, come è il tuo approccio con essi?
I premi letterari possono essere una vera e propria benedizione, un trampolino, come dice Teo. È anche vero che non tutti sono seri e purtroppo se non si sanno distinguere adeguatamente i concorsi giusti da quelli poco seri si rischia di sprecare tempo e materiale. Inoltre, i primi rifiuti possono essere pesanti (ce ne sono molti all’inizio), quindi bisogna imparare a gestirli e capire che spesso è anche una questione di fortuna. Tuttavia, ritengo che i vantaggi sorpassino gli svantaggi e posso affermare con sicurezza che parteciperò presto ad altri concorsi letterari.
Stai lavorando a qualche nuovo lavoro? Hai un romanzo nel cassetto?
Il romanzo nel cassetto è ancora in cantiere e spero che nel cassetto ci rimanga poco. Ci sto mettendo tutta me stessa e spero che il progetto a cui sto lavorando possa essere, con un briciolo di fortuna, la mia opera prima. Ma di questo mi preoccuperò poi, per ora mi limito a scrivere.