Fra pochi giorni conosceremo i candidati al Premio Strega 2021: nell’attesa conosciamo meglio alcuni finalisti del 2020
Attendiamo a breve l’elenco dei titoli in concorso per il premio letterario Strega 2021. Lo scorso anno la votazione finale si è svolta fra sei titoli anziché cinque, in favore del regolamento che prevede di poter allungare la lista nel caso di ex aequo, o nel caso in cui nei primi cinque non vi sia un editore reputato medio-piccolo. Questa postilla confortante fa in modo che non siano sempre e solo le grandi case editrici a contendersi il primo posto.
La finale 2020
Sandro Veronesi, Il colibrì (La nave di Teseo)
Gianrico Carofiglio, La misura del tempo (Einaudi)
Valeria Parrella, Almarina (Einaudi)
Gian Arturo Ferrari, Ragazzo italiano (Feltrinelli)
Daniele Mencarelli, Tutto chiede salvezza (Mondadori)
Jonathan Bazzi, Febbre (Fandango Libri)

https://www.frammentirivista.it/premio-strega-2020-aspettando-finale/
Il vincitore del premio 2020, Sandro Veronesi, ha presentato un libro complesso. Racconta una storia che attraversa tutta l’età adulta del protagonista, da piccolo colibrì fino alla sua morte. Un’evoluzione fisica accompagna quella interiore, attraverso la comprensione dei meccanismi più profondi che determinano le sue azioni e la presa di coscienza delle immense possibilità che ogni individuo può sviluppare. Un racconto meno preciso e chirurgico del suo Caos Calmo, già vincitore del premio; Il Colibrì risulta a tratti prolisso, ma sfondato di alcune divagazioni superflue regala un’istantanea del nostro tempo, impietosa e nitida.
Sentimenti forti e contrastanti attraversano ogni giorno il cortile e le stanze del carcere minorile raccontato da Valeria Parrella. Un’insegnante varca ogni giorno quei cancelli, portando con sé il peso di sentirsi troppo poco utile a quei ragazzi, fino a quando il suo incontro con Almarina, una detenuta, cambia le carte in tavola. L’autrice trascina con sé il lettore in quei corridoi, spingendolo a porsi l’unica domanda davvero importante: chi è veramente il colpevole quando un giovanissimo si trova in carcere?
La parte migliore de La misura del tempo è l’affetto che proviamo per l’avvocato Guerrieri, già protagonista di molti libri di Gianrico Carofiglio e interprete dei nostri migliori pensieri. La sua correttezza e il suo senso della giustizia lo portano anche, in alcuni casi, oltre i limiti imposti dalla legge. Questo suo ennesimo caso da seguire manca forse dello spessore emotivo che troviamo nei primi appuntamenti della fortunata serie.
Febbre è un libro scritto con la freschezza e la complessità che solo un diario può avere. Opera prima di un giovane scrittore, racconta la sua storia, vissuta nelle sale d’attesa in ospedale. Una febbre incessante lo porta a una diagnosi difficile da accettare e a un percorso terapeutico necessario per sopravvivere. Il fatto che Jonathan Bazzi sia gay e la sua malattia sia l’aids, hanno sicuramente risvegliato la curiosità morbosa di molti, facendo passare in secondo piano la struttura narrativa originale e lo stile innovativo della sua scrittura.

https://premiostrega.it/PS/il-libro-vincitore-del-premio-strega-2020/
Le aspettative per il 2021
Alcuni dei titoli proposti dagli Amici della Domenica sono: Madri gotiche di Patrizia Busacca (Linea edizioni), Orgoglio e sentimento di Benedetta Cosmi (Armando Editore), Tredici lune di Alessandro Gazoia (Nottetempo), Cara pace di Lisa Ginzburg (Ponte alle Grazie), Gli affamati di Mattia Insolia (Ponte alle Grazie), Il più grande criminale di Roma è stato amico mio di Aurelio Picca (Bompiani), Biancaneve nel Novecento di Marilù Oliva (Solferino), Il medesimo mondo di Sabrina Ragucci (Bollati Boringhieri), Grande Karma di Alessandro Raveggi (Bompiani), Fiori di Mango di Isabella Schiavone (Lastoria).
Per il 2021 sono attese le candidature di parecchie autrici, vista la recente polemica sulla scarsa presenza femminile nella maggior parte dei premi letterari. Statisticamente i libri scritti da uomini vengono scelti da più lettori, a prescindere dalla qualità del testo. Essere costretti a sottolineare che la discrepanza può essere attribuita solo all’abitudine italiana alla disparità di genere non fa che allargare una crepa che va sanata con i fatti e non con le parole.