Fra i nomi della letteratura di cui l’Italia può far fregio, quello di Antonio Tabucchi spicca per brillantezza. Antonio Tabucchi nasce a Pisa il 19 marzo 1943. La sua famiglia è di origini marchigiane e toscane. Fin da giovanissimo mostra un particolare interesse per la letteratura.
Fra i libri che ha amato nell’infanzia, c’è il Pinocchio di Collodi. Durante l’adolescenza, a causa di un incidente, si troverà costretto a stare per tanto tempo fermo, con un’ingessatura. In questo periodo la sua passione per la lettura esplode, permettendogli di trasformare il riposo forzato in una miniera di scoperte. I romanzi di avventura, soprattutto quelli scritti da Jack London, e da Louis Stevenson hanno un’attrattiva tutta particolare.
“La scoperta (e la fascinazione) della letteratura venne con l’adolescenza grazie a un libro “magico” che per me continua ad essere magico, L’isola del tesoro. […] Quel libro mi trasportò verso oceani favolosi, era un vento che non gonfiava solo le vele del vascello salpato alla ricerca del tesoro ma muoveva soprattutto le ali dell’immaginazione.”
Dopo il diploma in ragioneria all’Istituto Tecnico Commerciale Luigi di Savoia di Pisa, si iscrive alla facoltà di lettere dell’Università di Pisa, dove si laureerà in filosofia nel 1967.
In seguito alla laurea, Antonio Tabucchi collabora con diverse testate giornalistiche, tra le più importanti sia italiane che straniere, tra cui “Il Giorno”, “Il Mattino”, “La Nazione”, “Le Monde”, “El País”. Successivamente diventa corrispondente dell’Ansa a Madrid, dove vive per alcuni anni. Possiamo dire che Antonio Tabucchi scrittore nasca da queste esperienze.
C’è un legame profondo che si instaura tra Antonio Tabucchi e lo scrittore portoghese Fernando Pessoa. Il loro incontro avviene in maniera fortuita e alquanto originale. Al rientro da un viaggio a Parigi, Tabucchi acquista un libro da una bancarella, l’autore è Álvaro de Campos, uno degli eteronimi di Fernando Pessoa. Da questo momento per il nostro inizia un viaggio personale che lo porterà ad amare Lisbona, il portoghese e, ovviamente, l’opera di Pessoa.
Questa coincidenza determina anche un altro importante incontro nella sua vita, quello con sua moglie Maria José de Lancastre, accademica, traduttrice e curatrice editoriale portoghese. Grazie al sodalizio anche lavorativo con Maria José, con cui fonda una rivista di lusitanistica, Antonio Tabucchi diventerà traduttore di Pessoa e suo divulgatore più autorevole in Italia e nel mondo.
Nel 1974, Antonio Tabucchi pubblica il suo primo romanzo, Piazza d’Italia, edito Bombiani, e prosegue la sua attività di scrittore parallelamente a quella di insegnante. Il suo libro Sostiene Pereira vince diversi premi e lo consacra nell’Olimpo della scrittura. Da questo libro il regista Roberto Faenza trae il film omonimo in cui affida a Marcello Mastroianni la parte di Pereira. Un’interpretazione magistrale, con un Mastroianni che riesce a trasportare dalla carta alla pellicola la figura di Pereira in maniera straordinaria.
Doveroso citare l’incipit di questo libro, che trascina chi legge nella vita del giornalista Pereira, accompagnandoci nella difficoltà di essere fedeli alle proprie convinzioni, nonostante tutto.
“Sostiene Pereira di averlo conosciuto in un giorno d’estate. Una magnifica giornata d’estate, soleggiata e ventilata, e Lisbona sfavillava. Pare che Pereira stesse in redazione, non sapeva che fare, il direttore era in ferie, lui si trovava nell’imbarazzo di mettere su la pagina culturale, perché il “Lisboa” aveva ormai una pagina culturale, e l’avevano affidata a lui. E lui, Pereira, rifletteva sulla morte.”
La vita di Tabucchi è costellata di premi e onorificenze. Su Antonio Tabucchi sono stati scritti diversi libri monografici e saggi. Lui stesso si è fatto promotore della vita e delle opere di Fernando Pessoa e della lingua e cultura portoghese. Il sito ufficiale a lui dedicato riporta in maniera chiara e facilmente consultabile tutte le informazioni su questo scrittore straordinario.
Antonio Tabucchi muore il 25 marzo, a 68 anni, all’Hospital da Cruz Vermelha di Lisbona. Le sue ceneri sono conservate nel Cemitério dos Prazeres, nella cappella degli Escritores Portugueses.
Ci lascia i suoi libri, la sua passione, la via da seguire quando, nel dubbio, la paura fa vacillare. Dopo tutto, tramite le sue parole, ci ha lasciato già tutte le istruzioni.
“La filosofia sembra che si occupi solo della verità, ma forse dice solo fantasie, e la letteratura sembra che si occupi solo di fantasie, ma forse dice la verità.”