C’è chi fa di una passione un mestiere, e chi – ancora più originale – dalla sua passione crea qualcosa di nuovo e unico. Con i nuovi strumenti di oggi, anche la diffusione dei libri e della letteratura ha mille possibilità ma alcuni blogger trovano la propria strada per creare il loro linguaggio di divulgazione. Un esempio è Anita Book, scrittrice, blogger e lettrice accanita, che con il suo canale Youtube “L’ora del libro” ha fidelizzato un pubblico di appassionati per alimentare insieme la passione dei libri, rimanere aggiornati e conoscere il mondo della letteratura oggi.
Anita Book è una giovane pugliese, dallo stile vintage e mediterraneo, che ha creato intorno alla sua passione diversi canali di divulgazione. Neil Gaiman e J.K.Rowling sono le sue fonti di ispirazioni, e sicuramente da loro ha ripreso lo spirito avvincente e sempre pronto a mettersi in gioco. Il blog “L’ora del libro” nasce nel 2008, con lo scopo principale di diffondere la passione dei libri. E ci è ben riuscita, oggi il canale stima più di 10mila iscritti ed è diventato un punto di riferimento per i grandi appassionati.
Anita Book, alla scoperta della scrittrice blogger
Al di là del blog, Anita è anche una scrittrice, affascinata dallo stile romantico di storie dell’epoca vittoriane, delle poesie alla Neruda. Ha già pubblicato tre romanzi: “Tutta colpa del prof” (Gruppo Albatros Il Filo), “Suzie Moore e il nuovo viaggio al centro della terra” (Dunwich edizioni) ed “Everlasting. Il nuovo mondo”. (Golem edizioni).E tra queste sfumature, c’è ancora un mondo da scoprire: quello di Anita Book. Conosciamola meglio in questa intervista.
Autrice e blogger, ma c’è un posto dove tutti aspettano sempre con enfasi i tuoi contenuti: il tuo canale youtube “L’ora del libro”. Credi che oggi i nuovi strumenti possano essere il miglior ponte per connettersi ai lettori? Quando si parla del futuro dell’editoria: è a partire dal digital?
Che la divulgazione letteraria spopoli nel web è un bene. Social, blog e piattaforme di condivisione video offrono una fruizione più immediata dei contenuti e la creatività del singolo lettore gode di una libera espressione, dando vita a movimenti virali, trend e nuovi modi di fare e di essere “book addicted”. La moderna tecnologia si avvale di ausili potenti per circolare su scala globale e monitora costantemente l’andamento degli algoritmi. Certo, se da una parte questo determina l’impatto che uno specifico interesse/argomento di discussione avrà sulla comunità, dall’altra può anche essere fonte di abitudini viziose e controproducenti come l’appiattimento dell’identità, lo stress da competizione, l’ansia performativa. Credo, pertanto, che sia comunque necessario non perdere il contatto con la realtà fisica del libro. Un po’ come succede con le radici dei nostri natali. Per spirito di conservazione della specie. Dai processi di stampa alle presentazioni in libreria, in una dimensione esperenziale più viva, sensoriale e autentica. Il digitale dovrebbe fornire da supporto, non da base di partenza.
Il romanzo “Suzie Moore e il nuovo viaggio al centro della Terra”
Il tuo romanzo “Suzie Moore e il nuovo viaggio al centro della Terra” prende ispirazione da un classico. Che ruolo credi abbiano oggi i classici nello scenario contemporaneo? Il legame con la tradizione, per pensare all’innovazione.
Ne Una biblioteca della letteratura universale, Hermann Hesse scrive: “Un elenco di libri che sia assolutamente necessario aver letto e senza i quali non si dà salute né cultura, non esiste. Vi è invece per ogni uomo un notevole numero di libri nei quali proprio lui, quel singolo uomo, può trovare soddisfazione e godimento”. Ciò riassume in maniera esaustiva la mia filosofia di pensiero. I classici, per quanto pionieri di forme e generi, per quanto spartiacque di transizioni generazionali e manifesti di spaccati storico-sociali, non dovrebbero divenire strumento di giudizio e segregazione culturale.
Come mentori, guidano il lettore e l’autore contemporaneo a districarsi nella giungla fitta e insidiosa del vivere, ma non possiedono l’esclusiva dell’essere stati l’unica, vera letteratura mai prodotta. Sono radici, per ricollegarci alla risposta precedente, ed è giusto che continuino a ricevere nutrimento ma non a stabilire i parametri del buono o del cattivo lettore. E purtroppo accade. Se conosci Proust e Joyce sei colto e meritevole di plausi; se frequenti la Kinsella e la Bradley non sei abbastanza all’altezza. Non desidero generalizzare ma l’ho visto e sentito succedere davvero tante volte. Un’altra massima pericolosa è quella che recita “Non si pubblica più la letteratura di un tempo”, oppure “Non puoi paragonarlo a quel capolavoro della letteratura”. Come se la letteratura fosse rappresentante di un elitarismo selettivo nei confronti della narrativa moderna e ne volesse castrare funzione e valore. I classici devono essere modelli ispiratori piuttosto che censori. Azzardo l’ipotesi, tuttavia, che la “colpa” di questa attitudine non sia da imputare ai libri in sé, quanto ai lettori che ne decidono il ruolo.
La scrittura che scombina l’intimità più remota
Suzie Moore: una protagonista che deve ritrovare se stessa. Senza chiedere quanto ci sia di autobiografico, ma per te la scrittura è un modo per riconoscersi?
Se ho imparato qualcosa dalla e della scrittura, è che non se ne può prevedere la natura. Ha questa capacità di adattamento riflettente che prende, ritaglia e scombina l’intimità più remota dell’autore e di lui soltanto. Ne fa quel che vuole, e che il lettore la rintracci o meno, talvolta è l’elemento che aggiunge una stilla di autorevolezza alla storia e ai suoi personaggi. Persino quando li dichiara immuni a tale influenza. Trattandosi di un viaggio, la stesura di un’idea narrativa ha sempre la promessa della scoperta e riconoscersi in una delle tappe può esserne la ricompensa. Quello che è importante tenere a mente, però, è che non è un meccanismo automatico né sempre volontario. Le ragioni per cui accade sono spesso imperscrutabili.
I più grandi e immortali amori della letteratura
Quasi come in uno specchio, nel tuo libro parli molto di libri. Questa componente è predominante, e indaga anche il tuo impegno nel settore dell’editoria, sotto vari aspetti. Parlaci del tuo rapporto con questo mondo.
Come i più grandi e immortali amori della letteratura, è di quelli profondi e travagliati. Da osservatore esterno, se vogliamo principiante, quando pensi al mondo editoriale ti perdi a immaginare un archetipo nella sua accezione più sentimentale. Visualizzi una sorta di officina laboratoriale dove le ispirazioni si coltivano in ampolle e l’aria è densa di un entusiasmo magico e inesauribile. Nelle rappresentazioni più favolistiche probabilmente sì, ma nella realtà nuda e cruda la verità è ben diversa. In veste di bookblogger, mi è capitato spesso di intrattenere collaborazioni meravigliose, grazie alle quali ho potuto persino instaurare amicizie preziose, e allo stesso tempo di vederne morire altre per via di incompatibilità e dissonanze nel modo stesso di concepire l’idea di “libro e divulgazione letteraria”.
Se è vero che la maniera migliore di procurarsi da vivere è attraverso le esperienze, sono state loro ad avermi aperto gli occhi sui pregi e i difetti del settore, specie dal punto di vista autoriale. Affidare nelle mani di terzi il frutto delle proprie fatiche richiede coraggio e prudenza insieme. Finire nelle grinfie di qualche impostore è piuttosto facile, purtroppo, per quanto non faccia di tutta l’erba un fascio. Trovare le eccezioni un po’ meno, ma esistono e resistono. Possono essere marchi di rinomato spessore oppure start-up e progetti di sognatori impavidi che decidono di puntare alla nobilitazione artistica del bello e del pregevole. Insomma, c’è da farsi le ossa.
Le opportunità di incontro e crescita
La riconoscenza nei confronti degli editori intercettati in questi undici anni di blogging e di tutta la gente coinvolta nella promozione di titoli e scrittori (Uffici Stampa per primi) è immensa. Devo alla stima riservata alla mia persona e alla mia passione molte delle opportunità di incontro, interazione e crescita che ho collezionato fino a oggi. Con l’avvento della comunicazione social, poi, credo che il divario tra produttore e consumatore si sia assottigliato e che sia venuto a crearsi un clima più familiare di scambio e dibattito. Un punto a favore della tecnologia di cui sopra.
La carta, l’inchiostro, il silenzio.
Tra libri, youtube, il tuo profilo Instagram: il filo che lega la tua comunicazione è la passione per i libri. In che modo credi riesci meglio a trasmetterla ai tuoi lettori, e perché credi sia il modo vincente?
Davanti a una webcam, sicuramente. Quando, nel lontano ottobre 2008, mi balenò l’idea di aprire un blog dove raccontare come i libri mi avessero salvato la vita, seppi senza esitazione che sarebbe stato per mezzo di video-recensioni, una parola alquanto sconosciuta visto che erano i forum ad andare per la maggiore. Sarebbero stati appuntamenti abituali, ogni pomeriggio alle 17.00, e avrebbero commentato una lettura al giorno. Bevevo anche del tè in tazza gigante, poi cominciò a darmi una serie di effetti indesiderati e feci voto d’astinenza per un paio di mesi. L’adolescenza mi aveva persuasa a convincermi di quanto fossi inadeguata per gli standard dei comuni teenager dell’epoca. Dopo aver superato un periodo di forte depressione emotiva, sentii scalpitare il desiderio di metterci la faccia. In ogni cosa che riguardasse interessi e aspirazioni. Così, L’Ora del Libro.
Le parole sono tra le armi più potenti date in dotazione al genere umano. Se ne spreca troppo l’energia, tutti presi a imbastire significati inediti e, a mio avviso, illusori. Pronunciarle ad alta voce, plasmarle della loro vibrazione sonora, mi dona la sensazione di amplificarne influsso e benefici. Per questo, resto del pensiero che spacciare consigli di lettura mi riesca meglio con l’aiuto di una videocamera. Un’altra storia, invece, quando è il momento di costruire mondi. Lì scelgo la carta, l’inchiostro e il silenzio.
Scopri l’autore
In questa rubrica presentiamo nuovi talenti: scrittori emergenti e blogger che si affacciano nella nuova contemporanea scena editoriale. Tra nuovi strumenti e una passione senza tempo, ogni scrittore ci racconta il suo mondo e ci coinvolge nelle sue storie. Se siete curiosi di scoprire nuovi autori, potete leggere sul nostro Magazine sempre nuove interviste, come quella a Giovanna Cinieri.