“Montalbano sono!”. Questa esclamazione è entrata ormai nelle case di tutti gli italiani, grazie alla notevole interpretazione dell’attore Luca Zingaretti. Le vicende del commissariato di Vigàta, paesino sulla costa sud della Sicilia, hanno appassionato prima i lettori e poi gli spettatori italiani. La correttezza del commissario siciliano e le sue vicende hanno acquistato ancor più notorietà con la serie televisiva dedicata al personaggio creato da Andrea Camilleri. Ma dove nasce Salvo Montalbano?
Andrea Camilleri arriva alla notorietà come scrittore a una età già matura. Il suo carattere eclettico e il suo interesse per svariati campi dell’arte lo hanno portato a sviluppare una creatività innata, che ha applicato in ogni campo in cui si è trovato ad operare.
Pubblica il suo primo romanzo nel 1978, Il corso delle cose (Lalli Editore), seguito da Un filo di fumo (1980, Garzanti) che, diversamente dal primo, incontra i favori della critica e riceve un premio letterario. Nel 1984 pubblica La strage dimenticata (Sellerio) con scarso successo. Riprende a pubblicare solo negli anni Novanta, sempre con Sellerio, iniziando a farsi notare nel panorama letterario. Sul finire del secolo, La concessione del telefono e La mossa del cavallo lo consacrano definitivamente fra i grandi.
Il commissario di Vigàta e la Sicilia
Nato a Catania il 6 settembre 1950, ma solo nella fervida immaginazione di Andrea Camilleri. Salvo Montalbano diviene per il suo creatore una finestra attraverso la quale far conoscere la sua splendida regione. Le spiagge e i reperti archeologici sono già ampiamente illustrati nel depliant delle agenzie di viaggio: a Vigàta possiamo conoscere i siciliani. Il dialetto siculo entra comunemente nei testi di Andrea Camilleri, con una facilità e una scioltezza che lo rendono perfettamente comprensibile, a tratti più esplicito dell’italiano stesso.
La creatività di Andrea Camilleri
Camilleri, con le vicende di Montalbano, non si limita a scrivere dei racconti polizieschi. Crea un nuovo filone narrativo dove il bene e il male non sono nettamente distinti, esattamente come nella realtà. Le situazioni in cui si trova il commissario di Vigàta sono dei pretesti per raccontare qualcosa di ben più profondo. Delitti, rapine o effrazioni sono i fatti di cui si occupa il commissario, ma non sono il nucleo della storia. Le motivazioni e i sentimenti che muovono le azioni dei personaggi sono ciò che conta realmente per Camilleri. Salvo Montalbano si trova a fare da tramite, è l’interprete del pensiero profondo del suo creatore. L’animo umano in tutte le sue sfaccettature è il vero protagonista: tracciato dalla sapiente penna di Andrea Camilleri che ci presenta senza veli quella realtà di cui tanto abbiamo bisogno, per non cedere agli stereotipi che cercano di negarla.