Alberto Asor Rosa muore a 89 a Roma, dove era nato il 23 settembre del 1933. Deputato, politico, saggista, critico e intellettuale fra i più militanti del secondo dopoguerra italiano, Asor Rosa è stato per anni un punto di riferimento di alcune falangi letterarie dell’Italia post-bellica.

Asor Rosa è stato, prima ancora che politico, un fervente critico letterario. Animato da quello spirito “militante” tipico degli intellettuali della ricostruzione. Si è laureato sotto la guida di Natalino Sapegno, altro colosso della critica letteraria italiana, fra i maggiori studiosi del Trecento italiano.
Asor Rosa è stato poi professore ordinario di Letteratura Italiana all’Università di Roma La Sapienza, pubblicando saggi su Manzoni, Machiavelli, Ungaretti e altri.
L’impegno politico è sempre stato importante nella vita del critico romano, diventando infatti deputato del PCI fra il 1979 e il 1980.
Fra i suoi lavori più importanti e di impatto si ricordano Scrittori e popolo, 1965; Fuori dall’Occidente ovvero ragionamento sull’apocalissi, 1992; Amori sospesi, 2017; Machiavelli e l’Italia. Resoconto di una disfatta, 2019.
Andrea Picchi
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