Il suo teschio è una bandiera che vuol dire libertà. La rivoluzione del pirata spaziale negli anni Settanta aveva solo un nome: Capitan Harlock, nato dal genio di Leiji Matsumoto, la cui notizia della morte è stata resa nota soltanto oggi dalla casa di produzione Toei.
I capolavori di Leiji Matsumoto: Capitan Harlock e Galaxy Express 999
Una lotta solitaria e incompresa per il bene dell’umanità, ecco qual è la missione di Harlock, capitano della nave spaziale Arcadia. La trama di Capitan Harlock è ramificata e complessa, per quanto il succo giochi sulla consapevolezza di essere unico baluardo a difesa contro la minaccia Mazoniana.
Si dice banalmente che il fumetto sia una lettura d’evasione, e invece Harlock è una presa di coscienza sulle capacità individuali di una persona, sul coraggio necessario a sfidare tutti per il bene di tutti. La crociata solitaria di Harlock si riflette sulla crescita della piccola Mayu, legame con la Terra e contraltare di tutte le azioni del capitano che, per quanto buone, non vengono mai comprese davvero.
Galaxy Express 999 è un fumetto indipendente ma i vari crossover con la saga di Harlock lasciano intendere la creazione di un universo unico e coerente, una specie di Leijiverse, con le sue regole, un progetto ben più complesso di quello che potrebbe sembrare a prima occhiata. Un progetto che, però, la generazione a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta ha capito pienamente.
Le avventure di Masai e Maisha a bordo del treno spaziale ruotano attorno al tema portante dell’umanità. Masai è un giovane orfano che vuole diventare un uomo meccanico ma, durante il viaggio, è l’esperienza che gli insegna quanto la più semplice delle soluzioni, sia in realtà una via di fuga a caro prezzo e non l’elemento risolutivo su cui basare la propria esistenza.
Maisha è una figura misteriosa e saggia, non è una madre ma una mentore che lascia Masai libero di vivere le sue esperienze e di sviluppare una propria coscienza critica. Fa contrasto con la personalità accesa del ragazzino, arrivando a compensarlo in uno squisito gioco d’equilibri.
Leiji Mastumoto: uno sguardo verso l’uomo distratto
Il maestro Mastumoto, con le sue idee che verrebbe da definire spaziali, lascia una profonda riflessione sulla natura umana. Il ritratto che ne fa non è lusinghiero, affatto: l’uomo è pigro, indolente, propenso a scegliere di volta in volta la soluzione più semplice. Chi decide di alzare la testa e tentare un percorso diverso diventa outsider, da cancellare o aggiustare.
Tuttavia, finché darà natali a questi outsider, la terra è salva. E allora il messaggio da conservare è solo uno: non aver paura di osare.