Non solo nei test di cultura generale ma anche nei teatri, nei film e nelle librerie: protagonista indiscusso del mondo contemporaneo è il mito, che con la sua potenza evocativa si pone come filtro per interpretare il presente. Quali sono allora i libri da leggere per acculturarsi e informarsi?
Attualità e cultura sono sorelle
Legate in modo indissolubile, hanno bisogno l’una dell’altra per una visione ad ampio spettro di ciò che ci sta attorno. Il mito ha il ruolo cardine di fondatore della realtà, pone le basi del vivere sociale che dai tempi antichi si è evoluto fino ai giorni nostri.
Nel mito, per esempio, veniamo a conoscenza dell’importanza dell’altro, una persona diversa da noi che permette di segnare il confine che ci definisce in quanto individui: chi siamo, cosa ci piace, cosa non ci piace, quali sono i nostri interessi, il nostro vissuto; insomma, è riconoscere l’altro da noi che tratteggia, come le linee di un disegno, curve e spigoli della nostra personalità (Umberto Curi, Straniero, Raffaello Cortina Editore, 2010).
Nel mito, questo processo di riconoscimento e identificazione è affidato a una divinità che non molti si aspetterebbero in questo contesto specifico: Afrodite.
Esiodo, all’interno della Teogonia, ci parla della nascita di Afrodite a seguito della separazione violenta tra cielo e terra, descrivendo la funzione seduttiva della dea: suo era infatti il compito di far congiungere i suoi pari per non fermare l’attività procreatrice che avrebbe condotto alla formazione della società così com’era ai tempi degli aedi.
Cos’è dunque, la seduzione?
Per gli antichi Greci non era un gioco quanto un vero e proprio processo nelle mani del divino. Come ci insegna Matteo Nucci ne L’abisso di Eros (Ponte delle Grazie, 2018) è necessario uno squarcio, la creazione di due sponde diverse, per poter concepire la necessità di avvicinamento. Sedurre vuol dire, quindi, affidarsi ad Afrodite per compiere un viaggio, avvicinarsi a una sponda come marinai alla terraferma.
La seduzione è dunque un atto culturale dalle origini nobili, un’arte che viene esercitata ogniqualvolta ci poniamo verso il prossimo, non soltanto per attrarlo a noi ma anche per convincerlo delle nostre ragioni. Lo dicono sempre loro, i Greci, che nella figura di Peithó hanno personificato la Persuasione collocandola al seguito di Afrodite per aiutare la divina nel suo compito di avvicinare ciò che è altro. Possiamo leggere di Peithó tra le pagine di La voce delle Sirene, i Greci e l’arte della persuasione, di Laura Pepe (Laterza, 2020), non soltanto per apprendere di come la parola si contrapponesse alla violenza ma anche per riconoscere il suo valore, quello di una vera e propria arma tra pari utilizzata per ottenere l’ascolto di un uditorio. Afrodite, scortata da Peithó, dimostra così di avere l’abilità necessaria per raggiungere i suoi scopi.
La parola è dunque la vera spada della seduzione, ed è questa la realtà dei fatti che dai tempi mitici ci accompagna ancora oggi. L’informazione e la cultura viaggiano sull’onda delle parole e di come queste vengono orchestrate per persuaderci della loro validità. Seduttore in questo senso è di certo Schopenhauer nel suo L’arte di ottenere ragione (Adelphi, 1991), un piccolo trattato che ci vuole presenti a quel che diciamo e che spiega in trentotto piccoli stratagemmi come battagliare nel complesso mondo della dialettica, un mondo dove non è necessario aver ragione se si ha dalla propria la piena padronanza della conversazione attraverso mosse e strategie congegnate ad hoc.
Al giorno d’oggi, persuadere e sedurre non possono prescindere dal mondo della cultura o da quello dell’informazione, anzi.
Il viaggio di Afrodite da noi stessi all’altro e la capacità di Peithó di convincere l’altro a farsi avvicinare sono tradotti, nell’epoca contemporanea, con linguaggi ben più specifici di quelli descritti da Schopenhauer nel suo trattato, un esempio in tal senso è Venditi bene, tutti i segreti per imparare a convincere gli altri, di Daniel H. Pink (Tea, 2015), un vero e proprio manuale di seduzione che mette la persuasione al servizio della vendita perché, secondo l’autore, siamo tutti un po’ venditori e pertanto, il primo passo per proporre noi stessi all’altro facendo in modo di essere ascoltati consiste nell’entrare in armonia con il prossimo; più recente del libro di Pink è La scienza della persuasione di Tali Sharot (Feltrinelli, 2018), che si riallaccia al tema del riconoscimento e in un certo senso mi ricorda da dov’è partito questo discorso: Tali Sharot parte dal presupposto che la persuasione inizia con la conoscenza dell’altro da sé. Per convincere, infatti, è necessario ripercorrere quelle linee e quei confini che ci separano, rendendoci differenti.
Bisogna definire la sponda a cui miriamo, per avere chiara la mappa del nostro viaggio, esperienza necessaria per conoscere qualcosa in più su noi stessi. Questo sembrano dirci i Greci che, mito dopo mito, hanno fondato una realtà ben solida che si è articolata ed evoluta fino ai giorni nostri. Acculturarsi e informarsi non vuol dire soltanto accumulare nozioni diverse e un po’ su tutto, ma interpretarle alla luce della quotidianità che viviamo per essere più presenti nelle nostre vite.