Con buona pace dei più rigidi appassionati, anche la nostra lingua, col passare dei decenni e il mutare della società, si rimodella e cambia. La realtà, spinta dalla necessità di dare nome a cose che prima nemmeno esistevano, talvolta crea delle nuove parole e ne prende in prestito altre da altre lingue.
Succede anche il contrario: parole che prima erano utilizzate di frequente cadono in disuso e non hanno più labbra che le pronuncino. Oggi è proprio di loro che vogliamo parlarvi: ecco quindi 5 parole italiane desuete ma bellissime che sarebbe meglio non dimenticare.
5 parole italiane desuete ma bellissime
Gaglioffo
Questa è una parola che i lettori più appassionati di Topolino ricorderanno sicuramente: le volte in cui il nostro Paperon de Paperoni l’ha gridato rivolgendosi ai Bassotti sono probabilmente inquantificabili. Ma cosa significa la parola gaglioffo?
Gaglioffo indica, per l’appunto, un furfante, un briccone; ma anche una persona goffamente ridicola o buona a nulla.
Granciporro
La parola granciporro indica invece un errore madornale, uno strafalcione, il prendere un granchio… e non a caso: il Granciporro Atlantico, infatti, è proprio un granchio europeo.
Questo animale vive tra le rocce e può raggiungere fino ai 3 kg di peso. Prendere un granchio di questo peso non è cosa da poco, e per questo indica un grosso errore!

Obnubilare
Questo verbo desueto ha più significati: il più comune è quello di annebbiare la mente e di ottundere le facoltà sensoriali.
Obnubilare, tuttavia, vuol dire anche “coprire di nuvole” e “aggrottare la fronte”: un verbo decisamente versatile (e dal suono più che piacevole, diciamolo!)
Sacripante
In un senso scherzoso, la parola sacripante indica un briccone, mentre in senso letterale è usata per descrivere un colosso, un uomo particolarmente grosso e temibile, dall’espressione fiera che incute soggezione. Spesso viene usato anche con accezione dispregiativa per parlare di qualcuno che vuole fare lo sbruffone, oppure come esclamazione per descrivere sia meraviglia che irritazione.
Questa parola ha origine dal nome di un personaggio dell’Orlando furioso, ovvero il potente e forte re dei Circassi.
Sciamannato
Questo termine dall’etimologia incerta indica una persona dall’aspetto disordinato e dal portamento sciatto e spesso volgare.
Qualcuno crede che la parola sciamannata sia il composto negativo di ammannato, pronto; altri credono che derivi dal velo giallo che gli ebrei furono costretti a indossare a Roma, ma entrambe le ipotesi non convincono i più esperti.

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