Nei giorni scorsi si è conclusa la Conferenza sui cambiamenti climatici. Le conseguenze del riscaldamento globale, che decenni fa si potevano solo immaginare, sono ormai diventate sempre più concrete.
In attesa di comprendere se le soluzioni prese dai leader del mondo porteranno a dei risultati ecco 3 libri sulla crisi climatica.
Cop 27: una conferenza arida di concretezza
Nel 1992 a Rio de Janeiro si tiene la Conferenza sull’Ambiente e sullo Sviluppo delle Nazioni Unite. Questo evento, chiamato anche Summit della Terra, è senza precedenti. Per la prima volta una conferenza su scala mondiale ha come tema centrale l’ambiente. Proprio in tale contesto nasce la COP, o Conferenza delle Parti.
I capi di Stato lì riuniti raggiungono un accordo che porta alla firma di un trattato internazionale. Dal 1995, COP-1 a Berlino, i membri della convenzione si riuniscono annualmente con l’obiettivo di ridurre le emissioni del gas serra e prevenire il surriscaldamento globale.
Le parti coinvolte possono adottare anche limitazioni obbligatorie per quanto riguarda le emissioni di gas: i cosiddetti protocolli, di cui il più importante è senz’altro il Protocollo di Kyōto del 2007.
Il 20 novembre 2022 si è chiusa la COP27 di Sharm El-Sheikh. Una conferenza che ha diviso l’opinione pubblica: da una parte chi vede gli obiettivi raggiunti, dall’altra chi reputa il lavoro fatto fino ad ora non sufficiente.
La novità più importante scaturita dalla COP27 è stata la creazione del fondo Loss and Damage, un fondo per sostenere le perdite e i danni causati dai disastri climatici. Un investimento importante, ma che per molti rappresenta una soluzione per le conseguenze, mentre invece l’obiettivo dovrebbe essere ridurre le cause dei cambiamenti climatici.
Crisi climatica: 3 libri per approfondire
Alluvioni, terremoti, deforestazioni, scioglimento dei ghiacci e conseguente alzamento del livello del mare sono solo alcuni dei temi all’ordine del giorno.
Bisogna agire nel locale per cambiare il globale, o almeno provarci. Gli autori con i loro libri pongono degli interrogativi sulla crisi climatica, spetta al lettore comprendere quale strada intraprendere nella storia.
Possiamo salvare il mondo, prima di cena. Perché il clima siamo noi di Jonathan Safran Foer
In questo saggio Jonathan Safran Foer costringe il lettore a guardare ciò che molto spesso rifugge. Lo scrittore evidenzia come molto spesso non si ha la percezione di essere parte di questo cambiamento universale: l’emergenza climatica non è da vedere come un evento futuro, ma è qui oggi.
Sostenere di non avere i mezzi per generare cambiamenti importanti è una bugia. In questo modo Jonathan Safran Foer riporta al centro l’individuo singolo come parte attiva nella lotta al cambiamento e le cui scelte devono diventare sempre più consapevoli.
L’autore pone una domanda inequivocabile nella sua drammaticità: rinunciare ad alcune abitudini o rinunciare alla Terra?
Una scelta che richiama il precedente libro di Jonathan Safran Foer, Se niente importa. Perché mangiamo gli animali?. Risultato di un’inchiesta durata tre anni, è questo un saggio intenso, insopportabile per chi ha sempre voltato la testa e dove ancora una volta l’autore guida il lettore verso cambiamenti oramai sempre più necessari.
Il mondo in fiamme di Naomi Klein
Raccontare e analizzare verità scomode è sempre stato l’obiettivo di Naomi Klein. Le conseguenze delle scelte delle grandi multinazionali hanno impattato la vita delle persone e hanno alimentato il motore del cambiamento climatico.
Per questo motivo le scelte consumistiche risultato della cultura capitalista devono essere abbattute e bisogna scardinare l’illusione che vuole i cambiamenti climatici come una realtà lontana.
Un’attenta analisi, quella di Naomi Klein, che ancora una volta presenta tramite dati e ricerche la realtà contemporanea e che auspica l’eliminazione del capitalismo, fonte di tragiche conseguenze.
E se smettessimo di fingere? di Jonathan Franzen
Alla base di questo saggio c’è la convinzione dello scrittore Jonathan Franzen che l’umanità ha fallito. Non è riuscita a contrastare l’arrivo dell’apocalisse climatica, oramai già in atto.
Già il titolo sembra presentare il significato intrinseco, l’autore non mostra conforto, inutile nascondersi dietro una falsa speranza. I movimenti ambientalisti per Franzen sono oramai inutili, non hanno impedito ai cambiamenti climatici di farsi realtà.
È un saggio diverso ma necessario, come i precedenti, per alimentare una nuova consapevolezza. E per raccogliere quel punto di vista in più, in grado di raggiungere anche quelle coscienze chiuse nelle convinzioni più granitiche.
In questo quadro alcuni saggi contenuti in La fine della fine della terra, sempre di Jonathan Franzen, permettono di approfondire il punto di vista dell’autore.
L’emergenza climatica appare sempre più presente e la violenza dei fenomeni climatici degli ultimi anni sembra ormai confermare le ipotesi degli scienziati. Prendere consapevolezza sulla questione e agire di conseguenza per limitare il più possibile i danni è un fatto cruciale.
1 commento
Pingback: Legge contro l'aborto, quando lo Stato decide per te