Edito da Talos edizioni, l’ultimo romanzo di Cinzia Platania racconta intrecci di storie dal finale aperto
Ora che la Musica ha formato un ponte invisibile, cavalcando sul destriero altrettanto invisibile della genialità, tenterà nuovamente di passare oltre il baratro, di superare la fossa del dolore. Prende le briglie, monta e si inoltra sull’ineffabile strada, implorando mentre la percorre, che non si sciolga nelle singole note costituenti, lasciandolo privo della struttura su cui correre. L’incanto dura poco, sempre troppo poco per giungere davvero alla terra promessa, fatta di smeraldine verità.
(Scarlatto, edizioni Talos, 2020)
Cinzia Platania vive a Trieste. Laureata in Scienze dell’educazione, è arteterapeuta (formata alla scuola ArtTeA). Poetessa e cantautrice fin da bambina, dal 2017 è ideatrice e conduttrice di un programma culturale radiofonico, denominato “Immaginario”.
La trama del tuo ultimo libro Scarlatto richiama il senso dell’infinito e del benessere. Di cosa parla esattamente il tuo romanzo?
Scarlatto è un intreccio di storie con un finale aperto a diverse interpretazioni.
La storia del personaggio principale è quella di un bambino plus dotato, disadattato a causa di questo vantaggio: ciò lo rende solo e gli mostra l’unica strada che può percorrere verso la felicità.
Il romanzo parla anche della musica come di un linguaggio consono a esprimere il suo ricco mondo interiore. Mentre nelle relazioni è e resta poco propenso ad aprirsi anche da adulto: sceglierà di chiudersi in un mondo ideale.
Inoltre, parla degli effetti dell’abbandono, affrontando anche il delicato tema dell’identità di genere.
Quanto c’è di personale nelle storie che racconti?
Io amo la musica e scrivo canzoni, compongo melodie, anche se per diletto.
In questo c’è una parte di me ma il mio romanzo non è ispirato a personaggi reali.
Il libro è dedicato ai miei figli e più diffusamente a tutti i “diversi” in senso lato. Alle persone ultra sensibili. Anche io mi sento così, a volte, ma ho imparato a mettere a frutto i miei talenti e mi dedico anche agli altri per aiutarli ad individuare e ad esprimere i propri. Sono arteterapeuta per vocazione.
Tu sei anche cantautrice e poetessa, cosa riesci a comunicare meglio della tua arte attraverso i romanzi?
La realtà è ricca e ci sono cinque sensi.
Uso vari codici per canalizzare e comunicare ma a monte c’è una poetica, una visione del mondo, un messaggio.
Mi sento pienamente scrittrice (compongo poesie, canzoni, testi e sto tentando adattamenti video teatrali dei miei testi) ma anche artista in senso globale.
Non amo le definizioni e sono piuttosto allergica alle etichette. La mia è una visione multidimensionale inclusiva dove le parole chiave sono le congiunzioni: e, e, e, anche…
Infine: chi ha scritto il libro? Il dottor Effe? Guido Revoltella? Cinzia Platania?
Ma la verità o le verità (in italiano è un sostantivo indeclinabile) sono plurali e per descrivere questa mia visione filosofica del mondo non trovo miglior modo che affrontare la metanarrazione includendo dei paradossi.
NdR: Il dottor Effe e Guido Rivoltella sono personaggi di Scarlatto.