Pier Paolo Pasolini, (Bologna, 5 marzo 1922), artista completo, da noi tutti conosciuto come il regista maledetto, venne ucciso a sangue freddo sulle sabbie di Ostia Lido, in provincia di Roma, il 2 novembre 1975, da una squadriglia di fascisti. Un consiglio è leggere “poesie a Casarsa” per imparare a conoscere bene alcuni aspetti del poeta.
Leggere “poesie a Casarsa”, ogni volta che si pensa a lui
Ogni volta che, da bambino, pensavo a lui, mi tornavano in mente due sue opere cinematografiche:
– il film con Toto’, “Uccellacci e uccellini“, gradevole commedia interpretata in modo sensibile e unica dal famoso attore comico napoletano,
– e “Decameron”, un’opera a dir poco sconvolgente per l’epoca in cui fu realizzata, a causa delle provocazioni erotiche ben evidenti, suggerite dalle trame del Boccaccio.
Regista o autore?
Ma nessuno, avrebbe mai potuto immaginare una sua spiccata vena autorale, in particolar modo di fine poeta dialettale goriziano.Proprio lui, bolognese purosangue ma romano di adozione, cosa c’entrava con un dialetto appartenente a un’Italia settentrionale ancora in fase di assestamento, dal punto di vista nazionalistico?
Sembrerebbe originata a seguito di un’esposizione, in una mostra, di alcuni suoi quadri, a Grado, presso uno spazio allestito da una grande amica.
Ebbene, questo libro di pochi componimenti dalla tiratura di 300 copie, dal titolo “Poesie a Casarsa“, rappresenta un volume assolutamente ben scritto, di brevi versi in dialetto friulano/goriziano, risalenti ai primi anni del novecento.
Le sensazioni trasmesse sono davvero importanti e ben fece l’autore Pasolini a porre sotto il testo, la traduzione in lingua italiana, anche se, ovviamente, si tratta di un italiano aulico.
Ciò che colpisce in particolar modo è la forza delle parole espresse, capaci di far riconoscere subito l’artista, che, con il suo stile inconfondibile, ci trasmette le stesse sensazioni dei film.
Madre e figlio
Sembra di assistere, nella poesia “La domenica uliva“, a una sequenza del suo film su Gesù, Il “Vangelo secondo Matteo”.
Forse voleva introdurlo?
Ciò che comunica dal punto di vista letterale è talmente carico di originalità che, grazie ai versi, si possono assaporare le mondanità delle poesie dell’epoca.
Pasolini, nel centenario della sua nascita, è oggi, più vivo che mai, e rappresenta in pieno lo status symbol tipicamente italiano, artista e ribelle.
Non dimentichiamo questo grande personaggio e commemoriamolo, come merita, leggendo sottovoce le sue delicate strofe contadine.
Vorrei terminare inserendo una delle sue più semplici, ma importanti citazioni, in modo da accomiatarci da lui, nel modo più vero, sincero.
La più grande attrazione di ognuno di noi è verso il passato, perché è l’unica cosa che noi conosciamo e amiamo veramente
