Il 13 gennaio del mese scorso, è caduto uno di quegli anniversari che non si vorrebbero mai ricordare: dieci anni dal naufragio della Concordia. Un evento che ha lasciato un bilancio tragico per il numero di vittime e, in secondo luogo, per gli strascichi etici e legali che si è portato dietro, alla ricerca di responsabilità e colpevolezze. Ma quella notte, è successo ben altro che una manovra sbagliata e un comandante incapace di gestire l’emergenza. Lo racconta il libro La notte della Concordia.
A bordo della Concordia
Sulla nave che il 13 gennaio 2012 urtò uno scoglio al largo dell’Isola del Giglio, c’erano più di quattromila passeggeri. A trarli in salvo, si precipitarono centinaia di persone. È sugli uni e sulle altre che si concentra La notte della Concordia, edito da Rizzoli BUR e scritto a quattro mani da Sabrina Grementieri e Mario Pellegrini. La prima è autrice di romanzi pubblicati, fra gli altri, da Sperling & Kupfer e Fabbri Editore; il secondo era, nel 2012, vicesindaco proprio dell’Isola del Giglio. E fu il primo a salire a bordo della Concordia, per verificare se ci fosse bisogno di aiuto.
Pellegrini si rese conto in fretta che la domanda non era SE ci fosse bisogno di aiuto, semmai era COME organizzare i soccorsi. L’equipaggio della nave era palesemente in difficoltà, le migliaia di passeggeri a bordo, una volta sbarcati, avrebbero avuto bisogno di viveri, cure e ospitalità. L’intera Isola del Giglio doveva mettersi in movimento, e così fece.

Una storia di umanità
È questo il tema affrontato ne La notte della Concordia: l’organizzazione dei soccorsi, le reazioni dei passeggeri, i momenti di pura generosità e quelli di altrettanto puro egoismo. Seguendo il racconto di Mario Pellegrini, trasposto su carta da Sabrina Grementieri, entriamo in empatia con le emozioni e i comportamenti di tutte le persone che, a vario titolo, furono protagoniste del naufragio.
Lance, scialuppe e tender della Concordia si mescolano alle barche della guardia costiera, dei gigliesi che sono accorsi per recuperare i naufraghi dalle acque, della guardia di finanza. Le luci delle case di Giglio Porto non riescono neppure a specchiarsi sulla superficie, tanto questa è affollata.
Lo stupore di Mario dura pochi secondi: tra le persone che attendono di essere imbarcate ci sono molti anziani, spaventati e infreddoliti. Hanno bisogno di aiuto. I membri dell’equipaggio cercando di incitarli a salire sulle lance, ma alcuni sono bloccati dalla paura. Alle loro spalle la ressa cresce, e monta il nervosismo.
Sabrina Grementieri e Mario Pellegrini, La notte della Concordia, p. 45
Il libro è strutturato come una cronaca in diretta, da un capo all’altro della nave: dai minuti immediatamente precedenti l’urto al momento in cui la stragrande maggioranza dei passeggeri è sbarcata, ha avuto assistenza e non è più in pericolo. Protagonisti della storia sono uomini e donne comuni, finiti nell’occhio del ciclone e decisi a fare ciascuno la propria parte. Finita la stagione dei processi e delle condanne, La notte della Concordia è un libro che non parla di colpevoli o innocenti: parla di persone.
