Risposta facile: perché ha recitato i suoi versi alla cerimonia d’insediamento di Joe Biden. E perché è un’attivista afroamericana che si concentra sui temi delle donne, della disuguaglianza, del riscatto. Ma la storia di Amanda Gorman non è tutta qui.
Prima della cerimonia di Biden
Il suo talento per la poesia era già stato riconosciuto nel 2017, quando Amanda Gorman aveva vinto il National Youth Poet Laureate. Ed era anche stata anche la poetessa più giovane a vincerlo. Non si tratta però, come si potrebbe credere dal titolo, di un concorso dedicato semplicemente alla poesia. Gli americani hanno tanti difetti ma non mancano di senso pratico, e questo concorso non tiene l’arte della poesia segregata in una sorta di mondo iperuranio (come a volte avviene da noi) bensì la connette alla società in cui viviamo e alla sua evoluzione.
Infatti è rivolto a persone che mostrino eccellenza nella poesia e/o nella parola, ma che siano anche leader forti, impegnate nella giustizia sociale e attive su temi importanti. Per essere candidati, gli aspiranti passano attraverso un processo che include la valutazione del loro lavoro, della poesia e delle doti artistiche. Senza contare le loro attività scolastiche ed extrascolastiche, che devono essere finalizzate al miglioramento e al coinvolgimento delle comunità. Un titolo, insomma, a metà fra l’arte e la politica.

Amanda Gorman dopo l’insediamento di Biden
Al momento della famosa cerimonia che ha siglato l’investitura del nuovo Presidente degli Stati Uniti, ad Amanda Gorman non mancavano titoli ed esperienza. Laureata in sociologia a Harvard, autrice nel 2015 di un libro intitolato The One For Whom Food Is Not Enough, speaker a eventi pubblici, fondatrice di un’organizzazione no-profit che sostiene i giovani nel campo della scrittura e della leadership. Dopodiché The Hill We Climb, ovvero la poesia recitata alla cerimonia, ha goduto di ampia risonanza in quanto ispirata all’assalto a Capitol Hill del 6 gennaio, e ha reso il suo nome celebre in tutto il mondo.
A prescindere dalla sua bravura come poetessa, da un punto di vista meramente comunicativo Amanda Gorman è il soggetto perfetto: donna, giovane, carina, talentuosa, attivista, colta, intelligente, stimata da personaggi del calibro di Kamala Harris. Sembra quasi costruita a tavolino (nel caso, sarebbe una brillante auto-costruzione), e i media ci marciano. Perfino le polemiche, come quelle riguardante alcuni suoi traduttori europei, hanno contribuito ad aumentare la sua notorietà. In un’intervista al New York Times, ha annunciato che nel 2036 si candiderà alla presidenza degli Stati Uniti: di sicuro non le manca l’ambizione.
